Potenza, Antonio ci ha lasciato un mese fa: il figlio Valerio lancia un appello affinchè quello che è successo a suo padre non accada più a nessuno

A poco più di un mese dalla scomparsa del compianto Antonio Nicastro, suo figlio Valerio torna a lanciare un appello a tutti i potentini, affinchè nessuno abbassi la guardia contro il Coronavirus.

Un periodo a dir poco difficile quello trascorso, maggiormente per lui e per le famiglie che, purtroppo, hanno dovuto dire addio ai propri cari.

Questo il messaggio di Valerio rivolto a tutti i potentini:

“Lo so, non è semplice.

Siamo stati tutti costretti a dei sacrifici in questi due mesi.

Qualcuno è rimasto chiuso in casa, qualcuno ha dovuto chiudere la sua attività lavorativa, qualcuno ha dovuto piangere la scomparsa di una persona a cui voleva bene.

Qualcuno, sfortunato, tutte e tre le cose.

Da ieri – penso ormai lo sappiano anche i sassi – siamo entrati in questa benedetta fase 2.

Ed è proprio adesso che abbiamo bisogno di avere un’attenzione ancora più maniacale a tutto quello che facciamo. Stamattina sono uscito, come tutti, a fare un po’ di commissioni inderogabili.

Non voglio ergermi a fustigatore dei costumi, non voglio giudicare nessuno, non voglio essere il drone metaforico che controlla il poveretto che prende il sole da solo in spiaggia.

Purtroppo, però, in giro per Potenza mi è sembrata davvero una giornata normale, tanta la gente che c’era in giro.

Per tanti la mascherina è solo un fastidio, per altri la preoccupazione più grande è che il caffè preso in strada non abbia lo stesso sapore del caffè preso al bancone.

Per altri è finito tutto, via libera a qualsiasi cosa.

E allora, se proprio non possiamo evitare di andare in giro (d’altronde, se me ne danno facoltà, perché mai non potrei?) vi chiedo con tutto il cuore poche cose:

Mascherine, sempre.

Distanza, sempre.

Prudenza, sempre.

Sì, mascherine anche quando andiamo a trovare i parenti, dentro casa, uno alla volta. Se poi potete farlo all’aria aperta, meglio ancora.

Se potete fare un atto d’amore verso persone a rischio ed evitare del tutto, forse sarebbe meglio ancora.

Buon senso.

Buon senso sempre.

Siamo in una fase in cui dobbiamo pensare noi a proteggerci, ma non possiamo proteggerci da soli, per cui io devo proteggere te e tu devi proteggere me.

Se rientrate da fuori Regione, non rifiutate il tampone, anche se non è obbligatorio. Perlomeno fatelo per chi quel tampone ha dovuto implorarlo per settimane.

Attenzione, sempre.

Comportatevi come se foste positivi, comportatevi come se aveste di fronte un positivo. Pretendete che negli esercizi commerciali e negli uffici chi vi serve abbia sempre la mascherina.

E se non volete credere alla TV, e se non volete credere ai virologi, credete almeno a una persona che questo inferno l’ha passato sulla sua pelle.

Un inferno che nessuno meriterebbe di passare.

Quando abbiamo chiuso l’Italia, c’erano migliaia di morti in meno e decine di migliaia di contagi in meno.

Quando abbiamo chiuso Potenza, quasi non c’erano casi. I numeri di quando abbiamo chiuso erano migliori rispetto ad oggi, per cui non giustificano tutto questo ottimismo e tutta questa spensieratezza.

Mio padre non c’è più, e proprio per colpa di questa bestia che ha travolto le nostre vite.

Ma io sono sicuro, che se avesse visto tutto questo, vi avrebbe fatto proprio questo “cazziatone”.

Magari, anche con parole meno gentili. Anzi, pure senza il magari.

Per questo, ve lo chiedo ancora una volta dal profondo del cuore.

Adesso tocca a noi essere responsabili e prudenti.

Non buttiamo all’aria tutto, perché poi potremmo farci ancora più male, e ulteriore sofferenza è proprio quello di cui non abbiamo bisogno in questo momento”.