Potenza: in provincia “rifiuti provenienti da tutta Italia metteranno a serio rischio ambientale un vero paradiso terrestre”. La denuncia

Sull’Impianto di lavorazione di rifiuti pericolosi a San Sago, il Deputato Arnaldo Lomuti (M5S) è intervenuto presentando una interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro dell’ambiente, affinché si approfondisca la delicata questione, insieme alle criticità ambientali che ne conseguono e per mettere in campo iniziative atte ad evitare disastri annunciati.

Ecco quanto sottolinea il Deputato in un comunicato inviato alla nostra Redazione:

“Se si dovesse concretizzare quanto deliberato dalla regione Calabria, presto assisteremo alla riapertura di un impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi come quelli speciali (liquidi e fangosi) provenienti da industria tessile, chimica, meccanica, conciaria, macelli, lavanderie industriali, tintorie, stamperie, etc., nonché percolati da impianti di discarica.

Rifiuti provenienti da tutta Italia che metteranno a serio rischio ambientale un territorio come quello della Valle del Noce, tra Calabria e Basilicata, considerato un vero paradiso terrestre.

Tenendo presente che l’impianto è situato a pochissima distanza da diversi SIC (Siti di Interesse Comunitario) appartenenti a Rete Natura 2000 e che il Ministero dell’Ambiente conosce molto bene, procedere nel senso della sua riapertura sarebbe una scelta stupida, priva di senso e molto pericolosa anche per la salute dei cittadini che vivono in quei territori.

In ambito ambientalistico il termine SIC è usato per definire un’area che contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare diverse tipologie di habitat in uno stato di conservazione soddisfacente, oltre che contribuire in modo significativo al mantenimento della biodiversità della regione in cui si trova.

La ‘Valle del Noce’ prende il nome dall’omonimo fiume che nasce dalle sorgenti del Massiccio del Sirino.

Lungo soli 45 Km, nell’ultimo tratto segna il confine amministrativo tra la Basilicata e la Calabria, prima di sfociare nel Tirreno.

Il tratto terminale della valle ricade nel comune di Maratea.

Il territorio è di gran pregio, ricco di boschi, di sorgenti e di corsi d’acqua, dove le principali emergenze ambientali sono sottoposte a tutela e ricadono nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano e nella Rete Natura 2000.

Oltre a chiedere l’intervento ministeriale, lancio un appello alla Regione Basilicata affinché si schieri incondizionatamente dalla parte dei Lucani per la totale salvaguardia del territorio, dell’ambiente, degli interessi locali, del turismo, e rimedi al pasticcio procurato dagli uffici dell’assessorato all’Ambiente con il rilascio della VINCA (Valutazione di Incidenza Ambientale), avvenuta nell’aprile del 2021″.