Potenza: in ricordo di Elisa e di tutte le donne strappate alla vita, palloncini gialli e scarpe rosse sulla Chiesa della Trinità

Ieri si è celebrata la Giornata internazionale della donna.

Impossibile dimenticare le donne che non ci sono più, vittime della vita e dei loro aguzzini.

Per questo, in occasione di questa ricorrenza, Libera Basilicata ha pubblicato una lettera aperta indirizzata ad Ottavia, Maria Antonietta, Marirosa, Elisa e Anna a firma di Don Marcello Cozzi:

“Sorelle, compagne, madri.

Ci avete accompagnati in tutti questi anni con i vostri sorrisi, rubati a fotografie spesso in bianco e nero; con i racconti dei vostri cari che ci dicevano dei vostri sogni di bambine, dei vostri progetti di donne protese alla vita e delle amarezze di chi invece donna già lo era; e con le vostre storie di vite sparite all’improvviso nel nulla o spezzate quando alla vita sbocciavate come un fiore in primavera o stroncate quando con la vita già iniziavate a fare i conti.

Ci siete state sorelle, quando impotenti abbiamo accolto il grido di dolore dei vostri familiari e non sapevamo quali risposte dare in mancanza di una giustizia che vi è stata negata e di una verità che è stata sepolta.

Vi abbiamo immaginato compagne di strada a difendere l’intimità dei vostri sogni nascosti quando le vostre storie violate ci hanno restituito desideri e passioni che non si raccontano a nessuno ma che invece la fredda macchina delle indagini portavano necessariamente alla luce.

E la dolcezza del vostro essere madri ci ha segnato nel profondo quando a parlarci di voi sono stati quei figli che erano bambini quando mani omicide vi hanno strappato ai loro affetti, e che oggi da adulti non hanno mai smesso di amarvi.

Continuiamo a portarci dentro la tua innocenza, cara Ottavia, violata nella memoria e nella tua dignità di bambina, prima ancora che nel tuo corpo.

Ci accompagna ancora la tua dolcezza di madre e di donna, cara Maria Antonietta, sepolta dal pregiudizio delle apparenze prima ancora che da chissà quanta terra. I sogni, le paure e i progetti di giovane innamorata, cara Marirosa, ancora oggi squarciano il silenzio assordante e complice che invece è tornato ad avvolgere la tua fine.

Quel sorriso di adolescente nascosto dietro a quei grandi occhiali che qualcuno, poi, ha riposto vicino al tuo cadavere, non ci fa, invece, dimenticare, cara Elisa, la violenza della tua morte e la violenza ancora più atroce delle complicità che ti hanno nascosto per così tanti anni.

E siamo ancora avvolti, cara Anna, da quella tua voglia di vita e di andare sempre avanti, che ancora oggi ci chiediamo come possa essere tutto finito così semplicemente appeso alla maniglia di una porta.

Il Sacro Custode di quel Giardino nel quale anche voi riposate insieme a tutte le donne violate nella loro dignità, raccoglie ogni giorno il nostro grido di verità perché il nostro 8 marzo possa sempre coincidere con una grande fame e sete di giustizia.

Vi vogliamo bene.

Don Marcello Cozzi”.

A Potenza, proprio all’altezza dell’ingresso della Chiesa della SS. Trinità, su iniziativa dei commercianti, sono stati appesi palloncini gialli (colore simbolo delle mimose) e scarpe rosse, da sempre simbolo della violenza degli uomini sulle donne.