Quando arriva una raccomandata da parte dell’Agenzia delle Entrate c’è sempre da preoccuparsi.
E se ad arrivare è un questionario con relativa richiesta di informazioni e documenti, i timori crescono a dismisura.
La prima domanda che ci si pone, a questo punto, è quali errori sono stati commessi? Le regole fiscali sono tante e lo sbaglio involontario è dietro l’angolo.
Pragmaticamente poi ci si inizia a chiedere quanto tempo si ha a disposizione per rispondere alle domande e, soprattutto, cosa possa accadere nel caso in cui non si dovesse dare un seguito alla richiesta.
Rispondiamo immediatamente a quest’ultima domanda: ignorare il questionario dell’Agenzia delle Entrate comporta una sanzione amministrativa che può costare cara.
A definire in modo preciso e dettagliato in quale modo debba funzionare il questionario finanziario come spiega quifinanza è l’articolo 32, comma 1, numero 4 del Dpr n. 600/73, attraverso il quale il legislatore ha attribuito all’Agenzia delle Entrate il potere di:
Inviare ai contribuenti, indicandone il motivo, questionari relativi a dati e notizie di carattere specifico rilevanti ai fini dell’accertamento nei loro confronti.
Il questionario non è una semplice comunicazione informativa: è un atto istruttorio grazie al quale l’amministrazione tributaria acquisisce una serie di elementi sulla situazione fiscale di un determinato contribuente.
Attraverso il questionario l’Agenzia delle Entrate tenta di instaurare un dialogo preventivo con il contribuente (il cosiddetto contraddittorio) prima di emettere un avviso di accertamento.
In altre parole cerca di comprendere se esistono delle giustificazioni legittime per le anomalie che sono state riscontrate nel corso dei controlli automatizzati o all’interno delle varie banche dati.
Possono essere state riscontrate, infatti, delle incongruenze tra i redditi che sono stati dichiarati e le spese che il contribuente ha sostenuto.
Ma anche dei movimenti bancari non giustificati, delle operazioni con l’estero non comunicate o ancora degli investimenti immobiliari che, almeno a una prima impressione, sembrano incompatibili con le capacità reddituali.
L’Agenzia delle Entrate fa partire i questionari solo e soltanto quando è già in possesso di una serie di informazioni sul contribuente.
Queste possono arrivare da:
- scambi automatici di dati;
- comunicazioni obbligatorie;
- anagrafe tributaria;
- segnalazioni bancarie;
- archivi pubblici.
Rispondere alle domande che vengono poste dall’AdE serve, molto semplicemente, a confrontare questi dati con le dichiarazioni del contribuente, che in questo modo ha la possibilità di giustificare e spiegare tutto, prima che prenda il via un accertamento vero e proprio.
Un questionario non deve mai essere sottovalutato, anche quando dovesse toccare degli aspetti marginali della dichiarazione dei redditi.
L’Agenzia delle Entrate parte sempre da indizi specifici e dietro a una domanda che appare semplice ci sono delle verifiche più ampie sulla capacità di versare le imposte del soggetto.
Ovviamente non tutti i questionari sono uguali: si differenziano per il loro livello di complessità e rischio fiscale.
Quello che potremmo definire come base serve a richiedere della documentazione contabile elementare: serve per accertare che ci sia coerenza tra la dichiarazione e le scritture contabili.
C’è poi un questionario intermedio, il cui scopo è indagare sulle agevolazioni fiscali fruite e sui crediti d’imposta che sono stati utilizzati. O per verificare eventuali discordanze dei dati dello spesometro.
Quello complesso, invece, coinvolge delle situazioni leggermente più articolate che coinvolgono:
- gli investimenti esteri;
- la residenza fiscale;
- i redditi di fonte estera;
- ricostruzioni del reddito attraverso il redditometro.
I moduli che arrivano ai contribuenti sono standardizzati, anche se il contenuto al loro interno varia a seconda della situazione che deve essere approfondita.
Ad ogni modo viene sempre indicato il motivo per il quale viene inviato il questionario e, soprattutto, il termine entro il quale è necessario rispondere, che, generalmente, non è mai inferiore a 15 giorni dal giorno della notifica.
Vengono indicati quali documenti sono richiesti e le informazioni che devono essere fornite: si spiegano, inoltre, quali sono le conseguenze della mancata o incompleta risposta.
È importante fornire delle risposte complete e dettagliate alle domande che vengono poste.
Non ci si può limitare a raccogliere i documenti e ad inviarli all’Agenzia delle Entrate: è necessario costruire una narrazione coerente e documentata della situazione fiscale.
In altre parole è necessario convincere il funzionario che sta seguendo la pratica di essersi comportati in modo corretto.
Onde evitare di commettere degli errori è importante leggere con attenzione ogni domanda presente nel questionario, in modo da capire quale possa essere l’anomalia riscontrata e che ha portato a far scattare il controllo.
Dietro ad ogni domanda posta dall’Agenzia delle Entrate c’è un dato o un sospetto specifico: riuscire a comprendere quale sia il punto critico permette di orientare in modo preciso la risposta e fornire le spiegazioni necessarie.
Una richiesta di chiarimenti su un acquisto immobiliare scaturisce da un ragionamento dell’Agenzia delle Entrate: il prezzo pagato potrebbe non essere compatibile con i redditi che sono stati dichiarati nel corso degli ultimi anni.
Una domanda su dei movimenti bancari può essere stata determinata da delle operazioni significative che non trovano una valida giustificazione nella dichiarazione dei redditi.
Il passo successivo è quello di raccogliere la documentazione necessaria per dimostrare la legittimità delle operazioni che l’Agenzia delle Entrate ha contestato.
Non è sufficiente fare copia di fatture, estratti conto e quant’altro: ogni risposta deve essere integrata con gli elementi che servono a dimostrare la propria posizione.
Per giustificare l’acquisto di un immobile, per esempio, è necessario allegare le pezze d’appoggio che servono a dimostrare la provenienza dei fondi utilizzati:
- donazioni ricevute;
- contratti di mutuo;
- vendita di beni che hanno generato liquidità.
Un quadro documentale completo servirà a restringere lo spazio per le interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate.
Le risposte devono essere chiare, sintetiche ed esaustive.
Devono essere evitate delle formulazioni ambigue o evasive, che potrebbero generare ulteriori sospetti.
A ogni domanda deve essere risposto punto per punto, numerando le risposte in corrispondenza delle domande, in modo da facilitare la lettura da parte del funzionario.
Il questionario deve essere inviato utilizzando i canali indicati all’interno dell’atto di notifica.
In linea di massima l’Agenzia delle Entrate accetta la consegna presso gli uffici territoriali, con raccomandata con ricevuta di ritorno o via Pec all’indirizzo comunicato.





























