Potenza: 60 lavoratori e lavoratrici della provincia “non hanno nemmeno più un euro per mettere il carburante nelle proprie macchine”. Ecco la situazione

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di FIM UILM:

“Nella tarda serata di ieri, si sono concluse le assemblee con i lavoratori della Giuzio per discutere, e fare il punto della situazione sulle azioni da mettere in atto, alla luce delle mancate retribuzioni dei lavoratori le cui spettanze arretrate fra qualche giorno diventeranno tre, più la tredicesima.

È inutile, forse quanto difficile, descrivere attraverso un comunicato la drammaticità, gli sguardi cupi, i sentimenti e le sensazioni che per tutto il pomeriggio di ieri hanno “guidato” la suddetta assemblea, ma va altrettanto descritta la dignità assoluta di questi 60, lavoratrici e lavoratori, a cui questa politica, la politica di ieri e oggi, deve necessariamente dare una risposta.

Sentirsi ostaggi o peggio imprigionati in una camicia di forza, sia per il doversi attenere alle leggi legate alle attività essenziali, che perché costretti a vivere una precarietà salariale e del prossimo futuro, realtà che ancora oggi non trova una risposta, una giustificazione da coloro, a partire dalla Regione Basilicata, Asi e Giuzio, che oltre a vantare la pretesa di assicurare il prosieguo delle attività industriali nella nostra provincia, dovrebbero essere i primi, per ruoli e responsabilità, a rispettare le norme contrattuali, nonché le regole etiche, pagando i lavoratori.

E invece, questa è da vent’anni la norma; negare – su iniziativa di un sistema politico e industriale inadatto, incompetente, a tratti disinteressato, che negli anni ha creato un vero e proprio disastro economico, come si evince dai conti ASI, e morale – la possibilità di vivere una vita dignitosa, normale ai lavoratori della Giuzio.

Ci sentiamo tutti, a partire dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali prigionieri di un sistema dove ognuno scarica le proprie responsabilità:

  • la ditta Giuzio non paga i lavoratori perché l’Asi non paga il canone, l’Asi non paga la ditta Giuzio perché non ha risorse, non riesce a “camminare con le proprie gambe”, avendo, del resto, da sempre, vissuto di contributi prima statali e poi regionali;
  • oggi la Regione Basilicata non garantisce più nessun contributo, perché a detta sua, il consiglio di stato lo ha ritenuto un aiuto non più perseguibile;
  • non vorremmo mai, invece, scoprire che si è scelto di affamare lavoratori per accelerare su altri, determinati percorsi, perché questo segnerebbe una rottura senza possibilità di risoluzione, altro che “numero legale”.

Vorremmo vederci chiaro anche su questo, perché la realtà è una sola, che per garantire la continuità delle attività industriali della Provincia di Potenza, le stesse hanno bisogno di un sostegno economico, che qualcuno fra questi attori deve riconoscere, altrimenti le attività non potranno proseguire e ci sarà il blocco totale di tutte le aziende, piccole, medie ed anche dei grandi colossi industriali della nostra Provincia.

Ormai siamo caduti nel baratro, chiediamo a tutti di non andare oltre nelle profondità, perché potrebbero insorgere situazioni preoccupanti non solo sotto il profilo sociale ma anche ambientale.

In una pandemia cosi drammatica, in una situazione di emergenza sanitaria, possibile che in questa regione oltre al “gioco del gatto e della volpe” non ci sia nessuno ad assumersi le proprie responsabilità e dunque a suggerirci esattamente come andare avanti?

Confidiamo in Sua Eccellenza il Prefetto, non solo per la convocazione di un tavolo prefettizio, ma che eserciti tutti gli atti nelle proprie facoltà, affinché si possa (perché necessarie) – continuare con le attività industriali della nostra regione.

Non siamo in una fase ordinaria, né straordinaria, ma siamo in una fase decisamente emergenziale sotto più profili, che necessita di azioni tempestive.

Chiediamo una mano, anzi vi preghiamo, e nel farlo ci rivolgiamo a tutti coloro di buon senso e di responsabilità, di mettersi un secondo nei panni di chi non riceve tre stipendi più la tredicesima, perché solo cosi, solo immedesimandosi in una tale situazione, probabilmente, qualcuno potrà ravvedersi sulle proprie responsabilità.

In caso contrario, purtroppo, saremo costretti, a partire dal primo febbraio, a non garantire le attività industriali della provincia di Potenza, perché i lavoratori non hanno nemmeno più un euro per mettere il carburante nelle proprie macchine“.