Potenza, “occorre uscire dal lavoro nero legalizzato presso gli enti pubblici”! La protesta di questi lavoratori

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dalla Coordinatrice Regionale USB Basilicata, Rosalba Guglielmi:

“Con la delibera in oggetto la Giunta ha dato corso ad un ulteriore tentativo di stabilizzazione degli ex TIS.

Da alcuni anni siamo impegnati alla ricerca di un progetto che dia valore alle attività profuse dai tirocinanti utilizzati in lavori di pubblica attività, iniziati già dal 2011 con il progetto COPES, e che porti ad una reale collocazione lavorativa.

L’articolo 26 del decreto legislativo n.150/2015 ha normato la possibilità per gli enti dell’amministrazione pubblica di utilizzare i lavoratori che fruiscono di strumenti di sostegno del reddito.

In particolare il comma 4 prevede che i lavoratori impegnati in tali attività rese a beneficio della comunità territoriale di appartenenza debbano essere impegnati nel limite massimo di orario settimanale corrispondente alla proporzione tra il trattamento stesso e il livello retributivo iniziale, calcolato al netto delle ritenute previdenziali e assistenziali, previsto per i dipendenti che svolgono attività analoghe presso il soggetto promotore dell’intervento.

Ebbene il riconoscimento economico previsto nel progetto è di 580 euro, con una prestazione di 103 ore mensili.

E’ chiaro che il comma 4 dell’art.26 richiamato nella stessa delibera a fondamento normativo del progetto è totalmente ignorato, la retribuzione decurtata della parte contributiva previdenziale e assistenziale, per la qualifica di operatore, livello B1 del contratto nazionale  in vigore per le Funzioni locali, rapportata all’assegno previsto porterebbe ad una prestazione di massimo 67 ore lavorative.

Oltre l’aspetto normativo rimane completamente ingiustificato e inaccettabile che, in questo momento di stagflazione che vede un aumento generalizzato dei prezzi e che colpisce soprattutto le famiglie meno abbienti, si sia prevista una riduzione dell’importo dell’assegno di 678 (già riconosciuto ai lavoratori) portandolo ai 580 del nuovo provvedimento.

La scrivente O.S. indice lo stato di agitazione di tutti i lavoratori coinvolti, chiede l’immediata rettifica della delibera e degli atti ad essa successivi, chiede  secondo il citato comma 4 dell’26, un assegno di 889 euro mensili per una prestazione di 103 ore mensili o comunque di mantenere l’attuale importo di 678 euro con la prestazione di 79 ore mensili per gli addetti con mansioni di operatore B1.

Indice una manifestazione regionale il prossimo 1 Luglio, in occasione dell’incontro programmato dall’assessore con i sindaci utilizzatori, unendosi alle indizioni di protesta già proclamati da altri coordinamenti di lavoratori interessati.

Occorre uscire dal lavoro nero legalizzato presso gli enti pubblici, senza regali alle associazioni e cooperative no profit, ricorrendo ad ulteriori esternalizzazioni di servizi pubblici”.