A San Severino Lucano una passeggiata lenta con momenti musicali e di lettura. L’iniziativa

A San Severino Lucano, in località Timpa della Guardia, l’Associazione culturale Myosotis, con il patrocinio del Comune, nel pomeriggio del 6 Agosto ha realizzato una passeggiata lenta con partenza da un belvedere, attraversando il bosco, composto da numerosi pini ed arrivando al termine ad un altro belvedere.

Prima dell’escursione sensoriale, d’obbligo un giro sulla Giostra Panoramica “RB RIDE, opera di Holler, realizzata per Arte Pollino 2009.

La sua peculiarità è avere la rotazione rallentata che produce un effetto di instabilità e inquietudine, esperienza che permette di osservare la natura circostante da un particolarissimo punto di vista.

Nel corso della camminata, si sono alternati momenti musicali e di lettura, con brani e liriche riguardanti la natura, il vento.

Uno degli autori è Goethe che ha scritto diverse poesie che fanno riferimento al vento, spesso utilizzandolo come metafora per esprimere concetti più ampi come il destino umano o il fluire della vita.

Giunti alla fine dell’escursione naturalistica e culturale, dal belvedere si è parlato di Cicerone e Seneca e dell’espressione “sguardo dall’alto”.Si tratta di un atteggiamento che implica una visione ampia e distaccata della realtà, in cui le vicende umane, le passioni e le avversità vengono osservate con una prospettiva più elevata e razionale, tipica dello stoicismo.

Subito dopo è seguita la performance, “Paesaggi introspettivi,” di Matteo Fratarcangeli.

L’autore spiega che l’opera, fa parte di un viaggio, di una riflessione fatta nei borghi italiani, iniziata il 20 Giugno 2025 che arriverà fino a fine Settembre e presente in più di 80 comuni dell’Italia.

Si è parlato dell’esistenza, l’uomo mercificato e omologato, la paura dell’esserci e il cambiamento ambientale.

Al centro c’è la complessità della vita di tutti i giorni, che si trova sradicata dal principio di appartenenza all’ambiente, dalla natura stessa.

Fratarcangeli ritiene, che oggi debba nascere dentro di noi un principio di coscienza, di pensiero profondo, sull’importanza di rivedersi all’interno di un ambiente,di un paesaggio.

Non qualcosa di lontano da noi, ma vissuto da noi.

Come palcoscenico sempre, Timpa della Guardia il punto più alto e caratteristico del paese, nei pressi della Giostra Panoramica Ribe Ride.

Pochi elementi sono presenti in scena, e come dice l’artista, utili a riempire un vuoto accumulato nel corso del tempo, stratificato nei nostri pensieri, nel nostro modo di essere nel mondo.

Il leggio rappresenta la parola sospesa, in attesa di essere presa e dialogata con l’altro, l’altro che si fa soggetto attivo di un pensiero e di un cambiamento.

Accanto al leggio c’è il microfono, amplificatore dei nostri pensieri, del soggetto che ha ripreso vita e forma nel suo corpo.

È un viaggio alla riscoperta di ciò che è stato smarrito, un’analisi dei cambiamenti, dei nostri pensieri e della nostra vita.

Ognuno di noi, l’altro, oggi è visto come un “oggetto da possedere”.

È necessario quindi ridefinire il rapporto, la relazione tra noi e chi abbiamo intorno.

È fondamentale essere consapevoli della responsabilità, dell’impatto umano in modo devastante sull’ambiente.

Andare veloci ci porta a dimenticare, a non guardare, a non ascoltare.

Il passo lento, il tempo lento, è riconnessone con tutto ciò che ci circonda.

La Società del consumismo, è logorata dall’individualismo, dalla mancanza di ascolto e di osservazione.

Ascoltiamo poco perché tale operazione ci richiede di essere attivi, in quell’attimo, in quel tempo, in quello spazio.

E la stessa cosa vale per il guardare, che è differente dal vedere.

Nel vedere si è lì, si contempla, mentre nel guardare l’oggetto è immortalato dai nostri occhi, senza emozioni, passivamente.

Guardare è immergersi nello spazio, nel tempo, lento, appartenente alla natura.

L’autore, ci ricorda che oggi, viviamo una crisi che investe l’ambiente e di conseguenza le persone,che non appartengono più al proprio paesaggio, sono spaesati.

La cura è considerare il momento difficile, come una grande benedizione per tutti in quanto madre del progresso.

La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.

E’ nella difficoltà che emerge il meglio di ognuno.

Senza gli ostacoli tutti i venti sono solo lievi brezze.

Il messaggio importante è rivolto agli abitanti dei piccoli centri come San Severino Lucano.

Sacrificarsi per restare e superare le negatività che si presenteranno, solo così vivremo in armonia.

Andando via, sicuramente costretti da tanti motivi, vivremmo eternamente confusi, persi.

Infatti non potremmo mai trovare le bellezze naturali e paesaggistiche viste da noi sin dalla nascita, con gli occhi del cuore, in altre località.

Ogni posto è unico ed univoche sono le emozioni ed i ricordi che ne fanno parte.

A seguire le foto dell’evento scattate da Carmela De Marco, Antonella Marino, Rosanna Viceconti.