Scrittore statunitense fuori da Rai 1, Padula: “La nostra voce e la nostra caparbietà hanno contribuito su questa decisione!”. Ecco che cosa è successo

Lo scrittore statunitense Alan Friedman è stato escluso da Rai 1.

A far scattare il provvedimento le parole riservate all’ex first lady americana, Melania Trump.

In collegamento con il programma Uno Mattina sul primo canale della Tv di Stato, a conclusione del suo intervento il giornalista aveva pronunciato un insulto alla donna definendola la escort di Trump.

La cosa non aveva gettato nel più completo sconcerto solo gli spettatori, ma anche Stefano Coletta, direttore di Rai 1, che dichiarava:

“Chiunque abbia lavorato con me sa quanto io abbia lavorato come autore sulla figura femminile e sul tema della violenza alle donne.

Non si possono tollerare certe affermazioni vista la responsabilità che la televisione ha su una trasversalità di culture e di sensibilità”.

Friedman, ospite da Myrta Merlino a L’aria che tira, si è poi scusato ma ciò non è servito a evitargli l’esclusione annunciata da Coletta in Commissione di Vigilanza Rai.

Decisione approvata anche da Marika Padula, già assessora comunale alle Pari opportunità al Comune di Potenza, che continua il suo impegno per la città, e in particolare per le donne e i bambini, anche al di fuori dei “confini” istituzionali:

“CREDERCI SEMPRE!

Amici, ricorderete tutti la mia petizione per la DASPO TV e la lettera inviata alla Commissione di Vigilanza RAI, dopo il caso Friedman.

Bene, la nostra posizione, la nostra voce e la nostra caparbietà hanno contribuito su questa decisione!

Grazie a tutti coloro che hanno creduto in questa battaglia e alla consigliera di Parità Ivana Pipponzi che ha sposato subito la mia causa.

E grazie a Stefano Coletta, direttore di Rai 1, che in audizione presso la Commissione, ha dichiarato di non volere più ospite Friedman.

MAI PIÙ UOMINI CHE UTILIZZANO TERMINOLOGIE SESSISTE E FUORI LUOGO!”.

La stessa infatti, raggiunta dalle voci sull’accaduto, dichiarava:

Bisogna AMMONIRE, altrimenti si andrà avanti solo con manifestazioni, webinar e corse alle più grandi manifestazioni sul 25 novembre.

Solo questo, purtroppo ancora non basta: lo dimostrano i dati sulla violenza che, tutti i giorni, riempiono i bollettini della cronaca.

Quanto accaduto il 20 di gennaio, nel programma “Uno Mattina “ è, per tutti noi, davvero l’ennesima prova che tanto ancor deve essere fatto, affinché si possa parlare di un Paese civilizzato e dalla parte delle donne.

Il linguaggio verbale è per tutti noi la prima forma di violenza contro le donne che spesso porta ad episodi molto più gravi.

Il giornalista Friedman, come ben sapete ha definito l’ex first lady americana Melania Trump ”una escort”.

Questa definizione è di una gravità mostruosa sulla quale non si può soprassedere.

È ormai da anni che si sta mettendo in campo un impegno forte e deciso contro tutte le forme di violenza nei confronti del genere femminile.

Da parte di tutto il mondo dell’associazionismo e delle donne tutte, tramite i canali dell’informazione pubblica e privata, si è cercata quella sensibilizzazione al tema del rispetto verso le donne, un tema che nella nostra società non deve mai venire a mancare.

Non servono “le scuse del giorno dopo” di Friedman, ci vuole un segnale molto più forte.

Occorre un’azione decisa ed indiscutibile che possa essere d’esempio a tutti coloro che vogliano ancora ledere le donne nei lori diritti universali.

La tv è un mezzo con il quale si fa informazione e dietro lo schermo ci sono tanti ragazzi che come “spugne” fanno propri concetti, frasi e subdoli ammiccamenti che poi porteranno nella vita quotidiana amplificandone la pericolosità.

Ascoltare determinati “personaggi” che i Media hanno etichettato come validi rappresentanti di un pensiero critico elaborato e ragionato, i quali si permettono con una faciloneria disarmante di “etichettare” le DONNE in modo così spregevole, può provocare una preoccupante emulazione.

Partendo proprio dal linguaggio, noi tutti sempre con maggiore impegno e consapevolezza cerchiamo abbattere questi non più accettabili muri di violenza attraverso l’impegno personale, i convegni e le manifestazioni.

Non siamo più disposti ad accettare le scuse di chicchessia.

Non siate conniventi con chi continua a “pensare” che i diritti degli uomini non sono i diritti delle donne.

Non avvalorate con silenzi colpevoli ciò che ci offende e che in un paese che si dice civile dovrebbe indignare anche voi.

Vi chiediamo di intervenire con fermezza dando un segnale forte ed inequivocabile che impedisca al “maschilista opinionista” di fare simili affermazioni, ed al conduttore di riderci sopra.

Prima o poi bisogna cominciare, e questo è il momento giusto per lanciare un primo grande segnale di civilizzazione verbale!

Lo chiediamo a gran voce a quella che è la televisione pubblica (che tutti noi sovvenzioniamo) ed a quella privata di cui siamo obbiettivi di marketing.

Lo chiediamo ai direttori per quello che rappresentano e per le scelte dei programmi e degli uomini da mettere in campo”.