Basilicata, campagna vaccinale: “evitare i particolarismi”. Ecco che cosa sta succedendo

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del segretario generale Cgil Basilicata, Angelo Summa:

“La richiesta di alcuni consiglieri regionali e avallata dal presidente Bardi di poter vaccinare la categoria degli avvocati prima di altre categorie di lavoratori crea uno squilibrio valoriale tra il lavoro e una diseguaglianza tra i lavoratori.

Ci sono categorie che non avendo associazioni o gruppi che possano far valere la loro voce sembrano lasciati soli al loro destino di lavoratori, lavoratrici e di uomini e donne con tutto il conseguente portato familiare e personale.

Le cassiere e i dipendenti delle attività di alimentari e di prima necessità, gli operai che viaggiano nei pullman a stretto contatto e che lavorano su linee dei settori dell’automotive fino ai titolari dei tabacchi e di tutte le attività che resteranno aperte per decreto in l zona rossa, solo per fare qualche esempio.

Ma soprattutto gli ultra settantenni e la popolazione scolastica, dal personale agli studenti.

La Basilicata in zona rossa è semplicemente lo specchio delle azioni e scelte di un governo che sembra essersi trovato a governare a sua insaputa e quindi impreparato.

In questo quadro a tinte fosche, tutto serve tranne che caldeggiare la vaccinazione di una categoria rispetto ad altre che, invece, sono maggiormente a rischio Covid e non hanno gli strumenti per poter far sentire la propria voce.

Il ruolo dei rappresentanti della politica, opposizione e/o maggioranza che sia, dovrebbe andare verso il sostegno di coloro che sono a più rischio e con meno tutele.

Sarebbe opportuno evitare i particolarismi e lavorare per un bene comune e universale come il diritto alla salute, evitando scelte politiche fondate sulla disuguaglianza e che non fanno i conti con la realtà e che rischiano di minare la solidarietà sociale e l’altruismo.

Con le imprese in piena crisi, i lavoratori sempre più poveri, con la nuova zona rossa in cui saremmo costretti, non sembra il caso né il momento di affezionarsi ad una categoria in particolare e sprecare energie in azioni che accentuano le già esistenti disuguaglianze tra lavoratori.

Sarebbe il caso di concentrarsi totalmente e affrontare seriamente e con spirito equo l’emergenza sanitaria”.