Basilicata, Quarto: “gli aiuti ai ceti sociali più deboli ci sono, non capisco lo sciopero nazionale indetto contro l’attuale Manovra”. Ecco i dettagli

“Premesso che lo sciopero costituisce un diritto garantito e disciplinato dall’art.40 della Costituzione, il suo esercizio rappresenta una ‘facultas agendi’ che ogni cittadino è libero di esercitare nei modi e nell’ambito delle leggi che lo regolano.

Lo sciopero deve rappresentare uno strumento da considerare nella realtà lavorativa odierna come una extrema ratio, da porre in essere quindi solo in circostanze acclarate, caratterizzate da fondamenta di estrema gravità.

Ebbene considerata la premessa in oggetto asettica e con i connotati di oggettività riesce veramente difficile da capire la decisione di Cgil e Uil di indire per il 16 dicembre uno sciopero generale di portata nazionale contro l’attuale Manovra“.

A sostenerlo il consigliere regionale di FdI, Piergiorgio Quarto che aggiunge:

“La stessa viene considerata sbagliata e completamente priva di riflessi e di aspetti positivi per la collettività.

Diventa importante chiarire subito che parliamo di un Governo, quello di centro-destra in carica da meno di sette settimane.

L’ultima tornata elettorale parlamentare, quella del 25 settembre, del tutto anomala come data ha poi previsto in tempi brevissimi per il neo-esecutivo la formazione e la redazione della legge di Bilancio, da approvare entro il 31 dicembre per evitare ripercussioni economiche gravissime per il Paese come l’esercizio provvisorio.

Parlare di un provvedimento sbagliato come sostengono Cgil e Uil in quanto si accanisce sui poveri, non investe sul welfare, che non ha idea di sviluppo e premia furbi ed evasori appare eccessivo e non rispondente al vero.

Si omette con troppa facilità di ricordare che siamo di fronte ad una manovra che vede la luce in un periodo drammatico dal punto di vista economico, dove sono ancora visibili i devastanti effetti pandemici.

L’evento bellico poi con le gravissime ripercussioni energetiche condizionano ancora aspramente gli apparati economici di tutti gli Stati europei, siamo infatti al cospetto di una crisi internazionale mai vista in passato.

Da ricordare inoltre che il precedente Governo Draghi non ha lasciato in eredità risorse e facili proventi da investire.

E allora perché ricorrere alla piazza per uno sciopero dalla valenza prettamente ideologica?

Considerato che allo stato attuale sono ancora tanti gli emendamenti da discutere per migliorare il testo definitivo attraverso l’iter parlamentare.

Soprattutto occorre valutare che gli aiuti ai ceti sociali più deboli ci sono e hanno anche una portata cospicua.

Il riferimento è ad esempio al taglio al cuneo fiscale che sarà più consistente per chi ha redditi più bassi, il potenziamento dell’assegno unico per le famiglie numerose, l’innalzamento della soglia Isee a 15.000 euro per gli sconti in bolletta.

Ci sono poi molteplici interventi in materia di politica del lavoro premianti la creazione di nuovi posti e non certo il continuare a finanziare come fatto in passato, il mero assistenzialismo con sussidi a vita privi di qualsiasi logica di produttività.

In conclusione attribuire all’attuale Governo gli strumenti per risolvere subito i tanti problemi ereditati appare surreale, ma soprattutto irrispettoso della volontà degli elettori che il 25 settembre si sono espressi a larga maggioranza a favore della coalizione di centro-destra”.

E voi cosa ne pensate?