A due settimane dall’avvio del bonus elettrodomestici, arrivano le prime scadenze per i voucher non utilizzati.
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha stabilito che ogni contributo deve essere impiegato entro 15 giorni dal momento in cui l’utente lo riceve tramite app IO.
L’importo, fino a 200 euro, viene quindi revocato automaticamente come fa sapere quifinanza se il cittadino non conclude l’acquisto entro il termine previsto.
I primi beneficiari avevano ricevuto il bonus il 18 novembre.
Per loro, il periodo utile si è già concluso e le somme non spese rientrano ora nel plafond iniziale da 48,1 milioni di euro, diventando disponibili per chi era rimasto in coda.
Il meccanismo previsto dal ministero prevede che i voucher non utilizzati siano riassegnati in ordine cronologico, sulla base della data e dell’ora di presentazione della domanda.
La nuova disponibilità viene notificata direttamente sull’app IO.
Nel caso di assegnazione, tra i messaggi dell’app comparirà la comunicazione “Hai ottenuto il bonus!”, e l’incentivo sarà visibile all’interno della sezione “Portafoglio”.
Le richieste complessive sono state molto elevate: circa un milione di famiglie ha tentato di ottenere il contributo. Di queste, solo una parte ha potuto accedere alla misura nella prima fase.
Finora i voucher erogati sono 300.000, pari a poco meno di un terzo delle domande presentate.
Nonostante lo scorrimento, un numero significativo di nuclei familiari non riuscirà ad accedere ai fondi.
L’elevato volume di richieste ha rapidamente saturato il budget disponibile, evidenziando un bisogno diffuso di sostituzione degli elettrodomestici domestici.
La misura ha inoltre privilegiato le fasce con ISEE più basso: il 60% dei voucher erogati è stato assegnato ai cittadini con ISEE inferiore a 25.000 euro, che hanno potuto richiedere lo sconto massimo di 200 euro.
Secondo Applia, l’associazione che rappresenta i produttori di elettrodomestici, la domanda così elevata conferma la valenza sociale del bonus, orientato soprattutto verso i nuclei più fragili.
In molti casi, si tratta di famiglie che possiedono apparecchi datati, con consumi energetici elevati. L’associazione ricorda che il parco elettrodomestici installato in Italia è tra i più vecchi d’Europa, con una vita media intorno ai 15 anni.
L’incentivo ha spinto soprattutto l’acquisto di beni essenziali.
Le categorie più richieste sono lavatrici, frigoriferi, forni e piani cottura.
Si tratta di apparecchiature fondamentali nella vita domestica e spesso caratterizzate da minore efficienza nei modelli più datati.
L’effetto del bonus è stato quindi rilevante nel favorire la sostituzione con prodotti più efficienti, anche senza interventi economici di importo particolarmente elevato.
Un altro elemento sottolineato da Applia riguarda l’impatto positivo sulla produzione.
Delle sedici aziende che hanno aderito formalmente alla misura, undici hanno stabilimenti in Italia.
Questo ha permesso, in parte, di sostenere una filiera industriale che rappresenta un segmento importante del Pil nazionale ed europeo.
La misura ha inoltre promosso la sostituzione con prodotti provenienti dal mercato europeo, andando a rafforzare l’intero settore.
L’elevata domanda registrata ha aperto il dibattito sulla necessità di rendere il bonus elettrodomestici una misura stabile.
Tra gli emendamenti alla legge di bilancio, figura una proposta – avanzata dalla senatrice Elena Testor, che prevede la reintroduzione dell’incentivo per il 2026 e il 2027, con un nuovo stanziamento da 50 milioni di euro per ciascun anno.
Il ministro Adolfo Urso, secondo quanto riferito nel corso dei colloqui tecnici, ha manifestato apertura alla possibilità di rendere la misura strutturale. La proposta nasce dall’evidenza che la domanda potenziale resta molto ampia e che il sostegno pubblico si è rivelato determinante per incentivare l’acquisto di dispositivi più efficienti e meno costosi da gestire.




























