Cava di Melfi: “da lì passa l’antico tratturo di San Guglielmo! Gravissimo il rilascio dell’autorizzazione regionale”. La richiesta urgente

Si apra un’inchiesta sul procedimento autorizzativo della  Cava di Monte Crugname”.

È quanto chiedono al Presidente della Giunta Regionale, Vito Bardi, i socialisti lucani oggi (16 maggio) in conferenza stampa nella Sala B del Consiglio Regionale.

Per il segretario regionale del Psi, Livio Valvano:

“la Regione Basilicata ha commesso un errore strategico gravissimo sulla questione del rilascio dell’autorizzazione regionale per l’apertura di una nuova cava, alle pendici del Vulture, all’interno dell’area contigua del Parco del Vulture.

Una zona interessata dalla presenza di beni archeologici sui quali la Soprintendenza di Basilicata sta lavorando per apporre il vincolo di protezione paesaggistica.

Ma si può ancora riparare.

I socialisti di Basilicata chiedono al Presidente Bardi di promuovere un’inchiesta per la scarsa linearità e per alcuni aspetti che con un eufemismo definiamo “forzature”.

Se la politica regionale non è nelle condizioni di indirizzare la macchina burocratica, di questa politica è preferibile farne a meno.

Se dobbiamo essere vittima di decisioni ‘inevitabili’, fatte passare come la semplice applicazione di leggi nazionali, allora cosa ce ne facciamo di un parlamentino e di un governo regionale?

Ma come si possono assecondare quei funzionari regionali che decidono arbitrariamente di non poter attendere ulteriormente le valutazioni della Soprintendenza, cioè di un organo dello Stato che svolge un ruolo delicatissimo?

Il Comune di Melfi ha impugnato gli atti nel 2020 con ricorso al Presidente della Repubblica: come possono i funzionari della Regione chiudere il procedimento senza attendere la pronuncia del Capo dello Stato?

Sciogliamo questa Regione se deve servire solamente a chinare il capo a singoli grandi interessi, a discapito dello sviluppo socio-economico regionale ed alle forze che spingono per annichilire ogni decisione facendole passare come un necessario obbligo di legge, frutto del lavoro di una burocrazia che, in questo come in altri casi, non sembra aver lavorato nell’interesse della Comunità regionale”.

Precisa Raffaele Tantone Portavoce della segreteria regionale PSI:

“Ha ragione il Presidente di Confindustria quando lamenta i tempi lunghissimi per prendere decisioni, come in questo caso.

Non bisognava far perdere tempo e soldi all’imprenditore promotore della cava per dirgli che non è compatibile con quel delicato territorio.

E’ chiaro che così si da l’idea distorta di voler ostacolare l’impresa e l’economia regionale, perchè è proprio questo il compito della politica, quello di dare indirizzi e, quando serve, anche quello di dire no.

La coabitazione tra tutela dell’ambiente e del paesaggio, con il consumo dell’ambiente di cui ha necessariamente bisogno l’industria, è uno degli equilibri più difficili riservato alla nobile arte della politica.

I socialisti che non possono essere lontanamente sospettati per essere affetti dalla sindrome del NIMBY, in questo caso denunciano la Regione per aver commesso tutti gli errori possibili.

Il primo è quello di aver autorizzato una cava dove a regime lavoreranno forse solo 9 persone, rovinando contemporaneamente le produzioni agricole di qualità (uva- aglianico doc, olio, allevamento) presenti su quel territorio che impiegano molto di più di 9 persone.

Il secondo è quello di denunciare l’inesistenza di un progetto regionale, di una strategia di sviluppo visto che non si è capito che quella parte del Vulture (proprio della montagna) ha una chiara vocazione culturale-turistica, per le sue qualità ambientali, naturalistiche, per il collegamento tra il fiume Ofanto e i laghi di monticchio, per la presenza degli antichi tratturi (Via Appia, Via Herculia, Tratturo di San Guglielmo, il Ponte Romano Pietra Dell’Oglio).

Puntare sulla riqualificazione dei borghi di Monticchio con un finanziamento di 20 milioni del PNRR, insieme alla Cava in località Monte Crugname è fortemente contraddittorio ed inconciliabile, è un atto di scellerata inconsapevolezza strategica, fatto da chi, evidentemente, non conosce per niente il territorio regionale.

L’estrazione di un minerale “non strategico” che ostacola la crescita e lo sviluppo del territorio regionale, si contrappone all’idea di elaborare la Carta Archeologica Regionale, in controtendenza rispetto agli indirizzi nazionali ed europei.

Dallo sbandierato obiettivo della “transizione ecologica” ritorniamo alla “restaurazione ottocentesca” di un processo industriale superato dalle più avanzate tecnologie di recupero dei materiali”.

Per il Segretario Valvano:

“In fin dei conti si tratta di un inchino; un atto di accondiscendenza verso un business che vale 150 milioni di euro, per soli 9 posti di lavoro che non è neanche assistito dalla introduzione delle royalties sulle estrazioni di minerale.

Neanche le royalties si è stati capaci di decidere, altro errore.

Un atto di sudditanza che frustra l’interesse dei lucani, svende per niente il nostro territorio, svilisce il rispetto verso le istituzioni.

Per questo chiediamo al Presidente Bardi ed all’assessore Latronico di acquisire il parere finale della Soprintendenza, revocare la delibera, promuovere un’inchiesta sull’intero procedimento.

I socialisti lucani chiedono al Governo Regionale di ristabilire equilibrio tra Imprese, cittadini e Istituzioni, equilibrio che la delibera n. 253 approvata il 4/5/2022 ha palesemente rotto”.

Ecco punto per punto la conferenza stampa che si è tenuta oggi 16 Maggio 2022.

CONFERENZA STAMPA 16 MAGGIO 2022

AUTORIZZAZIONE REGIONALE ALL’INSEDIAMENTO DI UNA CAVA IN LOCALITA’ MONTE CRUGNAME DI MELFI

SINTESI DEL PROCEDIMENTO AUTORIZZATIVO

E DEI PRINCIPALI ELEMENTI CHE HANNO CARATTERIZZATO LA VICENDA.

La Giunta Regionale di Basilicata con la DGR n.253 del 4 maggio 2022 rilascia la Valutazione di Impatto Ambientale e l’autorizzazione mineraria ai sensi della L.R. N.12/1979 per una CAVA di QUARZARENITI (silicio).

Il progetto appartiene alla Cementeria Costantinopoli Srl di Barile (famiglia Rabasco).

LOCALIZZAZIONE

Il progetto è localizzato in località Monte Crugname nel Comune di Melfi, nell’area Nord-Ovest a confine con la Regione Campania, a una distanza di circa 1,5 km dal fiume Ofanto, su di un’area avente una superficie di 228.403 metri quadrati, distante dal centro abitato (quartiere Bicocca) 1,8 chilometri in linea d’aria e 1,5 chilometri dalla Frazione di Foggianello.

Il progetto prevede l’impegno di una superficie complessiva di 163.882,24, suddivisi sulla particella 226 (foglio 78) per 130.899,05 mq., pari all’80% circa dell’intera superficie e il resto di 32.983,19 mq. sulle particelle 229 e 273.

IL MINERALE PRESENTE SULL’AREA – VALORE E OCCUPAZIONE

Il minerale che si prevede di estrarre è composto da 2 tipi litologici: quello prevalente è composto da Arenarie quarzose, micacee, di colore giallastro, mediamente cementate, oltre alla presenza minore di Arenarie quarzose, di colore grigio chiaro, da mediamente a fortemente cementate.

Da questi materiali si otterrebbero sabbie silicee idonee all’utilizzo per la produzione di cemento, calcestruzzo, per l’industria del vetro (per vetri per auto, lampade fluorescenti e schermi di televisioni e computer) e sabbiatura e anime per fonderia.

un volume di materiale estratto di 4.334.782 metri cubi, articolato su un arco temporale di 21 anni, avente un valore di mercato (a prezzi correnti non inferiori a € 35 x Mc) di circa 150 milioni di euro.

A regime il progetto prevede un impiego massimo di soli 9 dipendenti.

LA PROCEDURA DI AUTORIZZAZIONE

L’Iter procedurale parte il 20 aprile 2017 e riceve il primo parere favorevole della Soprintendenza Archeologica di Basilicata in data 29/06/2017.

Successivamente, da quel momento in poi il progetto passa al vaglio degli uffici ed Enti Provinciali e Regionali (Ufficio Foreste, Ufficio Geologico, ARPAB, ASP, Provincia di Potenza che entro l’anno 2019 rilasciano i pareri favorevoli con alcune prescrizioni)

L’Autorità di Bacino concede parere favorevole quasi subito, in data 04/07/2017.

Il Responsabile dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Melfi, in data 07/11/2017 ha espresso il più semplice e obbligatorio parere di compatibilità urbanistica limitatamente alla destinazione d’uso, attestando che trattasi di “AREA AGRICOLA”, di conseguenza compatibile ex legge per l’estrazione di minerali.

Pur non rientrando nelle proprie competenze istituzionali, il Comune di Melfi anche in questo caso, come accaduto per altre vicende industriali (vedi inceneritore ex Fenice), ha fatto valutare il progetto di insediamento della Cava da consulenti esperti in materia ambientale, al fine “migliorare la consapevolezza” in materia di potenziale inquinamento e di rischi per la salute, materia delegata ad ARPAB e ASP.

Il parere ricevuto fu negativo: secondo la valutazione degli esperti del Comune di Melfi non vi erano rischi per la popolazione, anche alla luce dell’assenza del benchè minimo processo di lavorazione chimico-meccanica del minerale che si intendeva estrarre.

Preso atto di tale valutazione tecnica, il comportamento del Comune di Melfi, nella prima fase dell’iter autorizzativo, non si è caratterizzato per una pregiudiziale opposizione al progetto.

La vicenda prende un’altra piega dopo il 05/12/2019.

Nel corso del procedimento vennero fissate 3 riunioni della Conferenza dei Servizi (08/05/2018, 14/03/2019 e 05/12/2019); nella terza riunione del 05/12/2019 “il quadro documentale subì una rilevante variazione” perchè la Soprintendenza “in via cautelativa sospese il parere precedentemente reso nell’anno 2017”, sulla motivata indicazione di elementi archeologici e topografici di grande importanza.

Nella sua nota del 05/12/2019 il Soprintendente Canestrini parla di emergenze archeologiche e, soprattutto, per la prima volta indica la probabile presenza del tracciato della Via Appia e/o di tratturi antichi; per questo il Soprintendente introduce specifiche prescrizioni e chiede tempo per ulteriori approfondimento.

La Conferenza viene rinviata e tenuta a una settimana di distanza; in pochi giorni, il 12/12/2019 si tiene nuovamente la Conferenza di Servizi e si verifica un cambiamento: il Soprintendente CANESTRINI non è più in servizio a Potenza ma è stato trasferito altrove e in sua sostituzione scrive una nota “nuova” di sollecito il Soprintendente Arch. Salvatore BUONUOMO,

A distanza di soli 7 giorni, il nuovo Soprintendente “avverte l’esigenza di chiarire il documento scritto dal suo predecessore 7 giorni prima”, affermando che per quanto riguarda la Soprintendenza sarebbe stato necessario depositare una relazione archeologica da parte della società proponente il progetto; il nuovo Soprintendente, giunto dopo pochi giorni, NON PARLA PIU’ DI VIA APPIA E DI TRATTURI ANTICHI, senza fornire alcuna spiegazione.

La procedura si svolge con ulteriori passaggi “del tutto imprevedibili”.

La società produce il 06/02/2020 la relazione archeologica che il nuovo Soprintendente Buonuomo, valuta sufficiente per concedere il parere “in data 02/04/2020”.

ATTENZIONE: eravamo all’inizio del mese di aprile 2020, cioè a meno di un mese dall’inizio del lockdown deciso dal Governo Nazionale per fronteggiare l’epidemia.

L’intero mondo, Italia compresa, in preda al panico e all’incertezza di cosa sarebbe accaduto, tutti chiusi in casa, ad eccezione di poche categorie di lavoratori necessitati a gestire le emergenze.

Il Soprintendente BUONUOMO, che ha sostituito CANESTRINI, rilascia il parere favorevole con prescrizioni nella fase iniziale del lockdown nazionale, SENZA ACCENNARE PIÙ AI TRATTURI ANTICHI E ALLA VIA APPIA.

A quel punto, i funzionari del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, con grande efficienza, anche loro in pieno lockdown, con la determina. n. 23AB.2020/D.00390 del 27 aprile 2020, (notificata il 4 maggio 2020), rilascia il VIA.

Va sottolineato un aspetto, quanto meno incoerente e discutibile.

Nello stesso periodo iniziale del lockdown per il COVID è in itinere un altro procedimento amministrativo molto delicato, in lavorazione presso lo stesso Dipartimento Regionale all’Ambiente: si tratta della procedura di bonifica del sito industriale inquinato dell’inceneritore Rendina Ambiente (ex Fenice Srl).

Con la nota prot.n.42295/23AA del 10/03/2020, il Dipartimento Ambiente “rinvia la Conferenza si Servizi sul procedimento di Bonifica del sito inquinato, programmata per il 12/03/2020, a seguito dell’entrata in vigore del DPCM 09/03/2020, “a data da destinarsi”.

Si tenga conto che la Conferenza di servizi aveva già acquisito tutti i pareri, nessuno escluso, per cui il Dipartimento Ambiente avrebbe potuto procedere ad emettere il provvedimento finale (che ad oggi, maggio 2022, non c’è ancora).

Insomma, per la procedura di bonifica di un sito inquinato con sostanze tossiche e pericolose, cioè per un fatto grave dove sarebbe stato necessario intervenire, il Dipartimento Ambiente rinvia a causa del COVID e del sopraggiunto lockdown.

Per altra procedura, quella della cava di Monte Crugname, dove non c’erano i caratteri dell’urgenza, considerata anche la condizione di emergenza mondiale, la condizione di “sospensione dei termini amministrativi dei procedimenti”, sia la Soprintendenza che il Dipartimento Regionale all’Ambiente decidono di accelerare e correre, emettendo la favorevole Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) a circa un mese dall’inizio del Lockdown, quando il mondo intero non sapeva come fronteggiare la Pandemia, non c’era la possibilità di fare i tamponi, tanto meno c’erano vaccini o percorsi terapeutici appropriati e tutto il mondo del lavoro, salvo specifiche eccezioni, si era trasferito a casa in modalità smart working, per fronteggiare innanzitutto l’emergenza.

Il Comune di Melfi riceve gli atti del VIA il 04/05/2020; da quel momento si prende atto di tutto quanto accaduto dal 05/12/2019, a partire dal rilievo fatto dal Soprintendente CANESTRINI sulla possibile presenza della VIA APPIA nell’area di progetto e appare subito in tutta la sua evidenza la carenza degli atti proprio rispetto all’osservazione formalizzata dall’ex Soprintendente Canestrini sulla Via Appia.

A quel punto, per approfondire e comprendere quanto stesse accadendo, prendiamo contatti con la Soprintendenza Archeologica di Basilicata e si presenta un colpo di scena: il Soprintendente CANESTRINI che aveva formalizzato la “sospensione del parere” in data 05/12/2019, che era stato trasferito in altra Regione e sostituito pochi giorni dopo il 5/12/2019 dal soprintendente BUONUOMO che ritenne, invece, di chiudere con parere favorevole, “RITORNA AL SUO POSTO” e a Giugno 2020 (dopo circa 6 mesi) lo incontriamo nuovamente nei suoi uffici a Potenza.

E’ un dato di fatto cronologico:

  • il 05/12/2019 l’arch.Canestrini firma la sospensione del parere sul progetto Cava;
  • dopo pochi giorni l’Arch.Canestrini viene trasferito in altra Regione;
  • arriva il nuovo Soprintendente, Arch.Buonuomo, in pieno lockdown, non parla più di Via Appia e rimuove la sospensione che Canestrini aveva sottoscritto il 05/12/2019,
  • chiuso il parere sul progetto Cava Monte Crugname in pieno Locjdown Buonuomo se ne va e ritorna al suo ufficio in Basilicata l’arch.Canestrini.

Con la Delibera di Giunta Municipale n. 71 del 10/06/2020 la Giunta del Comune di Melfi, esaminati gli atti, decide di chiedere alla Regione Basilicata la revoca del VIA e, di impugnare gli atti in via amministrativa.

In data 11/06/2020, con la nota prot.13070 indirizzata alla Regione Basilicata e a tutte le autorità coinvolte, il Sindaco di Melfi chiedeva la revoca del VIA con specifiche motivazioni; l’istanza di revoca del Comune veniva integrata con una seconda nota del 16/06/2020 e successivamente con una terza istanza (assistita da perizia tecnica del Prof. Laricchiuta) contenuta nella nota (prot.n.13820) del 22/06/2020.

In data 22/09/2020 il Comitato Tecnico Regionale per l’Ambiente (C.T.R.A.) prende atto della richiesta di sospensione del parere della Soprintendenza e ritiene comunque di esprimere parere favorevole all’autorizzazione del progetto CAVA.

Ciononostante, la Giunta Regionale non completava l’iter di approvazione con la Delibera di autorizzazione finale.

Da settembre 2020 alla fine di ottobre 2021 non ci sono nuovi elementi se non la conclusione della prima fase dell’indagine archeologica condotta da Comune di Melfi, Soprintendenza e Università di Foggia, oltre alle elezioni a Melfi del 4 e 5 ottobre 2021.

Dopo le elezioni a Melfi, il 27/10/2021 il C.T.R.A. in seno al Dipartimento Regionale all’Ambiente si riunisce nuovamente, da atto della mancata rimozione da parte della Soprintendenza della sospensione del parere che, con specifica nota 22/10/2021 al contrario formalizzava la presenza di un antico tratturo (SAN GUGLIELMO) sul quale sarebbe in procinto di apporre il vincolo paesaggistico, chiedendo ulteriore tempo e mantenendo la determinazione di sospendere il parere.

Ciò nonostante il CTRA conclude l’iter burocratico con parere favorevole e il conseguente trasferimento degli atti alla Giunta Regionale per l’approvazione della delibera contenente l’autorizzazione.

A quel punto (ottobre 2021) la delibera per l’approvazione in Giunta è pronta ma l’assessore regionale all’ambiente G. Rosa non firma la delibera che quindi non viene portata all’ordine del giorno della Giunta Regionale.

La delibera sarà poi approvata il 4 maggio 2022, portata in Giunta dal neo assessore all’ambiente C.Latronico.

RICORSO AMMINISTRATIVO AL PRESIDENTE  DELLA REPUBBLICA

Valutata la presenza di rilevanti anomalie nell’iter amministrativo, nella carenza di motivazione e nella presenza di elementi ostativi al rilascio della autorizzazione, su delega della Giunta Municipale, il Sindaco di Melfi in data 15/07/2020 propone ricorso amministrativo per impugnare la determina di VIA del Dipartimento Regionale all’Ambiente, notificata il 04/05/2020.

Il ricorso viene motivato da una serie di lacune progettuali e procedurali, anche sulla scorta di una perizia tecnica del Prof. O.Laricchiuta.

Alla data odierna (16 maggio 2022) il ricorso è pendente e in attesa di una decisione del Capo dello Stato.

PARCO DEL VULTURE

L’area della Cava “ricade nel perimetro del Parco del Vulture; questo è l’altro elemento che peggiora ulteriormente la qualità della decisione presa dalla Regione Basilicata.

La collinetta di Monte Crugname, ricadente sull’area del bacino idrominerario del Vulture – già di per se sottoposto a vincoli e valutazioni del Dipartimento Ambiente e dell’Autorità di Bacino – fa parte dall’origine della cosiddetta “AREA CONTIGUA” del PARCO DEL VULTURE.

La legge nazionale istitutiva delle aree protette e la legge regionale istitutiva del Parco del Vulture, purtroppo, hanno demandato al regolamento interno, il cosiddetto PIANO DEL PARCO, la disciplina e le eventuali restrizioni per la cosiddetta area contigua che comprende per intero MONTE CRUGNAME.

Ciò significa che se è vero che l’area di cava non rientra nelle aree dove vige il livello di tutela 1 e 2, è però altrettanto vero che rientra nell’area contigua, quindi comunque fa parte del territorio considerato e normato dalla legge istitutiva del Parco del Vulture.

Non appena il Comune di Melfi ha appreso degli esiti dello studio archeologico e della presenza di rilevanti beni presenti in quell’area, il Consiglio Comunale di Melfi ha allargato il perimetro dell’area Parco relativamente al livello di tutela 2 (e livello di tutela 3 per il borgo delle frazioni anch’esse incluse nell’area Parco), con la delibera n.15 del 23/06/2021.

Successivamente sulla stessa materia il Consiglio Comunale è nuovamente intervenuto per aderire a un orientamento espresso dal Dipartimento Regionale all’Ambiente sulla materia della caccia, con la delibera n.42 del 28/7/2021.

Il Consiglio è intervenuto in applicazione della delega contenuta nel comma 3°, art.1, della legge regionale n.28 del 20/11/2017 che attribuisce ai Comuni di allargare l’area parco entro i limiti dell’Area Contigua.

La delibera di Consiglio Comunale è stata notificata a tutte le autorità interessate, a partire dalla Regione Basilicata con la nota del 12 agosto 2021.

Ciò significa che dal 23 giugno 2021 l’area di cava fa parte dell’ampliamento del perimetro del Parco del Vulture, deliberato dal Consiglio Comunale di Melfi e notificato alla Regione Basilicata.

Atto di cui il Dipartimento Regionale all’Ambiente, fino ad oggi, cioè fino alla Delibera del 4/5/2022 con cui ha concesso l’autorizzazione regionale per l’insediamento della Cava, non ha tenuto in alcuna considerazione.

INDAGINE ARCHEOLOGICA 

COMUNE DI MELFI – SOPRINTENDENZA – UNIVERSITA’ DI FOGGIA

Preso atto della probabile sovrapposizione del percorso della Via Appia sul territorio interessato al progetto di CAVA, con la Giunta Municipale di Melfi proponiamo alla Soprintendenza di svolgere uno studio approfondito per dirimere i dubbi circa le emergenze archeologiche ineludibili, come il tragitto della Via Appia, alla luce dell’importanza e del valore di tale ipotesi (segnalata dal Soprintendente) e dal recente impegno del Ministero della Cultura, confermato proprio in questi giorni con la candidatura al patrimonio immateriale dell’UNESCO.

Con la nota del 30/07/2020 (prot.n.16621) il Sindaco di Melfi chiede formalmente alla Soprintendenza di Basilicata di valutare la possibilità di sospendere il parere favorevole a fronte dell’avvio di un’attività di ricerca d’intesa con l’Università di Foggia, ricerca finanziata interamente dal Comune di Melfi.

In data 25/08/2020 viene sottoscritto il protocollo d’intesa a tre (Comune di Melfi, Università di Foggia e Soprintendenza di Basilicata), finalizzato a condurre una prima fase dello studio sul territorio interessato dal progetto di Monte Crugname, al fine di stabilire l’esistenza di emergenze archeologiche di valore (Via Appia e sistema dei tratturi antichi), con l’obiettivo di sviluppare ulteriori approfondimenti tesi a costruire la carta archeologica del territorio di Melfi.

Il Soprintendente Arch.Canestrini, ricevuta la richiesta del Comune di Melfi e sottoscritto il protocollo d’intesa, con la comunicazione datata 05/09/2020 “SOSPENDE IL PARERE IN VIA CAUTELATIVA” e formalizza la necessità di attendere lo svolgimento degli approfondimenti tesi ad identificare la sussistenza di elementi archeologici riferibili alla viabilità antica.

Le attività di indagine partono in agosto 2020, sospese per le condizioni meteo invernali e poi completate nel mese di luglio 2021, con la presentazione in pubblico convegno in data 24/08/2021.

L’esito delle indagini promosse e finanziate dal Comune di Melfi, svolte dall’Università di Foggia insieme alla Soprintendenza di Basilicata producono risultati importanti mettendo in luce rilevanti elementi del patrimonio archeologico:

  1. sulla VIA APPIA la possibilità alternativa che il percorso passi sia attraverso il Ponte Pietra Dell’Oglio che il Ponte Santa Venere;

  2. la identificazione di entrambi i ponti e, di conseguenza, i tracciati di collegamento, come antichi percorsi di epoca romana attribuibili alla VIA APPIA e/o alla VIA HERCULIA;

  3. l’identificazione del percorso del TRATTURO DI SAN GUGLIELMO.

La rilevazione del tracciato del tratturo di SAN GUGLIELMO comporta la ineludibile necessità di apporre il vincolo paesaggistico da parte della SOPRINTENDENZA.

Nel frattempo si arriva a settembre 2021, tempo di elezioni per il Comune di Melfi, dove viene superato per cause naturali “l’ostacolo VALVANO” che, dopo 10 anni (doppio mandato non ricandidabile) viene sostituito dalla coalizione avversaria del centro-destra.

Contemporaneamente, l’arch.Canestrini a fine settembre va in pensione.

Gli atti sono notificati alla Soprintendenza che sconta una situazione di eccezionale carenza di organico.

L’apposizione del vincolo sul tratturo di San Guglielmo richiede la necessità di incarichi tecnici per la identificazione delle aree e delle particelle catastali interessate.

Il Dipartimento Regionale all’Ambiente non ritiene opportuno attendere ulteriormente le attività finali che la Soprintendenza ha comunicato dover svolgere e conclude l’iter autorizzativo.

Va sottolineato, però, che la Soprintendenza, con la comunicazione del 22/10/2021 ha formalizzato la necessità di disporre di ulteriore tempo per le necessarie attività finalizzate alla apposizione del vincolo di protezione paesaggistica.

Ciononostante, i funzionari del Dipartimento Regionale all’Ambiente hanno ritenuto di non dover attendere oltre.

Così accade che, nonostante la notizia dell’intenzione della Soprintendenza di Basilicata di apporre il vincolo di protezione paesaggistica per il tracciato del tratturo di San Guglielmo e nonostante la notizia degli esiti dello studio archeologico che individuano tratturi antichi che interferiscono con il progetto della Cava (Via Appia e Via Herculia), la Regione il 04/05/2022 approva l’autorizzazione per l’impianto Cava in località MONTE CRUGNAME DI MELFI.