Coronavirus Potenza: “Incomprensibile l’ordinanza di Bardi sulla scuola: va chiusa anche l’infanzia”. Cosa ne pensate?

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa della Flc Cgil di Potenza che chiede la chiusura delle scuole dell’infanzia:

“La decisione del Presidente Bardi di sospendere l’attività didattica in presenza per tutti gli ordini di scuole ad eccezione dell’infanzia risulta incomprensibile, sia alla luce del peggioramento del quadro pandemico in Basilicata, collocata da oggi in zona rossa, che rispetto alle indicazioni del CTS.

E’ ormai noto che dei “tre consigli” che il CTS ha fornito al Governo in vista del prossimo Dpcm, ormai in dirittura d’arrivo, il primo riguarda la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, dall’infanzia alle superiori.

Se il primo Dpcm Draghi recepisse questa indicazione, saremmo di fronte a un’accelerazione rispetto all’ultimo Decreto del Governo uscente – che obbligava alla Dad in zona rossa dalla seconda media a crescere -, in ragione dell’aggravarsi della situazione epidemiologica per effetto di varianti più aggressive e contagiose, da fronteggiare con maggiore determinazione e con misure più drastiche nelle regioni maggiormente colpite dal contagio.

In questo caso, tra l’altro, la Basilicata sarebbe costretta a sospendere “in corso d’opera” l’attività in presenza anche per la scuola dell’infanzia, dovendosi uniformare alle disposizioni nazionali, aggiungendo ulteriore confusione all’interno un quadro istituzionale già parecchio destrutturato.

A questo si aggiungono anche ragioni contingenti.

Va infatti, considerato che i bambini e le bambine della scuola dell’infanzia non possono distanziarsi né indossare mascherine protettive, che nella scuola dell’infanzia l’attività didattica si fonda molto sul rapporto empatico e quindi “fisico” con l’insegnante, che rende estremamente difficile, se non addirittura impossibile, mantenere il distanziamento.

Per questa ragione la Flc Cgil di Potenza ritiene indispensabile procedere alla chiusura della scuola dell’infanzia, attraverso una tempestiva modifica dell’ordinanza regionale oppure attraverso singoli provvedimenti dei sindaci, alcuni dei quali si stanno già muovendo in questa direzione, al fine di evitare la propagazione del virus mettendo al riparo docenti, alunni e famiglie”.