POTENZA, ERA STATA ACCUSATA DI DANNO ERARIALE MA ERA VITTIMA DI ESTORSIONE: ASSOLTA PROPRIETARIA DI UNA RICEVITORIA!

Si è conclusa la prima parte del processo (legato alla parte contabile) con la piena assoluzione della titolare di una ricevitoria del Lotto, in via di Giura a Potenza, accusata di danno erariale per il mancato versamento di 244mila euro.

La vicenda risale all’Agosto del 2012 quando la proprietaria della ricevitoria potentina, Marisa Trivigno, vide entrare nel suo locale 5 persone (tra cui una donna) che si spacciavano per tecnici della Lottomatica.

Per ben due giorni la banda di estorsori ha agito indisturbata all’interno della ricevitoria facendo credere alla titolare di dover praticare delle giocate fittizie per via di lavori di aggiornamento, invece le giocate erano vere a tutti gli effetti e quando Marisa ha capito che si trattava di una truffa ha cercato in tutti i modi di farsi ridare le ricevute delle giocate che le avevano estorto con l’inganno.

I 5 falsi tecnici, appartenenti al clan mafioso dei Riviezzi di Pignola, non solo l’hanno minacciata ma hanno anche portato via le ricevute delle giocate andando a riscuotere le vincite altrove.

La denuncia dell’accaduto da parte della Trivigno, per timore, è avvenuta solo una settimana dopo e da qui è partito l’iter delle indagini.

La Procura regionale era ricorsa in appello perché la titolare Trivigno in qualità di concessionaria del gioco del lotto aveva omesso di riversare i proventi del gioco del Lotto per un importo pari a circa 190mila euro.

Intanto Marisa Trivigno, difesa dagli avvocati Romina Galiani e Francesca Paciulo, è stata assolta in primo grado dalla Sezione centrale della Corte dei Conti, che ha rigettato (con sentenza definitiva del 21 Giugno) l’appello della Procura regionale contabile.

Dunque è stata esclusa la sussistenza di un colpevole inadempimento dell’obbligo di riversare le somme mai incassate.

Adesso che la parte contabile del processo si è conclusa non resta che attendere le successive sentenze del filone penale.