Potenza: la Coldiretti scende in piazza con migliaia di agricoltori e centinaia di trattori

Continui ritardi nelle erogazioni dei premi comunitari, difficoltà a gestire le anomalie e agricoltori che rischiano di dover restituire milioni di euro.

E’ la fotografia allarmante del comparto primario in regione segnalata da Coldiretti Basilicata che a Potenza ha incontrato i giornalisti, annunciando una grande manifestazione di protesta/proposta in piazza, nel capoluogo di regione, il prossimo 12 di aprile, con migliaia di agricoltori e centinaia di trattori.

Ha spiegato Antonio Pessolani, presidente regionale di Coldiretti:

“In tutte le sedi istituzionali, abbiamo sempre avuto un atteggiamento propositivo volto a risolvere le problematiche vissute dalle imprese agricole e, per questo, abbiamo proposto soluzioni, le abbiamo dibattute correttamente e, infine, abbiamo  protestato quando le scelte della Politica e delle Istituzioni, non risultavano sostenibili ed utili al settore.

Oggi più che mai, la Coldiretti di Basilicata ritiene che la politica e le istituzioni, per poter superare le criticità, debbano dotarsi di nuovi strumenti legislativi nonché di una organizzazione efficiente, efficace ed integrata tra i diversi settori economici e ancor più rispettosa delle specificità territoriali e degli asset su cui una regione come la Basilicata può e deve puntare.

Ed è per questa ragione che la Coldiretti di Basilicata, prima che i cittadini lucani stabiliscano chi sarà a governare la Regione  per il prossimo quinquennio intende porre all’attenzione dei futuri rappresentanti le criticità ancora irrisolte, e provare a dare una soluzione”.

Per un vero cambiamento, secondo Coldiretti Basilicata, è necessario provvedere alla riorganizzazione della macchina amministrativa regionale e ridurre i formalismi della burocrazia.

Ha evidenziato ancora Pessolani:

“Questo è quanto, assieme ad altri argomenti, Coldiretti Basilicata  ha proposto nei vari incontri con i candidati a Presidente alle elezioni regionali del prossimo 24 marzo”.

Secondo la Coldiretti di Basilicata:

“Dopo le elezioni la Coldiretti riparte da dove eravamo rimasti.

Tanti i problemi ancora non risolti.

Ci sono numerose pratiche agricole che hanno necessità di essere istruite manualmente tramite gli Uffici erogazioni comunitarie in agricoltura (Ueca)  e che  sono per la maggior parte dei casi, ancora bloccate.

I numeri?

Circa 500 pratiche di biologico nel triennio 2016/2018, Mis. 11 non risultano pagate e circa 1000 domande Mis. 13  indennità compensativa nel triennio sono bloccate.

Le istruttorie legate alle domande di semina su sodo e produzioni integrate non sono ancora cominciate per cui non siamo in grado di stabilire quali possano essere le problematiche relative alle istruttorie di queste pratiche”.

Ha poi aggiunto Pessolani:

“In uno degli ultimi incontri a cui la Coldiretti ha partecipato si era stabilito di istituire un gruppo tecnico per gestire la valutazione e controllo delle singole pratiche.

Idea disattesa puntualmentegli uffici Ueca stanno procedendo all’istruttoria autonomamente e stanno notificando gli esiti con la possibilità di proporre osservazioni entro dieci giorni; assurdo per la delicatezza del problema e la dimensione finanziaria del danno.

Pratiche presentate per la prima volta oltre venti anni fa su cui la Regione ha effettuato regolari controlli e che per anni, circa quindici, la Regione e l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea)  ha regolarmente pagato.

Pratiche che hanno subito anche procedimenti di natura giudiziaria ma tutte passate in giudicato perché il ‘fatto non sussiste’ e ora gli agricoltori rischiano di dover restituire milioni di euro”.

Uno scenario che, a parere della confederazione agricola lucana, necessita di un ripensamento della macchina amministrativa sia in riferimento agli iter burocratici e ai processi di autorizzazione sia relativamente alla gestione delle risorse pubbliche.

Coldiretti Basilicata reputa, pertanto, prioritario che si proceda ad una revisione dell’organizzazione istituzionale che, a livello regionale, deve sostanziarsi in una riorganizzazione del Dipartimento delle Politiche Agricole e Forestali.

Nella fattispecie, un ripensamento del ruolo di Ueca e, se utile, potrebbe anche prevedersi la chiusura di Ueca e l’affidamento della gestione di tutti i procedimenti amministrativi direttamente ad Agea, con il conseguente trasferimento del personale nell’organico del Dipartimento Agricoltura, per le funzioni di controllo e vigilanza, ridando efficacia ed efficienza a tutte le politiche di sostegno e sviluppo delegate alla regione.