POTENZA, RITARDI NEL PIANO NAZIONALE: “OLTRE OGNI LIMITE E SENZA GIUSTIFICAZIONE”

Potenza è stata la prima in Italia ad aver beneficiato del “Piano Nazionale Città”,  il progetto firmato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il Comune di Potenza per la riqualificazione delle aree urbane degradate della città, che unisce i finanziamenti pubblici a quelli privati (circa 67 milioni di euro di cui 50,6 milioni per il quartiere Bucaletto).

In particolar modo, sono stati ammessi a finanziamento interventi per 12,3 milioni di euro per realizzare 80 alloggi di edilizia popolare e un parco a servizio del quartiere Bucaletto.

Sui ritardi dell’attuazione del Piano nazionale per la città è intervenuto il capogruppo del Centro democratico, Pietro Campagna il quale ha sottolineato:

“Il Consiglio comunale è stato chiamato ad approvare, nella sua ultima seduta del 18 gennaio, la deliberazione di acquisizione al patrimonio comunale dei 25 alloggi acquistati con il primo stanziamento di oltre quattro milioni di euro assegnati alla Città di Potenza nell’ambito del Piano Nazionale per le Città del 2012.

Che a questo primo passo si sia arrivati dopo oltre un anno dalla stipula dell’atto notarile – 13 novembre 2015 – di acquisto dei predetti alloggi, la dice lunga, molto lunga, sulla inefficacia dell’azione politico – amministrativa del Sindaco, della sua Giunta e di quella maggioranza consiliare che la sostiene, che non si stancano mai di ripetere che operano per il ‘bene della Città’ ma che poi di fatto lasciano nel cassetto le decine di milioni di euro di investimenti, sia pubblici che privati, previsti dal Piano Città e continuano a tenere – per altri due lunghi inverni – nei prefabbricati di Bucaletto venticinque famiglie che avrebbero già potuto essere ospitate in detti alloggi.

E con questa ‘solerzia’ chi sa per quanto tempo ancora ci resteranno in quei prefabbricati prima di potersi finalmente trasferire in una casa vera, così come chi sa tra quanti anni saranno finalmente liberati i suoli dove costruire gli altri cinquantatre alloggi di edilizia sovvenzionata, da realizzare sempre a Bucaletto, con l’altra trance di circa otto milioni di euro già erogati dal Ministero sempre nell’ambito del piano nazionale città.

Così come si continuano a tenere nel congelatore quei 50 – dico 50 – milioni di euro che il partner privato del Piano nazionale per le Città si è impegnato ed è da tempo pronto ad investire in un programma di housing sociale che non ha pari sull’intero territorio regionale e non solo su questo.

Con l’aggravante che se questo programma, forte di ben 200 alloggi, fosse stato sbloccato e avviato, ora avrebbe potuto egregiamente intercettare quel finanziamento triennale di 1.500.000 euro/anno di contributi al fitto, che è tra le misure che il Governatore Pittella ha opportunamente preannunciato per Bucaletto.

E invece, si preferisce ritardare, oltre ogni limite e senza giustificazione alcuna, l’attuazione del Piano nazionale per le Città, che resta certamente uno dei più brillanti risultati che la Città di Potenza abbia mai conseguito, forse perché bisogna diluirne il ricordo per tentare di “mettere il cappello” anche a questo grande programma per evitare l’inevitabile e cocente raffronto con la cruda realtà raccontata da questi trenta mesi di non governo della città capoluogo di regione con un piede a destra e l’altro a sinistra pur di mantenere la postazione.

Senza dire che, per dissimulare il proprio fallimento, da una parte, si continua a ‘puntare il dito’ e si torna periodicamente ad infangare gratuitamente la precedente gestione, mentre dall’altra ci si continua a ‘gonfiare il petto’ per i tanti cantieri aperti in Città dimenticando (???) che anche per quei 27 milioni di euro finanziati con il Fondo di Sviluppo e Coesione (che quei cantieri hanno consentito di aprire) non c’è nulla che si possa ascrivere alla asfittica azione politico-amministrativa di questi ultimi trenta mesi, ma sono anch’essi merito di una politica forse anche troppo ambiziosa, ma certamente molto lungimirante, posta in essere da quella classe politica che si cerca in tutti i modi di screditare (“compromessa”, “lobbista”, “collusa” sono solo alcune delle più benevole aggettivazioni che vengono utilizzate) perché si è ben consci di non poterne reggere assolutamente il confronto in termini di progettualità e di capacità di programmazione, oltre che di onestà e di serietà”.