Giungono rassicurazioni dall’Eni sulle condizioni ambientali e di salute dei lucani: garantita la sicurezza degli impianti del Centro Olio di Viggiano (Potenza).
Tutti gli aggiornamenti e le delucidazione sono state divulgate da una squadra di esperti e tecnici esterni dell’Eni nell’ambito di una conferenza stampa finalizzata ad informare l’opinione pubblica e soprattutto le popolazioni della Val d’Agri.
Numerosi gli interventi atti a spiegare cosa accade nel Centro Olio di Viggiano (dal 31 marzo inattivo in seguito al sequestro da parte della magistratura di due vasche e del pozzo di reinezione di Costa Molino) e lo stato delle attività messe in campo dall’Eni.
Giuseppe Filauro, ingegnere chimico, specialista in ingegneria ambientale nel settore Oil&Gas ha spiegato che per quanto riguarda la sicurezza degli impianti si può stare tranquilli visto che si tratta di strumenti tecnologicamente avanzati capaci di garantire in maniera superlativa la protezione dell’ambiente.
Per quanto riguarda la reinezione delle acque derivanti dall’attività estrattiva, sulla quale particolare attenzione è stata rivolta dai carabinieri del Noe, ha parlato il dott. Fabio Colombo (geologo, specializzato in idrogeologia, direttore per la sede di Milano della Environ spa):
“E’ il metodo più utilizzato nel mondo perchè consente lo sfruttamento ottimale del giacimento, preservandone l’energia e consente di tutelare l’ambiente nel momento in cui le acque vengono ricollocate nel giacimento d’origine, nel quale rimangono isolate senza interferire con l’ambiente circostante.
In altri termini, viene escluso ogni forma di inquinamento, non essendo l’acqua di produzione reiniettata, pericolosa”.
Il dott. Vladimiro Bonamin (chimico, specializzato in moniotoraggio ambientale e tecnologie analitiche, SGS s.a. di Ginevra, Direttore del Dipartimento Ricerca, Sviluppo e Innovazione del settore EHS), per quanto riguarda il monitoraggio dell’aria, ha affermato:
“I dati forniti dalle centraline di monitoraggio intorno al Centro Olio confermano un livello di concentrazione significativamente inferiore ai limiti normativi.
Stesso risultato si è ottenuto da un nuovo monitoraggio effettuato da febbraio scorso nell’area intorno al Centro Olio”.
Nel corso dell’incontro sono stati chiamati a pronunciarsi diversi medici sullo stato di salute dei dipendenti Eni in servizio nel Cova: su 688 cartelle sanitarie è emerso che il 90% dei dipendenti del Centro Olio è in buona salute, sono stati riscontrati solo 6 casi di tumore ma non correlabili ai rischi derivanti dall’esposizione nell’impianto.
L’ultimo intervento è stato affidato al prof. Eros Bacci (biologo, già Ordinario di Ecotossicologia nell’Università di Siena) il quale ha rassicurato il pubblico sullo stato di qualità ambientale e sulla qualità dei prodotti coltivati in Val d’Agri e nel Metapontino.