Coronavirus: ecco la situazione in Basilicata e i dati sull’indice di contagio nazionale

Ancora dati positivi sul fronte Coronavirus.

Diminuisce ancora l’incidenza settimanale a livello nazionale dei casi di Covid: 29 per 100mila abitanti (dal 4 al 10 ottobre) rispetto ai 34 per 100mila abitanti (dal 27 settembre al 3 ottobre).

E’ quanto emerge dal monitoraggio dell’Iss, nel periodo 22 settembre-5 ottobre, che sottolinea come l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,85, al di sotto della soglia epidemica e in leggero aumento rispetto alla settimana precedente (0,83).

Tre Regioni (Marche, Molise e Valle d’Aosta) risultano questa settimana classificate a rischio moderato, rispetto alle 4 Regioni e Province autonome della scorsa settimana (Basilicata, PA Trento, PA Bolzano e Valle d’Aosta).

Le restanti 18 Regioni e Province autonome risultano classificate a rischio basso.

Che i dati fossero in miglioramento per la nostra regione era stato sottolineato anche dalla Fondazione Gimbe nel suo rapporto.

Due Regioni/PPAA, inoltre, riportano un’allerta di resilienza legata ai servizi sanitari territoriali (PA Bolzano e Sardegna).

Scende ancora questa settimana il tasso di occupazione in terapia intensiva: è, infatti, pari al 4,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute del 12/10/2021), rispetto al 4,8% della scorsa settimana, con una lieve diminuzione del numero di persone ricoverate da 433 (5/10/2021) a 370 (12/10/2021).

Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale diminuisce, invece, al 4,6% (la scorsa settimana era al 5,1%). Il numero di persone ricoverate in queste aree è in calo da 2.968 (5/10/2021) a 2.665 (12/10/2021).

E’ in diminuzione il numero di nuovi casi di Covid-19 non associati a catene di trasmissione (4.551 contro i 5.903 della settimana precedente).

La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è invece in lieve aumento (34% contro il 33% la scorsa settimana).

È stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (47% vs 47%).

Dal monitoraggio emerge che la variante Delta rappresenta la quasi totalità dei casi in Italia:

“Questa variante, si sottolinea, è anche dominante nell’intera Unione Europea ed è associata ad una maggiore trasmissibilità.

Pertanto, si raccomanda una più elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria, in particolare nelle categorie a rischio, come strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenuta da varianti emergenti.

Si sottolinea inoltre la necessità di realizzare un capillare tracciamento e contenimento dei casi, di mantenere elevata l’attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale”.