POTENZA, UN CITTADINO PARLA AL SINDACO: “BISOGNA COMBATTERE LA POVERTÀ, NON I POVERI”

La decisione presa da Sindaco di Potenza, riguardante il divieto di accattonaggio e mendicità, ha suscitato sicuramente un dibattito acceso tra i cittadini.

Uno di loro, Valerio Giambersio, ha espresso più che apertamente la sua opinione a riguardo, attraverso una lettera pubblica in cui parla direttamente al sindaco.

Le sue parole non lasciano molto spazio all’interpretazione: ritiene ingiusta la decisione del Comune e fa un appello affinché questa venga ritirata.

Nella lettera afferma:

“Caro Sindaco di Potenza,

ho letto con amarezza e preoccupazione la tua recente ordinanza contro l’accattonaggio.

Il famoso economista e premio Nobel per la pace Muhammad Yunus ha scritto: ‘La povertà non è creata dai poveri, è piuttosto una condizione artificiale nella quale sono costrette persone che hanno le stesse potenzialità di chiunque altro nel mondo’.

Credo che nessuno sia felice di elemosinare e che ognuno avrebbe piacere a vivere una vita dignitosa e serena, come l’abbiamo noi che ‘abitiamo al caldo delle nostre comode case’.

Fatta questa premessa, credo che una comunità che sia messa di fronte al problema della povertà estrema e dell’emarginazione non dovrebbe reagire con divieti e grida manzoniane.

Io voglio vivere in una città inclusiva, che si prende cura di chi è in un momento difficile della sua vita.

Credo che si dovrebbe prendere atto che non tutto è stato fatto per affrontare il disagio di chi non ha mezzi di sussistenza adeguati o non è messo nelle condizioni di avere la prospettiva di una vita dignitosa.

Bisognerebbe per questo predisporre adeguati servizi sociali, sportelli di ascolto, strutture pubbliche di sostegno, mense e dormitori sociali che consentano a chi è in estrema difficoltà, e rischia a volte anche di scivolare nell’illegalità, di ricevere il giusto sostegno.

Per questo si pagano le tasse.

Certo non tutto può essere fatto dal Sindaco, bisognerebbe coinvolgere associazioni, imprenditori sensibili, parrocchie, associazioni datoriali, enti che operano nel terzo settore e singoli cittadini dotati di buona volontà; bisognerebbe guidarli e coordinarli in un percorso che può qualificare la nostra comunità.

Certo, sono interventi che richiedono tempo, risorse ed impegno e sono molto più complicati dell’emissione di semplici divieti; tuttavia il compito della Politica è proprio quello di migliorare la condizione della vita di una comunità.

Bisogna combattere la povertà, non i poveri.

Ridurre il tutto ad un problema di ordine pubblico credo che offenda l’intelligenza e la sensibilità dei nostri concittadini.

Per tutto questo ti chiedo, dal profondo del cuore, di ripensare alla tua ordinanza e di riscrivere insieme a chi crede nei valori umani fondamentali una nuova pagina per la nostra città dove prevalga la sensibilità e non la paura”.

Cosa ne pensate?