Potenza: “decidere se il sistema sanitario lucano deve restare frammentato”, le parole…

“L’incremento del riparto, di circa 30 milioni di euro rispetto all’anno precedente, del fondo sanitario nazionale destinato alla Basilicata è sicuramente una buona notizia per i lucani”.

A sottolinearlo Angelo Summa, segretario regionale della Cgil Potenza per il quale nonostante ciò, ed in considerazione, tra l’altro, che anche la stessa suddivisione del fondo avviene con meccanismi e criteri oggettivi, che nulla hanno a che fare con le soggettività, l’aumento del riparto, e tutto ciò che ne consegue, non possono essere utilizzati per mascherare la situazione di non governo in cui si trova la sanità lucana.

Sottolinea Summa:

“Con l’assessore Franconi si è inaugurata una stagione rischiosa, che sta mostrando l’inutilità, ad oggi, di un assessorato alla sanità di cui ci sarebbe un estremo bisogno.

In otto mesi di governo non abbiamo visto nessuna azione, nessun atto vero di programmazione, nessun indirizzo e coordinamento delle attività socio sanitarie.

La sanità lucana, fortunatamente, gode ancora di buona salute grazie al processo riformatore avviato negli ultimi anni, a partire dalla legge 4 del 2007 di riforma dei servizi sociali e socio sanitari, passando dall’importante legge 12 del 2008 che ha ridotto le aziende sanitarie da 5 a 2.

Nonostante il lavoro fin qui fatto, sono numerose le criticità che ancora permangono, da quella, non più sopportabile, delle liste d’attesa che negano il diritto alla salute, sino al riordino della rete ospedaliera che, seppur rientra nelle prerogative e responsabilità delle aziende sanitarie, non ha visto, da parte del massimo ente regionale, l’adozione di alcun atto di programmazione che provasse a disegnare in modo organico e complessivo la riorganizzazione.

Per non parlare della Legge in materia di politiche tese al contrasto delle tossicodipendenze che la regione avrebbe dovuto recepire emanando una norma regionale.

La Cgil chiede con urgenza un atto di responsabilità alla politica per decidere, se il sistema sanitario lucano deve restare frammentato o bisogna accettare la sfida del cambiamento e dello sviluppo per garantire ai cittadini una sanità equa e di qualità, diffusa in una rete di servizi sul territorio regionale, non frammentata, autonoma nella gestione delle strutture, ma unica nella strategia e negli obiettivi generali.

La Cgil crede nella necessità di perseguire, con determinazione e coraggio, al processo di riordino e realizzare il modello basato sulla rete distrettuale e sui centri di erogazione delle cure primarie, coinvolgendo nel ruolo di programmazione e regolamentazione la regione e gli enti locali”.

Sottolinea il segretario nella nota:

“I Comuni da parte loro, devono, a nostro avviso superare la separatezza ed iniziare a lavorare in sinergia per affermare i principi base di un welfare di cittadinanza.

La sanità lucana, insomma, ha urgente bisogno di recuperare la propria visione e di continuare nel processo di riforma avviato con il piano Sanitario 94/97 e che ha avuto una importante evoluzione negli ultimi anni.

Tuttavia, senza una programmazione regionale che differenzi meglio e qualifichi l’offerta sanitaria, c’è il rischio concreto che si torni indietro, vanificando il lavoro fatto sino a questo momento.

Solo ed unicamente se si faranno scelte coraggiose e se si vorrà proseguire sul cammino delle riforme, facendo prevale gli interessi generali a quelli del consenso elettorale, si potranno realizzare compiutamente le potenzialità del nostro sistema salute”.