“Siamo di fronte ad una grande opportunità, che consentirebbe a Potenza di entrare nel giro delle nuove destinazioni turistiche”! I dettagli

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Coordinamento delle Aree Rurali di Potenza:

“Abbiamo appreso, nei giorni scorsi che la città di Potenza, per decisione della Amministrazione Comunale,
entra nella Rete ‘Italia Smart Working Place’ e si candida a nuova destinazione per il turismo dei lavoratori
digitali.

L’amministrazione ha fatto sapere che ‘ha aperto le porte all’incoming internazionale degli smart workers
per accogliere quanti, in fuga dalle città, desiderano lavorare in mobilità per un certo periodo di tempo,
vivendo un’esperienza autentica all’insegna di uno stile di vita più sostenibile’, precisando che il cosiddetto
‘smart working e long stay rappresenta un nuovo trend per quanti vogliono vivere i territori senza
rinunciare al lavoro, rimanendo connessi con il resto del mondo’.

Traducendo con termini più semplici il linguaggio utilizzato (LSP – Language for Special Purposes, ed in
questo caso specifico “Wikivoyage”), che chi ci governa conosce molto bene, ma non altrettanto tutti i
cittadini, siamo di fronte ad una GRANDE OPPORTUNITÀ (come tutte quelle che capitano o che vengono
colte dai nostri amministratori) che consentirebbe a Potenza di entrare nel giro delle nuove destinazioni
turistiche, così come queste sono ricercate da quanti, lavorando da casa in seguito alle restrizioni imposte
dalla pandemia, vorrebbero farlo conciliando lavoro ed ambiente circostante.

I nuovi lavoratori digitali, infatti, rinunciano all’enorme carico di stress che comporta il lavoro nella metropoli (traffico, smog, tempi di attesa, alti costi della vita, anonimato, etc.) e sono alla ricerca di luoghi autentici, a contatto con la natura, ma dove poter contare su nuove forme di buon vicinato e su servizi di prossimità.

Il Coordinamento delle Aree Rurali di Potenza ritiene che questa sia effettivamente una buona notizia,
suggerendo alla Amministrazione Comunale di declinare l’offerta in modo più dettagliato.

Immaginando che quanti dovessero scegliere la nostra città per questo tipo di esperienza non lo faranno
per abitare in centro storico (quali abitazioni, e a quali costi, e a contatto di quale natura?), né
probabilmente nelle periferie storiche, ma nelle aree rurali (perché altrimenti trasferirsi a Potenza da
Napoli, Milano, Torino?), sarebbe opportuno mettere l’accento sullo stile di vita molto spartano e frugale
che li attende: molto spesso senza rete gas, quasi sempre senza servizi di fogna, sempre strade piene di
buche e senza marciapiedi, nella quasi totale assenza di segnale digitale.

Insomma, sarebbe come tornare indietro nel tempo, come si viveva fino a 70 anni fa.

Un esempio di turismo esperenziale vero, sul quale la APT potrebbe imbastire una nuova ed originale campagna di comunicazione e promozione.

O al contrario, essere – questa sì – l’opportunità per fare i conti con una situazione di mal governo di lunga
data e comprendendo le significative potenzialità delle Aree Rurali cittadine, mettendo finalmente in
agenda interventi ed azioni di medio periodo, a vantaggio dei residenti, di tutti i cittadini e, anche, dei
potenziali ospiti. Altrimenti, anche questa diventerebbe l’ennesima opportunità svanita.

Il Coordinamento delle Aree Rurali di Potenza da tempo chiede un confronto aperto con la Amministrazione
e con tutto il Consiglio Comunale, sollecitando la messa in campo di organi di rappresentanza adeguati a far
emergere le voci e le proposte per portare anche questa parte del territorio cittadino nel nuovo millennio”.