Stellantis di Melfi: “Non si possono perdere oltre 4500 posti di lavoro. Va costruita una grande vertenza”! I dettagli

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Giovanni Rivecca, del PRC (Rifondazione Comunista) Basilicata del dipartimento lavoro:

“La fusione che c’è stata fra FCA e PSA che ha portato a costituire il quarto gruppo automobilistico più grande del mondo.

Stellantis parlava già del taglio di posti di lavoro nello stabilimento di Melfi, 2000 esuberi, più il taglio di commesse ad alcune ditte dell’indotto e della logistica.

Stellantis di Melfi comunica ai sindacati che toglieva una linea per fare la produzione che faceva su due linee su una soltanto, per ridurre i costi.

Il 25 giugno tutti i sindacati firmano l’accordo che prevedeva zero esuberi, i contratti di solidarietà per tutto lo stabilimento e la rimozione di una linea.

Tutto questo dopo che il governo ha vergognosamente regalato 6,3 miliardi di euro a Stellantis senza chiedere il mantenimento dei posti di lavoro e la produzione in Italia, tenuto conto anche della dichiarazione di Stellantis che con la produzione dell’auto elettrica dal 2024 ci saranno 3000 esuberi strutturali.

Dopo che Stellantis ha detto che a settembre toglie le commesse alla Logistica, il 22 luglio alle ore 6 parte lo sciopero dei lavoratori della Logistica e dell’Indotto di Melfi, con adesioni del 100% allo sciopero proclamato dai sindacati.

Lo sciopero di Logistica ed indotto ha fermato la produzione della Stellantis per il venir meno delle forniture, essendo quello dell’auto a San Nicola di Melfi un sistema integrato.

Nessun posto di lavoro deve andare perduto.

Non si possono perdere oltre 4500 posti di lavoro a San Nicola di Melfi.

Stiamo parlando di donne e uomini, dei loro figli ed anche delle popolazioni e dei territori che vivono anche della presenza di quei redditi.

Va costruita una grande vertenza, con Stellantis, il governo nazionale e quello regionale, che chiede la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario e la creazione di occupazione nei beni comuni anche con intervento diretto dello Stato e della Regione.

Non si può accettare la logica che vede salvare le imprese, non tutte, ed abbandonare lavoratrici, lavoratori e territori all’impoverimento ed allo spopolamento.

Si può sconfiggere questa logica che ci vede perdenti negli ultimi decenni?

Rifondazione Comunista ritiene che si può sconfiggere, ad una condizione, che si sia uniti e che ci sia una piattaforma che contemperi tutte le esigenze, di lavoro, di reddito, di diritto alla vita in una società che difende l’ambiente e la pace”.