Basilicata, Coronavirus: “Non si può morire per i ritardi del sistema sanitario”. L’appello

Dopo gli ultimi decessi in Regione Libera Basilicata e Anpi Basilicata in un comunicato congiunto:

“denunciano la grave situazione che si sta registrando nella regione a seguito degli ultimi casi di decesso per Covid 19 riscontrati.

Le ultime vittime sono decedute dopo aver chiesto per giorni un test che è arrivato solo quando, ormai, era troppo tardi.

Sono tanti i cittadini lucani che accusano sintomi chiari di patologie delle vie respiratorie, ai quali, tuttavia, non viene effettuato il tampone né vengono prestate le attenzioni necessarie.

Libera e Anpi chiedono che il tampone venga eseguito a tutti i cittadini che ne facciano richiesta.

Bisogna intervenire subito prima che sia troppo tardi.

Un’ulteriore attesa rischierebbe concretamente di far propagare il virus in maniera massiccia.

Il modo più efficace per prevenire le infezioni da nuovo coronavirus e interrompere la catena di contagio è quello di fare i test, perché non si può fermare la pandemia in atto se non sappiamo chi è infetto.

Oltre alle politiche di distanziamento sociale decise e alle misure di prevenzione personali, la reale spina dorsale per contrastare la diffusione del virus è effettuare tempestivamente i test per capire chi è positivo o meno, isolando e assistendo i contagiati in strutture controllate e idonee.

Sulla gestione dello screening dei contagi, nella Regione Basilicata, si registrano ritardi e criticità dovuti a cambi di strategie politiche, a errori e carenze.

La risposta al virus, da parte della Task Force regionale, non è stata uniforme, questo avrebbe portato a una criticità nel capire l’effettiva diffusione della malattia e nei sistemi di contenimento del virus.

Libera Basilicata e Anpi Basilicata chiedono dati dettagliati per capire quanti deceduti siano state vittima dei ritardi nell’avvio della terapia e quanti, invece, hanno dovuto soccombere per causa di patologie pregresse.

E’ corretto prendere atto e ammettere che la Regione non possiede i dispositivi di protezione individuali necessari per far fronte alle esigenze degli operatori sanitari e dei cittadini.

E’ altrettanto necessario assumersi la responsabilità della lentezza con cui vengono processati i tamponi.

Libera e Anpi chiedono alle Istituzioni e alle forze politiche e sociali un impegno serio e democratico, chiedono uno sforzo notevole perché venga garantito a tutte e tutti il diritto all’assistenza sanitaria di qualità.

Il diritto alla salute è molto più che una comoda frase che gli operatori sanitari, i rappresentanti istituzionali, i gruppi della società civile brandiscono nella vaga speranza che ciò possa cambiare il mondo.

Il diritto alla salute è uno strumento legale, un cruciale e costruttivo strumento a disposizione del settore sanitario per fornire le migliori cure ai pazienti e per rendere responsabili i governi regionali, nazionali e la comunità internazionale”.

I dettagli.