Cova di Viggiano, proroga concessione petrolifere: “Ancora nessuna decisione da parte del Ministero dello Sviluppo economico”

“La concessione del Centro Oli Val d’Agri ‘Cova’ di Viggiano (PZ), il più grande polo petrolifero d’Italia e uno dei più grandi a livello europeo, è scaduta da oltre un anno.

Ad oggi, non risulta ancora nessuna decisione da parte del Ministero dello Sviluppo economico in merito alla richiesta di proroga della concessione avanzata da Eni“.

A dichiararlo l’onorevole Gianluca Rospi, presidente di Popolo Protagonista, che ha interpellato il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli per conoscere:

“lo stato dell’arte delle procedure di proroga della concessione.

Ho chiesto al Ministro quali iniziative di competenza intenda assumere per verificare se l’Eni abbia adempiuto agli obblighi derivanti dai decreti di concessione, se sia stato completato il programma di estrazione previsto dalla concessione oggetto di proroga da parte della compagnia petrolifera e se siano state attuate tutte le procedure di bonifica e messa in sicurezza relative agli sversamenti avvenuti negli anni.

A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina come diceva Andreotti: sarà mica che il Movimento 5 Stelle, una volta raggiunto il potere, si è dimenticato delle battaglie in favore dell’ambiente condotte quando era all’opposizione?

Nel corso della sua attività estrattiva il ‘Cova’ è stato più volte al centro di procedure giudiziarie a causa di diversi sversamenti avvenuti e che, in particolare, tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 si sono verificate numerose perdite di petrolio che, secondo i dati diramati dal Ministero dell’Ambiente e dall’Eni, si attestavano in circa 400 tonnellate di greggio con la contaminazione di circa 35 mila ettari di terreno“.

Nell’interpellanza parlamentare l’onorevole Rospi ricorda, inoltre, che anche:

“nel luglio 2020 si sono verificati nuovi episodi relativi la sicurezza del ‘Cova’, quando dalla torcia di sicurezza del Centro Oli sono fuoriuscite alcune fiammate anomale e dai camini dell’impianto del fumo, accompagnato da un forte odore di zolfo, che hanno portato ad attivare il piano d’emergenza interno”.

Rospi, infine, si chiede:

“se sia previsto, nell’ambito della proroga della concessione, un programma di sviluppo ambientale ed ecosostenibile da parte di Eni, che porti ad una transizione dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili per la regione Basilicata”.