Depuratore a Potenza: “opera di un certo valore storico di cui la città dovrebbe riappropriarsi”

“Si riaccendono i riflettori sull’antico depuratore della città di Potenza, un’opera di un certo valore storico di cui la città dovrebbe riappropriarsi”.

Si legge in una nota diffusa dal capogruppo di Forza Italia, Fabio Dapoto:

“Costruito agli inizi del XX secolo, il depuratore rappresenta una costruzione modernissima firmata Girolamo Ippolito, ingegnere e accademico italiano, riconosciuto come iniziatore, in Italia, del trattamento delle acque reflue, dell’Ingegneria Sanitaria e della Geotecnica, a cui oggi è intitolato il Dipartimento di Ingegneria Idraulica e Ambientale dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

L’impianto venne realizzato dall’impresa ing. V. Capuano e la direzione tecnica dei lavori, curata del Regio Genio civile di Potenza, venne affidata all’ ing. Ippolito.

I lavori iniziarono nel 1933 e l’impianto entrò in funzione il 21 ottobre 1935; venne poi inaugurato il 28 ottobre dello stesso anno.

Sono diverse le pubblicazioni che, nel corso degli anni, ci testimoniano l’unicità dell’impianto che risulta essere il primo del suo genere in Italia e tra i primi in Europa.

Quest’opera di ingegneria idraulica, così come era stata pensata e realizzata, si integrava perfettamente sia con la città che con l’ambiente.

L’ubicazione dell’impianto era stata studiata al dettaglio, in modo da salvaguardare il fiume Basento nei regimi di minima portata, e assicurare costantemente l’irrigazione di ampi appezzamenti di terreno destinati alle attività agricole.

Negli ultimi mesi mi sono interessato all’argomento, sostenendo l’idea di dover riportare alla luce un tesoro da pochi conosciuto nella nostra città.

Il depuratore storico di Potenza rappresenta un’opera di alta ingegneria idraulica realizzata agli inizi del secolo scorso nella nostra città.

Questo depuratore fu il primo in Italia a restituire acque depurate e nel contempo a produrre metano riconvertito in energia elettrica come i più moderni impianti di biomassa realizzati oggi.

E’ grazie a questo impianto che si sono riuscite a salvaguardare, in passato, le condizioni igienico sanitarie della popolazione e della città stessa.

Perché quindi non riqualificare e bonificare quell’area, riportando alla luce non solo una memoria storica cittadina ma pensare anche di realizzare i nuovi uffici dell’ Acquedotto Lucano presso questo impianto?

Sono diverse le istituzioni che hanno segnalato interesse per quest’opera e più recentemente, grazie all’importante lavoro di ricerca degli ingegneri Carta e Cafarelli e del Professor Masi, sembrano, essersi fermati momentaneamente, i lavori di abbattimento del vecchio depuratore della città. Ma il problema permane.

Sarebbe opportuno salvaguardare un’opera di un certo valore storico, un bene monumentale che fin dagli anni ’30 ha rappresentato un progetto ingegneristico sperimentale, realizzato, senza eguali in Italia.

Sappiamo tutti che gli uffici dell’Acquedotto Lucano sono in locazione con un canone annuo di circa 400 mila euro.

Una spesa ingente se pensiamo che diversi locali non sono più a norma o si ha difficoltà anche di parcheggio presso gli uffici.

Perché non pensare di ristrutturare il vecchio depuratore, bonificare l’area dove è collocato e creare in quell’area industriale i nuovi uffici dell’Acquedotto Lucano?

In questo modo l’area industriale verrebbe riqualificata, il vecchio depuratore potrebbe essere oggetto di studi e visite guidate e gli uffici dell’Acquedotto avrebbero una collocazione sicuramente più consona di quella attuale.

Inoltre, si continuerebbe con la filosofia dello sviluppo sostenibile che l’ing. Ippolito aveva in mente quando ha realizzato, agli inizi del XX secolo, questo impianto di depurazione ancora oggi modernissimo”.