Assistenza persone anziane: a questo importante convegno a Roma, in rappresentanza della Basilicata, il Direttore Generale della Asp. Ecco le sue parole

Il Direttore Generale della Asp Basilicata Antonello Maraldo ha partecipato a Roma al venticinquesimo annuale della Fiaso, portando l’esperienza dell’Azienda Sanitaria Locale di Potenza impegnata anche nella salvaguardia e tutela delle persone anziane.

Un appuntamento d’eccezione per la Asp in cui sono stati affrontati ad ampio spettro i temi della sanità nazionale con le sfide e i cambiamenti del futuro intesi anche a livello territoriale.

Molteplici le tematiche su cui i vari relatori sono stati chiamati ad intervenire, a partire dal cambiamento della sanità pubblica che mette la persona al centro della cura e della tecnologia, fino ad arrivare alle tematiche dettate dal Dm 77 che cambierà completamente il modo di vedere la sanità italiana anche grazie alla realizzazione delle case della salute e case della comunità.

Si è discusso anche di telemedicina affrontando anche quelle che sono le criticità e le prospettive da mettere in campo per un miglioramento del Ssn, ospedali di comunità e Cot e ruolo delle Aziende Sanitarie locali nella realizzazione dei ‘Green Hospital’.

Non sono mancati i riferimenti a quanto avvenuto nel post-pandemia in cui sono emersi gli effetti di anni di definanziamento del sistema sanitario che in un’emergenza come quella del Covid è apparso a tratti impreparato ed inadeguato a fronteggiare l’imprevedibilità del virus.

Ma è proprio da lì che si è ripartiti lavorando con consapevolezza al ruolo pubblico del servizio sanitario nazionale chiamato a scelte innovative di politica sanitaria.

Presenti i Direttori Generali di tutte le aziende sanitarie e degli ospedali nazionali oltre che il Ministro della Salute Orazio Schillaci con esponenti parlamentari e sottosegretari.

Il Dg della Asp Antonello Maraldo, unico relatore per la Basilicata, è intervenuto nella sessione dedicata alla Sanità rivolta alla terza età, con riferimento alla Legge 33 del 2023 ed alle prospettive reali per una riforma a servizio degli anziani.

Il Dg nel suo intervento ha detto:

“La sanità è chiamata a costruire un nuovo modello organizzativo di assistenza territoriale per cui bisogna lavorare su tecnologia e specializzazione, ricerca e innovazione per dare risponde su tutto il territorio e per tutte le fasce d’età”.

Parlando della sanità rivolta agli anziani, Maraldo ha sottolineato come:

“il processo di invecchiamento produca cambiamenti legati all’individuo come elemento a sé stante per cui le offerte del servizio sanitario nazionale e regionale, in particolar modo, debbano essere dirette a tutelare ogni persona soprattutto là dove vi sia una sovrapposizione di malattie croniche degenerative”.

In riferimento alla Legge 33/23 Maraldo ha evidenziato che:

“quattro sono i punti fondamentali da perseguire:

  • inclusione sociale; invecchiamento attivo;
  • dignità e autonomia dell’anziano;
  • prevenzione della fragilità.

Ogni obiettivo va diretto a persone anziane non autosufficienti mediante un’implementazione dell’assistenza sociale, di quella sanitaria e di quella socio-sanitaria soprattutto là dove ci sia una persona sola”.

A tal proposito il Dg Asp ha ricordato come:

“i nuclei monopersonali in Italia aumentano ogni anno e, stando ai dati ultimi del Sole 24 Ore, rappresentano ad oggi il 33% delle famiglie.

Per cui è opportuno che il SSN intervenga con attività di partecipazione e solidarietà rivolte alle persone anziane, con fasi di ascolto e supporto psicologico ed alla socializzazione permettendo ad ogni anziano di continuare a curarsi presso il proprio domicilio mediante il supporto di una rete che veda part attiva le farmacie territoriali e gli erogatori dei servizi sociosanitari”.

Importante anche definire, nella crescita quotidiana della persona anziana, l’alfabetizzazione informatica e l’uso delle nuove tecnologie per garantire una autonomia gestionale del proprio tempo.

Ha aggiunto Maraldo:

“Va dunque attuato un percorso di prevenzione delle fragilità valutando a tutto tondo le capacità e i bisogni di natura sanitaria, sociosanitaria e biosociale della persona affetta da patologie croniche suscettibili di aggravarsi con l’invecchiamento.

In questa strategia entrano in gioco i Punti Unici di Accesso (P.U.A.) chiamati ad attuare attività di screening per individuare i fabbisogni assistenziali di cui necessita la persona garantendo l’accesso alla rete sanitaria e sociosanitaria oltre che ai servizi erogati in continuità”.

Differente il discorso sulle persone anziane non autosufficienti, per le quali le misure da attuare vanno verso la definizione del Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente.

E quindi verso una programmazione integrata di servizi, interventi e prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali, ma anche verso l’individuazione dei Leps in un’ottica di integrazione con i Lea.

A conclusione, “occorrerà adottare sistema di monitoraggio dell’erogazione e sanzionatorio in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi.

Strumento adeguato per raggiungere la coplementarità assistenziale per questi soggetti, è far agir insieme le strutture residenziali assistenziali, il privato convenzionato, e l’offerta proposta dal Ssn con i servizi territoriali legati a Case della comunità, infermieri di famiglia, unità di continuità assistenziale, ospedali di comunità”.

Su questi strumenti occorre lavorare on cognizione di causa, tenendo conto delle arie realtà regionali e territoriali che, in alcuni casi, presentano evidenti criticità.

Va detto che nell’offerta dei servizi sanitari giocano un ruolo chiave le difformità territoriali, per cui questa tipologia di paziente rischia di non poter fruire delle cure aggiornate ed efficaci erogabili nei contesti ospedalieri tradizionali, per cui occorre garantire appropriatezza allocativa delle cure per evitare ritardi, complicanze burocratiche ed ulteriori snodi che rallentino l’erogazione delle cure.