GERARDO DELLE CANTINE DEL NOTAIO RACCONTA LA SUA STORIA: “NEL VULTURE ABBIAMO UN TESORO UNICO AL MONDO E VA VALORIZZATO”

Il vino più invecchia e più è buono.

E se ci sono ben 7 generazioni alle spalle allora possiamo dire, senza ombra di dubbio, di essere in presenza di un’eccellenza come poche al mondo.

L’azienda Cantine del Notaio di Rionero getta le radici in tempi lontani in un’antica tradizione di famiglia.

Il senso che traspare dal racconto del dottor Gerardo Giuratrabocchetti, leader dell’azienda, sembra quasi di una predestinazione a quella che sarebbe diventata, molto presto, la missione di una vita.

“Avevo 7 anni – spiega il dottor Giuratrabocchetti – quando mio nonno Gerardo mi indicò ufficialmente quale erede di una vigna che era al tempo stesso il frutto di un lavoro di famiglia, di un amore speciale per il vino e per la terra”.

Ma prima di mettersi al capo di un progetto imprenditoriale oggi conosciuto in tutto il mondo, Gerardo ha affrontato una lunga carriera accademica: la laurea in Scienze Agrarie, la ricerca scientifica (in collaborazione con varie Università italiane) sulle potenzialità enologiche del vitigno considerato il più importante del Sud Italia.

Una personalità dal lavoro incessante e che si traduce anche in importanti riconoscimenti, ne vogliamo citare uno: Gran Medaglia di Can Grande nel 2001 (Ministero delle Politiche Agricole), per aver apportato un determinante contributo alla viticoltura ed alla valorizzazione dell’enologia italiana.

Il grande momento arriva nel 1998, in concomitanza del quarantesimo compleanno di Gerardo.

“Una decisione presa assieme a mia moglie Marcella senza la quale tutto questo non sarebbe stato possibile. Lei è stata e continua ad essere una colonna portante, la chiave di un sogno che si sta realizzando”.

Dal nonno l’eredità di una terra, dalla moglie il sostegno incondizionato. Nel mezzo si insedia il padre Consalvo: è da lui che deriva il nome “Cantine del Notaio”.

“Mio padre è stato un Notaio di grande importanza a Rionero e in Basilicata. A lui ho voluto dedicare l’azienda, quale testimonianza di un rapporto di stima e rispetto che ho sempre nutrito nei suoi confronti”.

Tant’è che le etichette dei vari prodotti derivano dal linguaggio notarile: Il Protesto, L’Atto, Il Sigillo, La Firma, Il Repertorio, Il Preliminare, L’Autentica, La Parcella, Il Rogito, Il Passaggio, La Postilla, La Stipula.

Il filo conduttore della famiglia prosegue poi con gli eredi e con i collaboratori dell’azienda, tutti uniti nel segno di una grande missione: la valorizzazione dell’Aglianico del Vulture, vero legante di tutte le comunità che abbracciano l’antico vulcano.

“Dobbiamo essere consapevoli – spiega  Giuratrabocchetti – che abbiamo tra le mani un tesoro unico al mondo. Ma bisogna crederci, lavorare affinché tutto il mondo spalanchi gli occhi su questa grande terra. La valorizzazione dell’Aglianico del Vulture fa rima con cultura, turismo, storia, economia sostenibile, ambiente, sole ed energia. Non abbiamo nulla da invidiare a nessuno: abbiamo tutto.

Voglio citare un esempio sul quale ho intenzione di puntare molto: la città di Rionero ha migliaia di cantine sotterranee, un labirinto di storia dal fascino indiscutibile. Proviamo ad immaginare cosa produrrebbe una valorizzazione di questo sito straordinario. La cultura e il turismo sono la nostra salvezza e il nostro vanto”.

E valorizzare una cantina scavata nel tufo significa anche dare la giusta enfasi all’Aglianico del Vulture:

“Personalmente la considero una cassaforte. Avrei potuto conservarlo in qualsiasi altro luogo, ma le proprietà scaturite da un sito del genere sono uniche al mondo: è questo che dà al nostro Aglianico del Vulture un gusto inimitabile”.

Perché questo è il lavoro vero e proprio, fatto d’amore, di costanza, di cura. La responsabilità di continuare a coltivare un vitigno che si perde nella notte dei tempi, già noto ai Greci e omaggiato dal latino Orazio.

Una tradizione plurimillenaria che non ha mai smesso di guardare al futuro grazie alle continue sperimentazioni nelle quali l’azienda ha sempre investito.

Così, dalle superbe distese dei vigneti tra Maschito e Ripacandida, all’ombra del gigante buono “Vulture”, le Cantine del Notaio raccontano di una storia che ci rende tutti orgogliosi.

E che, ci auguriamo, continuerà per mille generazioni.

Di seguito alcune foto dell’azienda.