Francesco Mario Pagano è nato a Brienza l’8 Dicembre 1748 e nella sua vita non è stato solo un politico, ma anche giurista, filosofo e drammaturgo italiano.
Proveniente da una famiglia di notai, all’età di quattordici anni decise di trasferirsi a Napoli da suo zio Nicola dopo la morte del padre, dove ultimò gli studi classici guidato da Gerardo De Angelis, da cui apprese anche gli insegnamenti di latino, greco, ebraico.
Frequentò poi i corsi universitari, laureandosi in giurisprudenza nel 1768.
Dopo aver ricoperto il ruolo di insegnante all’Università di Napoli, nel 1796 fu incarcerato e accusato da un avvocato di corruzione e di cospirare contro la Monarchia, ma venne liberato nel 1798 per mancanza di prove.
Scarcerato il 25 luglio del 1798, trovò riparo clandestinamente a Roma, dove fu accolto dai membri della Repubblica Romana.
Dopo lasciò la capitale andando per un breve periodo a Milano e dopo la fuga del re Ferdinando IV a Palermo, fece ritorno a Napoli il 1º Febbraio 1799, diventando uno dei principali artefici della Repubblica Napoletana.
Durante questo periodo le sue proposte sulla legge feudale furono di fondamentale importanza: si mantenne su posizioni piuttosto moderate e sul progetto di Costituzione della Repubblica Napoletana.
Quando però cadde la Repubblica, Pagano, dopo aver difeso con le armi la città assediata dalle truppe borboniche, venne arrestato e rinchiuso nella “fossa del coccodrillo”.
Venne poi trasferito nel carcere della Vicaria e ai primi di Agosto nel Castel Sant’Elmo.
Giudicato con un processo celere e approssimato, Pagano venne condannato a morte per impiccagione.
Fu giustiziato in Piazza Mercato a Napoli il 29 ottobre 1799, assieme ad altri repubblicani.
Pagano poi salendo sul patibolo pronunciò quest’ultima frase:
“Due generazioni di vittime e di carnefici si succederanno, ma l’Italia, o signori, si farà”.
A Potenza la piazza più rappresentativa della nostra città porta il suo nome e venne progettata da Iurlo nel 1838.
La sua costruzione ebbe però inizio nel 1844 sotto le direttive dell’architetto Giuseppe d’Errico.
Negli anni poi è cambiata fino a raggiungere l’aspetto attuale realizzato dal progetto dell’architetto Gae Aulenti nel 2007.
Un luogo simbolo della cultura e della bellezza della nostra città, conosciuta da molti.