“Il futuro della mobilità europea non può essere solo elettrico: bisogna dare spazio a tecnologie alternative”.
Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Francesco Cupparo, a sostegno del “pressing” del Ppe in Parlamento europeo alla vigilia dell’importante decisione che la Commissione europea assumerà il 5 marzo prossimo con ripercussioni dirette sull’attività del Gruppo Stellantis e di conseguenza sullo stabilimento di Melfi.
Cupparo sintetizza la posizione del Ppe condivisa dalla grande maggioranza degli assessori regionali alle Attività Produttive:
“L’obiettivo di porre fine alle vendite di auto con motore a combustione interna entro il 2035 sembra più irrealistico che mai.
Il divieto imminente del 2035 sui motori a combustione interna dovrebbe essere revocato per riflettere la neutralità tecnologica.
Quindi non diciamo solo “no” allo stop ai motori a combustione interna dal 2035 ma intendiamo affrontare tutti i temi chiave per la competitività del comparto auto europeo e le esigenze della transizione.
Questo è il punto centrale della proposta, che chiede una revisione delle politiche attuali per permettere la vendita di veicoli con motori a combustione che utilizzano biocarburanti e altri combustibili alternativi anche dopo il 2035.
Si chiede pertanto che l’Ue avvii la revisione della legislazione sul divieto già nel 2025 anziché aspettare il 2026, come precedentemente previsto.
L’intento è di “correggere” la legge che porterebbe progressivamente verso il divieto dei motori a combustione.
Si propone dunque un approccio tecnologico neutro, non limitato solo alle auto elettriche, ma che includa anche i carburanti alternativi, come i biocarburanti e i carburanti sintetici.
Infine, pensiamo a “misure di sollievo temporanee” per i produttori auto, con l’intento di evitare multe ai soggetti che non rispettano la legislazione in vigore già nel 2025.
Tra le misure suggerite, la valutazione della conformità in base a una media triennale o l’adeguamento temporaneo del metodo di calcolo delle sanzioni per tenere conto delle auto prodotte e non solo di quelle immatricolate.
E’ questa una strategia che punta a salvaguardare l’attività che prevede 150mila auto a Melfi e l’occupazione durante quest’anno segnato dall’intenso cronoprogramma di avvio della produzione di nuovi modelli a Melfi.
Una strategia sulla quale abbiamo registrato nelle ultime settimane la condivisione di Confindustria e dei sindacati lucani.
L’obiettivo è salvaguardare il futuro di un settore vitale, pietra miliare dell’economia europea, che impiega oltre 13 milioni di persone e contribuisce per circa il 7% al Pil dell’Ue, promuovendo al contempo gli obiettivi climatici e quelli sociali più ampi”.