AL SAN CARLO DI POTENZA DALL’AFRICA DOPO ESSERE RIMASTO FERITO IN UN ATTACCO TERRORISTICO: QUESTA LA STORIA DI AHMED

Nuovo esempio di buona sanità al San Carlo di Potenza.

Come si legge sulla pagina Facebook dell’Ospedale:

“Ahmed, un cooperante somalo che lavora per una Omg inglese allo sminamento degli ordigni disseminati dai guerriglieri islamisti di Shaabbab, filiale qaedista del Corno d’Africa è rimasto ferito in un raid terroristico.

Vista l’incapacità dei medici di Mogadiscio di guarirlo è stato trasferito a Potenza, dove è stato operato dall’equipe di Traumatologia, e poi a Pescopagano per la riabilitazione.

Questa storia di buona sanità in Basilicata la racconta su Primavere africane, il blog nel network editoriale della Repubblica, Shukri Said, l’attrice somala diventata attivista dei diritti dei migranti”.

Infatti, il protagonista di questa storia scrive:

“I predicatori estremisti e fanatici dell’Islam hanno devastato me e la mia famiglia.

Eravamo otto fratelli maschi e siamo rimasti mio fratello cieco e io mutilato.

Avrei pensato ad un intervento della Gran Bretagna, terra di origine di The Halo Trust, la ONG per la quale lavoravo, ma da loro non è venuta neppure una telefonata e nonostante io avessi ancora un anno di contratto, hanno interrotto anche lo stipendio e ogni sussidio alla mia famiglia: sono stato trattato come un lavoratore usa e getta, senza alcun diritto.

In Italia, invece, ho trovato la solidarietà che mi ha salvato la vita e oggi i miei sette figli, di cui l’ultimo di appena un anno, possono continuare a contare sul loro padre.

Ringrazio l’Italia e gli italiani. In particolare tutti quelli che mi hanno aiutato.

In primo luogo il Dr. Adolfo Cuomo che mi ha salvato la vita, la D.sa Teresa Guarino, il Direttore sanitario Antonio Picierno che ha messo a disposizione la sua struttura, la Regione Basilicata che mi ha ospitato e in particolare l’Assessore alla sanità Flavia Franconi, il Dr. Antonio Lovaglio, capo della sua segreteria, e Giacomo Carluccio.

Un pensiero particolare va al Direttore dell’Ospedale di Pescopagano Dr. Santomauro, al Dr. Pietro De Bonis, capo dell’equipe riabilitativa di Pescopagano e alla terapista Anna Rosamilia che, oltre a far muovere nuovamente il mio braccio, con i suoi colleghi e amiche ha mobilitato la comunità di Pescopagano che si è sostituita alla mia famiglia lontana fornendomi dai vestiti ai dolci fatti in casa.

Con Anna ho stabilito un feeling umano e intellettuale che ci ha permesso di superare la barriera della lingua e ci ha fatto comunicare comprendendoci reciprocamente nonostante tutto. Un ringraziamento speciale va a Michele Alberti che mi ha dedicato perfino tanto del suo tempo libero dall’attività di infermiere.

Non scorderò mai la mia permanenza in Basilicata dove, anche senza parlare l’italiano, mi sono sentito compreso in ogni mia emozione e sostenuto oltre che fisicamente, anche psicologicamente nei momenti più difficili. Infine, a Pescopagano ho visto per la prima volta la neve.

Aprendo la finestra e vedendo tutto bianco, ho creduto che il panorama fosse stato imbiancato a calce”.

Complimenti alla bravura dei nostri medici e di tutto lo staff nonchè alla solidarietà e alla sensibilità mostrata verso la triste storia di Ahmed che (nonostante tutto) ha trovato la forza di sorridere ancora.