Basilicata: “Disagio economico-sociale di 4000 operai. Raccogliere il grido di dolore”! A dirlo…

“Le istituzioni hanno il dovere morale di raccogliere il grido di dolore proveniente dai soggetti sociali più deboli e di porre in essere immediati interventi per rispondere positivamente alle loro legittime istanze”.

Lo sostiene il consigliere di Prospettive Lucane, Carlo Trerotola, il quale aggiunge:

“È intollerabile che ai lavoratori forestali lucani non vengano ancora erogate le retribuzioni per diverse mensilità arretrate, che nell’area programma del Basento raggiungono l’apice perché risalgono addirittura al Novembre 2017.

Esprimo, pertanto, preoccupazione per lo stato di disagio economico-sociale vissuto dalla platea dei 4000 operai forestali della Basilicata e convinto sostegno alla piattaforma rivendicativa delle organizzazioni sindacali di categoria, che hanno promosso per il prossimo 11 febbraio una manifestazione dinanzi la sede della Regione Basilicata.

Formulo, altresì, l’auspicio che gli organi competenti, nel frattempo, provvedano a liquidare le spettanze economiche a favore degli operai forestali.

Accanto a ciò, sollecito l’immediata attivazione del tavolo tecnico, sinora istituito solo sulla carta, fra Consorzio unico di bonifica, Regione Basilicata ed organizzazioni sindacali, per pianificare la programmazione degli interventi di salvaguardia ambientale e di tutela del verde pubblico da effettuare nel corrente anno 2020 e stabilire la data di riapertura dei cantieri forestali, che non deve oltrepassare il mese di aprile se si vogliono preservare ed, eventualmente, incrementare i livelli occupazionali esistenti.

Gli addetti alla forestazione non devono assolutamente essere considerati cittadini e lavoratori di serie B, anche perché sarebbe ulteriormente intollerabile che alla gente di montagna, a chi già soffre nei nostri piccoli centri sia tolta anche la dignità di un lavoro che, seppure precario e parziale, è di fondamentale importanza per le nostre comunità e per la salvaguardia del territorio e non deve più essere considerato come una mera forma assistenzialistica di ammortizzatore sociale”.