Basilicata: “la non riforma dell’Arpab va contro lo Statuto regionale”. A dirlo…

“Si continua a distribuire solo fumo negli occhi ed a perpetrare giochi di prestigio.

Ad oggi, l’unico vero investimento sull’Agenzia rimane quello messo in campo nella passata legislatura, cioè le azioni previste nel Masterplan”.

Lo dichiara il consigliere regionale di Avanti Basilicata che ha aderito ad Italia Viva, Luca Braia.

“Eliminare il Dipartimento provinciale di Matera dell’Arpab che ha sede in Via dei Mestieri avvia, di fatto, lo svuotamento delle funzioni dirigenziali di una struttura che, solo un anno fa, ha visto l’investimento per l’acquisto della struttura da parte della Regione Basilicata.

Una tra le poche chiare novità di un disegno di legge che tutto appare essere, tranne che una riforma.

Questo tra i punti principali dall’articolo 19 del disegno di legge di modifica della legge regionale n. 37 del 2015 per riformare l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Basilicata, composto da 42 articoli, proposto dall’assessore all’ambiente Gianni Rosa del Governo Bardi: concentrare la totalità della governance in un unico Dipartimento che diventa di livello Regionale e con sede a Potenza, prevedendo, quindi, l’eliminazione del Dipartimento provinciale di Matera di cui non si comprendono, di conseguenza, le funzioni che dovrà assumere.

Oggi, il dipartimento materano svolge attività di ispezione, vigilanza e controllo ambientali, attività tecnico-strumentali nel settore igienico-sanitario, quelle di gestione del dipartimento e delle risorse finanziarie e strumentali assegnate, oltre che di supporto tecnico scientifico agli enti ed organi titolari di funzioni amministrative in campo ambientale/igienico-sanitario, collaborando e realizzando progetti di monitoraggio e prevenzione, insieme a iniziative di formazione e comunicazione, nonché progettazione di interventi e campagne di prevenzione.

Negando, cosa mai successa in passato, le audizioni del Direttore generale e dei Sindacati che avevo personalmente richiesto al fine di avere completezza di informazione e che oggi, apprendiamo dalla stampa essere contraddittorie, il disegno di legge, presentato il 19 Dicembre scorso, a tempo di record è stato approvato a maggioranza dalle Commissioni congiunte (prima e terza) convocate in via straordinaria il 23 Dicembre.

Un ddl che prevede l’eliminazione del Direttore amministrativo, concentrando, di fatto, nelle mani del Direttore generale tutte le funzioni e presupponendo che lo stesso sia un esperto di tutto.

Si accentrano le funzioni di controllo sul Dipartimento Ambiente, contravvenendo allo Statuto regionale che prevede, per le agenzie sub regionali, queste funzioni unitamente a quelle di programmazione, in capo alla Giunta che vedrebbe sminuite le sue funzioni.

Il rischio, se non ci saranno fondi aggiuntivi corposi e assunzioni di personale in numero adeguato, è quello di una paralisi totale che metterà a rischio l’operatività dell’unica Agenzia regionale deputata al controllo delle matrici ambientali, in particolare di quelle legate alle attività estrattive.

Questo perché la cosiddetta riforma, nel confermare i servizi obbligatori necessari al raggiungimento dei Lepta (Livelli Essenziali delle Prestazioni Tecnico Ambientali) di cui alla Legge n. 132 del 2016 (peraltro non ancora approvati da Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri), prevede la gratuità anche di tutte le attività definite ‘non obbligatorie’, seppur richieste dagli enti locali (2 Province e 131 comuni).

Appaiono come una scelta che si pone tra il paradossale e l’incomprensibile, anche l’eliminazione della Conferenza permanente, quale organismo partecipativo regionale, a cui hanno diritto di partecipazione i Consiglieri regionali, i Sindaci e gli Assessori comunali e la modifica della composizione del Comitato tecnico escludendo lo stesso Direttore generale.

Ancora una volta assistiamo all’eliminazione di ogni sede di confronto e condivisione anche con i Consiglieri regionali e le Autonomie locali, modus operandi che questa legislatura continua a reiterare.

Oltre all’adeguamento della legge 132/2016 nessuna modifica sostanziale di funzioni particolari o ulteriori obiettivi da raggiungere per l’Arpab.

Solo una serie di ‘taglia e cuci’ che, laddove non contrari allo Statuto regionale, appaiono strumentali a scopi diversi che, probabilmente si sveleranno ai cittadini lucani tra qualche settimana.

Si contravviene, infine, ad ogni principio regolamentare avendo inserito il disegno di legge nell’ordine del giorno del Consiglio regionale appositamente convocato il prossimo 30 Dicembre, Lunedì, senza l’approvazione della seconda Commissione ‘Bilancio e Programmazione’, convocata dal sottoscritto nella prima seduta utile, quale è quella di Giovedi 2 Gennaio, ad anno nuovo cominciato.

Non si comprende perché il disegno di legge lo vogliano approvare necessariamente entro il 31 dicembre 2019, quasi dovesse rappresentare un regalo da riservare, non sappiamo a chi, nella notte di San Silvestro, magari sul palco del capodanno Rai di Potenza.

Anche questo, immaginiamo di scoprirlo quando sarà troppo tardi per la Basilicata”.