Basilicata: “la Regione rimarrà legata al passato e al fossile. Serve una grande mobilitazione”. L’allarme

“La Regione Basilicata in grandissimo ritardo per quelli che sono i processi evolutivi nel mondo e nel nostro paese rispetto al tema dell’energia.

La transizione energetica è uno degli asset principali del Recovery Plan, tant’è che il governo Draghi ha istituito un ministero ad hoc.

In Basilicata il dibattito è vecchio e rimasto legato al fossile, in una situazione che peggiora sempre di più”.

È quanto afferma il segretario generale Cgil Basilicata, Angelo Summa, che aggiunge:

“Basta vedere tutte le sfiammate e la poca sicurezza dall’avvio di Total a Tempa Rossa in cui vengono fuori i limiti e tutto l’impatto ambientale oltre all’assenza in questo momento di un organo terzo come l’Arpab che deve svolgere una funzione di controllo.

Ancora a oggi non abbiamo una dotazione di centraline dell’Arpab che possano monitorare i livelli ambientali a Tempa Rossa, dove siamo ancora nelle logiche controllore-controllato.

Questo è un ritardo enorme su una delle attività più impattanti della nostra regione e da come governeremo questa fase di transizione dipende il futuro della Basilicata.

Le altre regioni si stanno organizzando e come Cgil siamo stati i primi a lanciare l’idea di un hub dell’idrogeno in Basilicata.

Proposte destinate a cadere nel vuoto se continua a persistere questo silenzio nel dibattito politico regionale.

Il governatore Bardi a oggi non ha detto una parola sulla transizione energetica e di come saranno le coordinate del rinnovo delle concessioni Eni, ormai scadute da 15 mesi.

Il rischio è che la Basilicata resti legata al fossile, accontentandosi di qualche risorsa in più di royalties, ma uscendo dallo sviluppo strategico della transizione energetica.

Serve una grande mobilitazione a livello territoriale e un governo autorevole che candidi la Basilicata in questo nuovo piano di transizione energetica, altrimenti la Regione rimarrà legata al passato e al fossile”.