Centro Oli Viggiano, “Dobbiamo aspettare i primi contagi?”: lavoratori incrociano le braccia! I dettagli

FIM FIOM UILM, causa emergenza Coronavirus, chiedono misure più restrittive per i lavorati del Centro Oli di Viggiano.

In una lettera inviata al Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, lavoratori e Sindacati, a fronte di una situazione insostenibile, si preparano, per il secondo giorno, a fermare la produzione.

“Al presidente Bardi,

Le comunichiamo che i lavoratori dell’Indotto Eni di Viggiano, questa mattina hanno dato prova di grande senso civico manifestando in modalità # RESTO A CASA il proprio dissenso, le preoccupazioni, le ansie che il popolo della Val D’Agri – come del resto noi tutti- sta vivendo.

Non vogliamo ripeterci eppure le chiediamo ancora una volta a nome di TUTTI i lavoratori: cos’altro dovrà succedere – rispetto a cosa già accaduto – affinché si possa assumere appieno le proprie responsabilità; contagi multipli, paesi interi in quarantena, zone off limits e soprattutto mancanza di un presidio ospedaliero in quanto possibile innesco di nuovi contagi.

Dobbiamo attendere che si verifichi l’irreparabile affinché ognuno di noi possa assumersi le proprie responsabilità?

Caro Presidente senza un presidio ospedaliero, senza le adeguate misure di sicurezza all’interno del Centro Oli ci aspettiamo, primi fra tutti i suoi concittadini, una presa di posizione da parte di TUTTA la giunta regionale che veda l’emanazione di un’ordinanza che riduca al minimo indispensabile le attività all’interno del Centro Oli di Viggiano.

Dobbiamo aspettare i primi contagi, oppure preserviamo davvero ‘oltre le giuste e doverose campagne’ la vita dei lavoratori.

Eni, dal canto suo, sembra che viva in un altro mondo e ci meraviglia come sia possibile essere amorfi, così amorfi, alle vicende e alla drammatica situazione che i lavoratori vivono tutti i giorni.

Colossi industriali hanno deciso di sospendere le proprie attività o almeno ridurle al minimo, affinché si riducessero la mobilità delle persone e la possibile contaminazione; non ci sono parole per descrivere l’amarezza e l’inadeguatezza di questi giorni perché non TUTTI possono – come gran parte del personale Eni – lavorare in Smart Working, altri devono ‘scendere in campo’ senza la giusta serenità per svolgere attività che in realtà potrebbero essere posticipate nel tempo.

Noi tutti abbiamo il dovere di preservare la vita dei lavoratori; per questo Caro Presidente adotti un provvedimento che sia contestuale all’emergenza in atto sul territorio e dia una risposta concreta ai tanti cittadini, lavoratori della Val D’Agri.

Altresì le comunichiamo che l’astensione dal lavoro dei lavoratori dell’Indotto Eni di Viggiano – perché a prescindere dall’ultimo comunicato stampa da parte di CONFINDUSTRIA BASILICATA ‘la invitiamo a visitare il vero centro oli, a partire dai bagni, e scoprirà anche che lavarsi le mani nel 2020 è impossibile – per alcuni si protrarrà anche per la giornata di domani, ovviamente RESTANDO OPPORTUNAMENTE A CASA”.