Per le festività pasquali prevale tra i consumatori un atteggiamento di “grande cautela”.
A rilevarlo è l’Osservatorio Confcommercio.
Gli italiani dimostrano di avere già tirato il freno a mano sulle spese, soprattutto per il settore della cultura e la filiera turistica, che ancora scontano le conseguenze della pandemia evidenzia l’Osservatorio.
Caro energia e guerra hanno modificato le abitudini di spesa di quasi i due terzi degli italiani e per Pasqua gli spostamenti saranno brevi e di corta durata per la metà dei turisti.
Insomma dei break dettati dalla necessità di «stare in relax con la famiglia» o per visitare un borgo.
La seconda casa torna in auge e sarà scelta dalla metà dei vacanzieri contro il 40% del 2019.
Il budget ridotto, intorno ai 200 euro per persona, con un solo pernottamento.
Crollo dei viaggi all’estero, piccolo lusso che si concederà solo il 6% contro il 13% del 2019.
Confcommercio evidenzia:
“Secondo le nostre stime è probabile che, nell’anno in corso, l’inflazione si attesti al di sopra delle previsioni del DEF (+5,8%).
Anche attenendosi alle valutazioni del Governo, appare comunque evidente l’implicazione in termini di riduzione del potere d’acquisto delle famiglie.
Inoltre, anche a prescindere da più gravi rischi di interruzione delle forniture energetiche dalla Russia, l’equilibrio economico-finanziario di moltissime imprese appare compromesso, già agli attuali prezzi energetici, anche nel comparto dei servizi.
Sulla base di questi elementi, è verosimile immaginare un quadro macroeconomico tendenziale fortemente ridimensionato nelle performance, con un incremento del PIL, nell’anno in corso, più prossimo al 2% che non al 3%”.
Fausto De Mare, presidente Confcommercio, dice:
“Agire per la crescita resta, dunque, la priorità.
Va fatto attraverso riforme ed investimenti e con la più opportuna ‘flessibilizzazione’ del PNRR in ragione di scenari geopolitici ed economici che impattano sui suoi cantieri progettuali ed operativi e pongono in evidenza l’esigenza del perseguimento di nuovi obiettivi strategici di sicurezza ed indipendenza a partire dal terreno della politica energetica.
Agire per la crescita: anche sostenendo i consumi con scelte mirate di riduzione del prelievo IVA e dando impulso all’occupazione e al rinnovo degli accordi contrattuali sia intervenendo sul versante del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, sia attraverso misure di detassazione degli accordi contrattuali.
Agire per la crescita: supportando le esigenze finanziarie delle imprese attraverso le garanzie per l’accesso al credito e moratorie e ristrutturazioni di più lungo termine dei prestiti bancari.
Sono necessarie ed urgenti comuni scelte europee: un nuovo fondo europeo di resilienza dedicato a fronteggiare gli impatti delle sanzioni nei confronti della Russia e del caro-energia, nonché un disegno di politica energetica europea che consenta di perseguire obiettivi di sicurezza e di progressiva indipendenza strategica”.