POTENZA, ARRESTI E BENI SEQUESTRATI: SCOPERTI FUNZIONARI PUBBLICI RESPONSABILI DI NUMEROSI REATI

POTENZA: "CALCI E PUGNI" AL PADRE E ALLA SORELLA, GIOVANE 27ENNE ARRESTATO!

La Polizia, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenzaquesta mattina ha eseguito arresti nei confronti di funzionari pubblici, imprenditori e professionisti che avevano formato – secondo l’accusa – una “rete collusiva tendente alla spartizione collaudata di diversi bandi di gara dell’Ente irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia”.

E’ stata data esecuzione ad un’ordinanza applicativa di 11 misure cautelari personali e 1 misura cautelare reale, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Potenza.

Le misure emesse dal gip di Potenza riguardano Giuliano Antonio Cerverizzo e Gaetano Di Noia che si trovano in carcere; mentre agli arresti domiciliari sono finiti: Fabio Guarino, Gerardo Palazzo, Giuseppe Chiodetti, Graziano Cosentino, Antonio Bisceglia, Gianfranco Albergo, Fabrizio Cerverizzo e Antonio Albano.

Gli indagati in tutto sono 17.

Il Gip ha disposto il sequestro preventivo fino alla concorrenza di € 62.000 euro: di quattro conti correnti bancari, quattro rapporti di investimento finanziario e tre automezzi.

L’ordinanza cautelare rappresenta l’epilogo di una complessa attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Potenza, su richiesta della Procura della Repubblica di Potenza, che ha consentito di delineare un quadro indiziario di indubbia gravità a carico degli indagati, in relazione a condotte di associazione a delinquere, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, induzione indebita, falsità in atti pubblici, truffa ai danni di ente pubblico ed abuso d’ufficio.

Tali reati sono stati commessi in relazione a procedure di gara e di affidamento  lavori (nonchè di selezione del personale) bandite e pubblicate dall’ Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia,  Lucania ed Irpinia e dal Comune di Potenza ( E.I.P.L.I.) con sede in Bari.

L’indagine ha preso avvio dalla denuncia del rappresentante legale di una società esclusa dalla gara, a seguito di ricorso al TAR di un imprenditore (poi indagato nella presente inchiesta).

L’impresa denunciante segnalava il comportamento posto in essere dalla Stazione Appaltante, rappresentata dal consorzio di Bonifica Alta Val d’Agri, che avrebbe predisposto volutamente, prima e durante la procedura di aggiudicazione della gara, alcuni atti in palese violazione delle norme del Codice degli Appalti allo scopo di favorire altra società classificatasi seconda nella graduatoria, cioè l’impresa indagata.

L’avvio dell’attività di indagine (basata principalmente sullo strumento delle intercettazioni audio e video, su servizi di osservazione e pedinamento, nonchè sull’acquisizione ed analisi di numerosa documentazione) ha in realtà si è ampliata disvelando un sistema sofisticato ed illegale, che ha riguardato quasi esclusivamente l’E.I.P.L.I.,  ente al servizio di  Regioni (per un territorio di oltre 3 milioni di ettari, pari a circa il 10% di quello nazionale).

Gli approfondimenti svolti dalle indagini hanno consentito di poter avanzare  e sostenere l’ipotesi  della sussistenza di una vera e propria associazione a  delinquere  finalizzata  alla  consumazione di  reati contro  la Pubblica Amministrazione, cui hanno preso parte funzionari dell’EIPLI  ed altri tra cui un imprenditore e un suo dipendente.

Tra le diverse condotte contestate vi è quella di aver tentato di far Società, diverse da quelle che stavano giaà svolgendo  i lavori di completamento della Galleria di derivazione delle acque del T. Sarmento nell’invaso di Monte Cotugno) al secondo o terzo posto della graduatoria,  in maniera tale per  cui, attraverso un “calcolato” ricorso  al TAR – basato  su errori, volutamente inseriti nella procedura, da imputare alla Commissione esaminatrice, di cui guarda caso era presieduta dallo stesso funzionario dell’EPLI indagato – sarebbe risultato aggiudicatario definitivo.

II funzionario dell’EPLI  indicava inoltre all’imprenditore  indagato la  linea  da  seguire una  volta  ottenuta  l’ aggiudicazione  ed  avviati  i lavori: vale a dire procedere alla nomina di altro ingegnere dell’EIPLI quale RUP, cioè il responsabile unico del procedimento (da far quindi subentrare a lui), nonchè alla nomina della stesso funzionario colluso, quale Direttore dei Lavori, cosi da assicurare, in tale nuova veste, alla società dell’imprenditore  indagato, il recupero dei ribassi, che la stessa sarebbe stata comunque costretta a praticare per collocarsi in posizione “utile” in graduatoria (secondo 0 terzo posto), e ciò attraverso il ricorso a perizie di variante.

Le perizie di variante ad es: approvate dalla Commissione presieduta da uno dei funzionari EPLI indagato, con riferimento ai lavori per il torrente Sarmento hanno comportato un aumento complessivo dell’importo dei lavori da una somma iniziale di circa 10 milioni di euro fino alla somma di circa 26 milioni di euro, con una lievitazione di quasi il 200%.

A fronte di tale “impegno” – e per i ” suggerimenti ” concordati in ordine al contenuto delle perizie di variante sui lavori del Sarmento ed il valore dei medesimi, computati in modo da risultare inferiori alla soglia del 100/0-  risulta che il funzionario dell’EPLI indagato abbia ricevuto, con riferimento al caso considerato, quale vantaggio illecito, dall’imprenditore concorrente nei reati, diverse somme di denaro in contante –  ed e proprio in relazione alle stesse che e stato richiesto e disposto  dal  GIP  anche  il  sequestro  preventivo di  62.000  euro, e di altri benefits (autovetture, pemottamenti presso alberghi, cene, pranzi, telefoni, ecc.); ha ricevuto inoltre, mensilmente, per il tramite di altri indagati arrestati il  rimborso per spese “formalmente” indicate come sostenute   in relazione all’attività di Direttore dei lavori (per carburante, ristoranti, spese di cancelleria), di fatto effettuate a beneficio personale e dei membri della sua famiglia.

Lo scopo degli indagati era in pratica quello di avvalersi dei succitati soggetti politici affinchè intervenissero direttamente presso figure dell’amministrazione centrale per addivenire alla firma del previsto DPCM (di cui provvedevano pure a predisporre una bozza) che avrebbe disposto la revoca della nomina del Commissario in carica (resosi ostile ai loro progetti  illeciti) con contestuale nomina del nuovo Commissario “ad acta” indicato dagli stessi indagati.

Il tutto con la finalità di “prendere in mano” l’ente e gestire a proprio piacimento le intere procedure di gara e concorsuali.

L’indagine ha interessato anche le gare bandite dal Comune di Potenza per la “progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori di riqualificazione, ristrutturazione e messa in funzione degli impianti sportivi polifunzionali all’aperto esistenti del Campo Viviani”  e per la “progettazione esecutiva ed esecuzione lavori di riqualificazione, ristrutturazione e messa in funzione degli impianti sportivi polifunzionali all’aperto esistenti al campo  scuola”.

Incaricato dal Comune di Potenza quale tecnico/progettista proprio uno dei funzionari  EPLI indagato, il quale ha attestato  falsamente, come da lui formati, gli atti di gara (computo metrico, quadro economico) – in realtà redatti in tutto o in parte da un dipendente indagato dell’impresa interessata, concordandone, inoltre, il contenuto con alcuni soggetti interessati, al fine di eludere le normali regole procedurali della gara.

Ad uno dei funzionari EPLI vengono altresì contestate condotte di truffa aggravata in relazione non solo ai periodi di assenza ingiustificata dal luogo di lavoro in giornate ed orari lavorativi, per i quali ha comunque percepito regolare retribuzione (sulla base di false attestazioni di presenza), una anche con riguardo al doppio rimborso, prima dall ‘E.I.P .L.I. per missioni compiute nel territorio nazionale, in realtà mai effettuate o effettuate per ragioni squisitamente private, e poi dall’impresa sotto inchiesta, per le quali otteneva analogo rimborso attraverso l’accredito diretto delle somme a dipendenti dell ‘EPLI, i quali provvedevano poi a consegnare al funzionario citato gli equivalenti importi in contante.

Sempre ad alcuni funzionari EPLI indagati sono contestate ipotesi di abuso d’ufficio in relazione a procedure di selezione di operai e professionisti avviate in seno all’EIPLI, nelle quali sono stati agevolati nel superamento delle prove  scritte ed orali loro parenti ed amici.