Potenza: “con chiusure anticipate di bar, pub e ristoranti, muoiono i centri storici. Siamo di fronte a uno scenario drammatico”

“Due foto scattate dal mio telefonino nel centro storico di Potenza (via Pretoria) dopo le ore 18 dovrebbero bastare a dimostrare che con la chiusura di bar, pub, ristoranti negli altri pochi negozi aperti non ci sta nessuno.

Con il pretesto del caffè, dell’aperitivo, del pezzo di pizza, ecc la gente usciva da casa e forse qualcosa comprava.

Ma così muoiono anche tutti i centri storici, non solo quello di Potenza”.

A sostenerlo è Angelo Lovallo, vice presidente vicario Confcommercio Potenza che arriva ad un’amara conclusione:

“fra una settimana in tanti chiuderanno, perchè non conviene stare aperti.

Secondo uno studio di Confcommercio le restrizioni previste dall’ultimo provvedimento del Governo rischiano di causare un’ulteriore perdita di consumi e di Pil di circa 17,5 miliardi di euro nel quarto trimestre dell’anno, concentrata negli ambiti della ristorazione e del turismo, della convivialità e della ricreazione in generale, dei trasporti e della cura della persona, portando a una riduzione complessiva dei consumi nel 2020 ad oltre 133 miliardi di euro rispetto al 2019 (-12,2% in termini reali).

La caduta della spesa presso gli alberghi supererebbe il 55% e quella presso la ristorazione si avvicinerebbe al 50%”.

Siamo di fronte a “uno scenario drammatico” nel quale questa seconda fase di lockdown ‘parziali’ produrrà inevitabilmente ulteriori, gravissimi danni con il rischio di una caduta del Pil per l’anno in corso ben superiore al 10%, la cessazione dell’attività di decine di migliaia di imprese e la cancellazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Dunque, per il nostro Paese, che registra già segnali di crescente tensione sociale, si conferma l’insostenibilità economica e sociale delle nuove restrizioni all’esercizio di tante attività – soprattutto nei settori della ristorazione, della cultura e dell’intrattenimento – che, peraltro, hanno già adottato tutti i necessari e concordati protocolli di sicurezza e in cui non sembrerebbero manifestarsi particolari criticità.

Quello che serve è più programmazione e più coordinamento per risolvere la crisi del circuito dei tamponi, dei tracciamenti, dei controlli ed i nodi dei trasporti locali e della scuola.

Ma soprattutto, occorre che i danni subiti dalle imprese siano ristorati adeguatamente e tempestivamente con indennizzi a fondo perduto, credito d’imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d’azienda, moratorie fiscali – a partire dall’esenzione Imu anche per la ristorazione – e creditizie, risorse per le garanzie finalizzate ad agevolare l’accesso al credito, continuità degli ammortizzatori sociali insieme alla necessità della loro riforma e di una nuova stagione di vere politiche attive per il lavoro.

Ma per individuare le misure necessarie a tenere insieme salute pubblica e ripresa economica è fondamentale e urgente confrontarsi per tempo e con continuità con il contributo di tutte le forze politiche e sociali.

Un confronto necessario per dare speranza e prospettiva a famiglie, imprese e lavoratori”.