A POTENZA LA PROTESTA DI “ANZACRESA” SULL’ESPULSIONE DEI NIGERIANI DAL CENTRO ACCOGLIENZA: LE FOTO

Alcuni giorni fa abbiamo riportato una segnalazione giunta alla nostra Redazione circa 10 migranti espulsi a Potenza dal Centro accoglienza in via Carlo Bo.

La situazione non è caduta nel dimenticatoio, tant’è che i ragazzi dell’associazione “Anzacresa” hanno deciso di fare un presidio permanente in Piazza Prefettura.

I ragazzi, già alcuni giorni fa, avevano scritto una nota in facebook, schierandosi a favore dei migranti:

“In seguito alla vicenda che in questi giorni sta vedendo coinvolti i ragazzi nigeriani colpiti dal provvedimento del prefetto che ne sancisce l’espulsione dal circuito della cosidetta accoglienza abbiamo pensato di scrivere due righe per spiegare brevemente ed in maniera molto superficiale che cos’è l’ “accoglienza”, come viene gestita, cosa significhi perderne diritto e qual è la nostra posizione in merito.

I centri di accoglienza sono strutture gestite da associazioni o cooperative private che, tramite pubblico finanziamento (i “famigerati 30€ al giorno”), forniscono posti letto, pasti ed erogano il “pocket money” (circa 2 euro e 50 al giorno) ai/alle migranti in attesa di responso riguardo la richiesta di asilo.

Richiedenti asilo sono tutti coloro che, arrivando in Italia da paesi non facenti parte l’unione europea, inoltrano una richiesta di protezione internazionale allo stato italiano comunicando di essere fuggiti dal proprio paese di origine a causa di guerre, persecuzioni o torture.

L’emissione di un documento per tutti loro non può prescindere dall’emissione di questo provvedimento, nel frattempo il foglio che testimonia l’inoltro di tale richiesta e contenente i propri dati anagrafici sopperisce alla mancanza del documento e del permesso di soggiorno.

L’accoglienza presso questi centri è garantita per tutto il tempo necessario ad ottenere una risposta dal tribunale in merito alla richiesta di asilo (compreso il tempo necessario al responso in merito ad un eventuale appello in caso di esito negativo in prima udienza).

In seguito a violazioni del regolamento interno ai centri si rischia di venire puniti venendo espulsi dal centro stesso e perdendo quindi il diritto all’ “accoglienza” per disposizione del prefetto.

In questa situazione paradossale, dunque, si può stare legalmente all’interno del territorio italiano fino alla pronuncia del tribunale sulla richiesta d’asilo ma, non lo si può legalmente abbandonare neanche a vantaggio magari di altri paesi UE e, avendo perso il diritto all’accoglienza, nessun centro d’accoglienza sul territorio italiano può ospitarli.

Ci si trova quindi costretti a vivere in mezzo alla strada e a campare di espedienti per colpa dello stato italiano per tramite del prefetto e della miopia di un provvedimento punitivo che pensa di risolvere un problema causandone in realtà un altro ben più grande.

Al di là dell’aspetto umano della vicenda (gettare delle persone in mezzo ad una strada senza soldi, senza cibo e senza prospettive), viene in risalto anche l’aspetto politico-sociale con uno stato che emette leggi come quella Minniti – Orlando proponendosi di garantire il “decoro urbano” e di risolvere, a loro detta, il problema della marginalità sociale ma, allo stesso tempo acuisce quello stesso problema generando in prima persona le condizioni affinché tale marginalità si sviluppi e si diffonda (ma tale decreto merita una riflessione a parte).

A pensar male ci viene da accusare lo stato, per giocare con le loro stesse leggi e terminologie, di “istigazione a delinquere” seguendo il ragionamento : li butto in mezzo ad una strada così questi delinquono per sopravvivere ed ho la scusa per cacciarli dall’italia in quanto brutti e cattivi.

Come CSOA Anzacresa siamo contrari ad ogni forma di frontiera quindi reputiamo assurdo il concetto di nazionalità e di “immigrato” e di conseguenza ci fa sorridere in maniera amara il termine “accoglienza”, il quale presuppone una condizione di ospitalità presso “casa nostra”.

Ripudiamo ogni forma assistenzialista di accoglienza e continueremo sempre a contrastare chi specula sulla vita degli esseri umani trattando la povertà, la marginalità sociale e la migrazione come un business. Lottiamo per un mondo in cui ciascuno sia libero di autodeterminarsi e di essere padrone della propria esistenza senza che nessuno si arroghi il diritto di gestire la sua giornata scandendo orari, leggi o punendo chi non vi si uniformi.

Premesso questo siamo anche consapevoli della necessità di garantire nell’immediato una soluzione reale al dramma umano che stanno vivendo tutti coloro che all’interno del circuito dell’accoglienza ci sono finiti o che dallo stesso sono stati espulsi.

Continueremo a lottare al fianco di tutti coloro che si ribellano e si ribelleranno.

Nessuno è illegale, no borders no nations!”.

Hanno poi deciso, dalle ore 10:00 di ieri mattina, di fare un presidio in Piazza Prefettura:

“A fianco dei ragazzi espulsi dai centri e di tutti coloro che lamentano e denunciano pessime condizioni di vita presso i cosiddetti centri di “accoglienza”.

Scendiamo in piazza e facciamoci sentire”.

Queste alcune foto del presidio.