A TITO IL SINDACO VIETA L’USO DI ACQUA: METALLI PESANTI OLTRE LA SOGLIA IN QUESTA ZONA

Il Comune di Tito (Potenza) ha fatto sapere che:

“A seguito di un superamento dei valori di soglia di manganese e nichel, il sindaco Graziano Scavone ha vietato con apposita ordinanza il prelievo e l’utilizzo delle acque del corso d’acqua immediatamente a valle dell’ex discarica Aia dei Monaci.

Il campionamento, effettuato dall’Arpab, rientra nel piano di caratterizzazione dell’area che, su esplicita richiesta del Comune di Tito e dell’Azienda sanitaria locale di Potenza, era stato esteso anche a punti esterni al sito e ai corsi d’acqua limitrofi.

Proprio in uno dei due punti monitorati del corso d’acqua in questione, che in ogni caso non alimenta la rete idrica cittadina, è stato rilevata la presenza oltre i valori stabiliti dalla norma dei due metalli pesanti, mentre nel secondo punto, più a valle, i parametri rientrano nella soglia.

Ulteriori indagini ambientali e opportune verifiche tecniche ne stabiliranno le cause.

Il Comune di Tito convocherà infatti in brevissimo tempo una conferenza di servizi con gli enti interessati per avviare tutte le procedure necessarie, per valutare ulteriori misure di messa in sicurezza dell’area, per aggiornare inoltre il piano di caratterizzazione della discarica ed eventualmente estenderlo ulteriormente.

Verranno infine chiesti alla Regione Basilicata aggiornamenti in merito alla richiesta presentata dal Comune di Tito di anticipazione delle risorse per eseguire il piano di caratterizzazione in sostituzione e in danno al responsabile dell’inquinamento, attingendo a un apposito fondo regionale che risulta attualmente privo di copertura finanziaria”.

Il primo cittadino ha sottolineato:

“Sin dal suo insediamento, la nostra amministrazione sta seguendo con incessante determinazione le tematiche ambientali.

Nel caso della ex discarica di Aia de’ Monaci, definitivamente chiusa da ottobre 2014, abbiamo avviato le procedure previste dal Decreto Legislativo 152/2006 sostituendoci in danno al soggetto responsabile dell’inquinamento.

Trattasi di procedure complesse ed onerose a conclusione delle quali avremo finalmente una mappatura chiara e inequivocabile della situazione ambientale intorno al sito, che mostra evidenti segnali di criticità, aggravate evidentemente dal mancato ripristino ambientali.

Auspichiamo quindi che la Regione Basilicata, sollecitata più volte in tale senso, in fase di approvazione del bilancio dia copertura finanziaria alle nostre richieste consentendoci di avanzare nel procedimento di bonifica e ripristino ambientale del sito”.