Arisa, “Mi ero mossa in Basilicata contro il petrolio”: ecco le riflessioni della cantante di Pignola

È ormai trascorso un mese dalla 69° edizione del Festival di Sanremo in onda su Rai 1.

Tanti i lucani rimasti incollati allo schermo fino a tarda ora per vedere il vincitore del Festival della canzone italiana, sperando in un trionfo della Basilicata rappresentata dalla nostra bravissima Arisa.

La cantante originaria di Pignola si è esibita con il brano “Mi Sento Bene”, peccato però che il destino le abbia giocato un brutto scherzo.

Sul palco, Arisa ha avuto diversi cali di voce, estremamente anomali, che la sua pagina ufficiale ha subito rivelato essere dovuti ad una febbre molto alta, a 39.

“Non volevo cantare, ma tornare a casa”.

Questo il retroscena di quella serata emerso da un’intervista fatta alla nota artista da “Il Fatto Quotidiano”.

La cantante avrebbe sicuramente preferito:

“scendere dal palco e ascoltare gli altri”.

Arisa racconta la sua esperienza al Festival, le sue emozioni all’ascolto dalle colleghe che l’hanno fatta emozionare:

“Ho pianto per i brani di Emma, Elisa, Loredana Bertè, Giorgia; però in Italia è molto complicato. È un paese che segue un po’ le mode, è difficile inserirsi”.

Ricordiamo, inoltre, che Arisa è stata la prima giudice di X Factor a lanciare un concorrente rap, Lumi, in merito al quale dice:

“Mi sono incuriosita dai suoi contenuti, dalla testimonianza sui giovani, ma ha pagato lo scotto di essere un mio allievo, non è stato preso sul serio.

Penso di penalizzare i ragazzi per la scarsa credibilità data a me da altri giudici; quella è una partita, ci si dimentica del valore della bellezza e del talento, è più una questione personale”.

La cantante può vantare importanti collaborazioni, come quella con la Caselli, che definisce “un’esperienza rara di condivisione”.

Arisa è una donna appassionata, di una emotività particolare, che si mette in gioco non solo nell’arte, ma anche nell’ambito ambientale.

Parlando della giovane attivista Greta Thunberg, dichiara:

“Una volta con un amico, dopo un concerto, siamo rimasti per raccogliere i bicchieri di plastica; poi in quel periodo mi era preso un trip: quando camminavo per strada, scovavo le bottiglie e le infilavo nei cestini.

Capisco Greta quando viene attaccata: negli anni ho visto negli occhi delle persone che mi guardavano con l’espressione tipica del ‘questa è scema.

Mi ero mossa in Basilicata contro il petrolio.

Ora basta, agisco nel mio piccolo. Uso solo abiti di recupero, vintage, poi niente plastica”.

Una sensibilità, la sua, che delle volte la rende fragile:

“Spesso non ricordo nemmeno le parole delle mie canzoni: ho talmente tanta paura di non essere che a volte non sono”;

che le ha fatto vivere, in passato, spiacevoli sensazioni, ad esempio la paura di finire come Mia Martini.

Una sensibilità che tanto dà e tanto toglie, che la cantante ha cercato di gestire:

“dai cartomanti, poi dagli psicologi, oggi dai libri. E i libri rispondono sempre. Ho pure speso un sacco di soldi”.

Una donna dalle mille sfaccettature e contraddizioni; un’artista particolare, che ha sempre gridato fieramente le sue origini lucane.

Cosa ne pensate?