COMMERCIALISTA DI POTENZA DENUNCIA: “PITTELLA PREFERISCE CONSULENZE ESTERNE ALLA PROFESSIONALITÀ DI TANTI LUCANI!”

 “Aveva bisogno di volare alto il presidente Pittella e di agganciare l’Europa con la sua programmazione 2014-2020”.

Inizia con queste parole, il comunicato, che ci ha inoltrato Giancarlo Fusco, un commercialista di Potenza che con il suo studio si era candidato ad offrire alla Regione Basilicata consulenza gratuita per la questione dei costi dei derivati.

Purtroppo dopo i primi incontri in Regione il commercialista Fusco non è stato più contattato e ha scoperto che tale incarico (a pagamento) è stato affidato a professionalità non lucane.

Riportiamo integralmente la nota di Fusco:

“Pittella aveva bisogno di persone che garantivano alla nostra regione visione, esperienza, talento e slancio internazionale per affrontare e risolvere la crisi che ci attanaglia da anni. Aveva l’animo sereno e diceva di agire nell’interesse della comunità lucana.  Per questo, grazie al suo animo sereno e al suo senso di “responsabilità” decise, in barba alle tante figure professionali locali, di nominare quattro assessori esterni, non lucani.

Così il Presidente della regione con le sue scelte dettate da un animo sereno ci fa capire che l’esterno è meglio dell’interno, che in Basilicata non ci sono professionalità giuste per ricoprire i diversi incarichi: dagli assessori ai direttori generali.

A queste scelte se ne aggiungono altre, tutte a danno dei professionisti locali e sempre con affidi extraregionali, per i quali si creano selezioni ad hoc.

Vale, a tale proposito, evidenziare, in merito al problema posto dal Consigliere Regionale, Michele Napoli, circa i costi che la Regione sopporta per i “derivati”, l’offerta fatta alla Regione Basilicata da Professionisti Associati (consulente finanziario, commercialista e avvocato), una terna di esperti in area finanziaria, con studi professionali in regione.

Questi, che in data 22 Agosto 2016, dopo alcuni incontri avuti con il responsabile della Direzione Generale Dipartimento Programmazione e Finanze, Dr. Manti, dopo aver esaminato il parere pro veriate ricevuto dalla Regione e la determina del 22 Aprile 2016, hanno sottoposto allo stesso Dirigente interessato la seguente offerta:

“In funzione della ponderazione di tali strategie, il nostro team, sempre se di interesse della Regione, si dichiara sin d’ora disponibile a valutare il conferimento di apposito mandato correlato alla strutturazione di una offerta in parte legata al raggiungimento di un risultato utile per l’Ente”.

Quindi: niente costi se non si ottengono benefici economici. Proposta, questa, caduta nell’oblio.

Se non bastasse, anche l’asseverazione degli investimenti che la Regione impiega nelle Start up attraverso l’istituto “venture capital”, è eseguita da strutture esterne, come se nella nostra Regione non ci fossero studi professionali capaci a tanto o società abilitate dal MEF.

È certamente amaro doversi considerare figli orfani, senza genitori capaci di tutelare i propri figli. Come ogni mamma dovrebbe cercare di conoscere i propri figli e fare in modo che essi crescano bene oltre che sul piano fisico anche sul piano culturale. Mamma Regione nulla fa per la crescita dei propri figli. Continua a elargire incarichi all’esterno senza capire che “ca nisun è fess”.

La mentalità di andare alla ricerca delle cose fuori dal proprio territorio è una delle ragioni dello spopolamento intellettivo della regione. È questa una mentalità che nel tempo non premia.

La scoperta dell’oro nero in regione doveva portare sviluppo e crescita economica e culturale. Abbiamo disperso, invece, ogni ricchezza in rivoli improduttivi. In realtà, la nostra Regione è innanzitutto povera perché è gestita mentalmente in povertà e, perché tale, non riesce a governare la ricchezza che il territorio offre. Quando i nostri amministratori saranno capaci di capire questo e metterlo in pratica, avremo lo sconvolgimento delle precarie finanze.

Questo costa molto impegno e sacrificio perché richiede un mutamento delle proprie abitudini della gestione a favore della collettività dalla quale si è stati eletti e non innamorarsi del cosiddetto “furastiere”.