Impianto di selezione rifiuti nel potentino: “Il caso approda in Parlamento”. I dettagli

Un’interrogazione rivolta al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e a quello per la Cultura e il Turismo, Dario Franceschini, per chiedere se “non ritengano opportuno verificare la legittimità e la correttezza dell’iter procedurale seguito e valutare un approfondimento della vicenda alla luce delle preoccupazioni sollevate nella popolazione locale e quali provvedimenti di loro competenza intendano porre in essere per scongiurare la costruzione di un impianto di selezione rifiuti, inutile e dannoso, in un’area dal forte valore paesaggistico, nei pressi di corsi d’acqua importanti anche per la vicina regione Puglia”.

Scrive il senatore leghista Pepe:

“La paradossale vicenda della costruzione di un impianto di selezione rifiuti nell’area Pip parzialmente vincolata della zona Mulini nel Comune di Latronico (Potenza) approda in Parlamento, grazie a un’interrogazione a risposta scritta a firma del senatore lucano Pasquale Pepe, presentata il 13 ottobre 2020 nella seduta n. 264 (Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04217 consultabile al link http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1178014).

A quanto risulta all’interrogante a maggio 2006 la ditta Ageco Srl, con sede a Tito Scalo (Potenza), ha presentato al Comune di Latronico la richiesta di costruzione di un impianto di selezione rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata di 34 comuni del bacino lagonegrese-senisese, esaminata il 20 giugno 2006 dalla Giunta comunale per l’area PIP parzialmente vincolata per la presenza del fiume Sinni, del torrente Mole e del depuratore comunale; solo 2 giorni dopo, il Comune ha dichiarato che il bando ad evidenza pubblica per l’assegnazione dei lotti del PIP Mulini era andato deserto, aprendo la possibilità di una trattativa privata; il 5 agosto 2016, l’ufficio tecnico del Comune di Latronico ha dato parere favorevole all’impianto e nello stesso giorno la Giunta comunale ha assegnato due lotti a favore di Ageco; senza coinvolgimento del Consiglio comunale di Latronico, né della pertinente Unione dei Comuni, disattendendo i principi di partecipazione e informazione del pubblico della convenzione di Aarhus e del piano regionale dei rifiuti in merito ai criteri di localizzazione.

L’impianto risulta fortemente sovradimensionato, avendo una capacità di 24.000 tonnellate di rifiuti per un bacino di popolazione in calo, che oggi conta circa 60.000 abitanti, mentre i fabbisogni della popolazione sono già assicurati dagli 11 impianti esistenti.

L’impianto sorgerebbe estremamente vicino alle abitazioni delle zone circostanti, quali i Mulini, il rione Battista e il borgo di Agromonte Mileo, a soli 1,5 chilometri dal parco del Pollino e a 4 chilometri dalle terme di Latronico, individuate come ‘parco ambientale della salute’ nel piano turistico della Regione Basilicata; la strada di accesso all’area PIP Mulini, per le sue dimensioni e per l’assenza di un regolare svincolo in uscita, si presenta non idonea a sopportare il traffico di camion che ne deriverebbe.

L’impianto è destinato anche allo stoccaggio di materiali etichettati come tossici e infiammabili e che nel 2017 in un impianto simile nell’area industriale di Tito Scalo, di proprietà della stessa Ageco, si è verificato un incendio per cause ancora ignote e che negli ultimi anni vicende giudiziarie hanno riguardato alcuni esponenti della società Ageco.

Nell’atto di sindacato ispettivo, all’esame degli uffici legislativi del Ministero dell’Ambiente e di quello per la Cultura e il Turismo, ci citano anche il parere negativo della Soprintendenza belle arti e paesaggio della Basilicata espresso nel 2018 che definiva l’impianto “non compatibile” con i valori ambientali del territorio, rimarcando il vincolo paesaggistico per la presenza del fiume Sinni e del torrente Mole con una fascia di rispetto di 150 metri per i due lotti del PIP assegnati all’azienda, e il parere negativo del marzo 2019 del Dipartimento ambiente ed energia della Regione in merito all’autorizzazione paesaggistica sul progetto, nonché l’esposto alla Procura della Repubblica presentato dal comitato dei cittadini a luglio 2020″.

Il ‘comitato No rifiuti a Latronico’, insieme alle associazioni ambientaliste Italia Nostra Potenza, VOLA-Volontari per l’ambiente e Briganti d’Italia, plaude all’iniziativa del senatore lucano Pasquale Pepe.

Dice il presidente del comitato, Biagio Costanzo:

“Finalmente questa paradossale vicenda avrà l’eco e la rilevanza nazionale che merita.

Attendiamo con ansia le risposte dei due ministeri competenti e continueremo a batterci affinché il disegno folle di costruire un impianto rifiuti in un’area incontaminata possa essere definitivamente scongiurato”.