Pignola, signora ha un malore ma i soccorsi tardano perchè non trovano casa sua: ecco cosa è successo

Nel Comune di Pignola, ancora una segnalazione di un cittadino che non vede riconosciuto un suo diritto fondamentale, l’assegnazione del numero civico per l’abitazione della madre.

Mancanza che, come lui stesso dichiara, avrebbe potuto essere fatale alla vita della donna nell’estate scorsa, che colta da un malore, ha dovuto attendere 10 minuti per l’intervento dei Servizi di Soccorso, ostacolati nel normale svolgimento del loro lavoro a causa della difficoltà riscontrata nel localizzare l’abitazione.

Di seguito la lettera aperta di M. L.

“Di solito ci aspettiamo che un’informazione sia vera o falsa.

O almeno io, appassionato di programmazione, sono abituato ad un approccio dell’informazione binario, quello del diagramma a blocchi.

Il dato è vero o il dato falso e una cosa esclude l’altra.

Se un dato è vero il flusso prosegue verso un dato risultato, se il dato è falso si prosegue verso un’altra direzione.

Ma l’informazione che viene definita come “non veritiera” è vera o falsa?

Se ci affidiamo all’illustre dizionario Treccani (e se il dizionario non mente) scopriamo che veritiero è ciò “che dice la verità” e il non davanti è la negazione del valore che precede; traducendo quindi, dizionario alla mano, l’espressione “non veritiero” otteniamo “non dice la verità”.

Falso quindi visto che è il contrario di vero? O semplicemente non vero, ma non per forza falso, e quindi semplicemente inesatto?

E cosa fare quando è un’amministrazione pubblica a dirti che le sue informazioni non sono veritiere?

Nel caso vi sia un problema e questo problema debba essere per necessità sottoposto alla pubblica amministrazione presso l’ufficio deputato è possibile che il responsabile indicato per quell’ufficio venga definito un dato “non falso, ma non veritiero” e sembri quindi impossibile procedere nell’iter?

Ho dovuto porre delle questioni all’amministrazione pubblica, questioni corredate dai debiti ed informati riferimenti normativi, articoli di legge inerenti, verbali rilasciati dagli enti competenti.

Ogni volta che è necessario rivolgersi alle autorità bisogna essere impeccabili, informatissimi, superaccessoriati.

Le risposte che però ho ricevuto in cambio sono risposte che parlano di un futuro non tanto prossimo, espresse sempre con il tempo condizionale, senza alcuna certezza risolutoria, nemmeno nelle figure istituzionali a cui rivolgersi, nemmeno nei tempi di risposta previsti dalla legge, una risposta sfumata e confusa, degna di un dibattito politico piuttosto che di una interrogazione istituzionale, il solito programma di se e di ma tipico della politica italiana piuttosto che un provvedimento o una via di risoluzione.

Non si pretende certo che ogni cosa possa essere prevista o che ad una amministrazione non siano concessi problemi e limiti, ma chi amministra o dovrebbe amministrare non può arrampicarsi sugli specchi o scartare responsabilità.

Se ricorrono i termini di legge, e i termini di legge sono tassativi, bisogna operare entro quei termini.

Primo perché l’amministrazione deve essere virtuoso esempio per il cittadino, secondo perché altrimenti l’amministrazione perde di credibilità, e quindi di autorevolezza, e terzo perché al cittadino nulla viene scontato e di fronte ad una sua mancanza entro i termini scatta sempre la multa, il sequestro, la chiusura d’esercizio, il provvedimento irrevocabile, perché non dovrebbe valere lo stesso per la P.A.

Inoltre il cittadino, che attraverso le tasse quella amministrazione la mantiene, che usufruendone le dà senso d’esistere, vede l’Amministrazione Pubblica come il luogo preposto alla crescita della comunità, punto di riferimento del cittadino verso cui la comunicazione o la segnalazione di mancanze e problemi è cura doverosa per la cosa e la collettività pubblica, perfezionamento della vita sociale.

Sono certo note a tutti le carenze di organico che spesso costringono gli enti pubblici a lavorare in modo non ottimale, ma è necessario da chi detta legge rispettare leggi, termini di legge, normative vigenti, che sono frutto del lavoro di altri, e molti, specialisti dello Stato e delle sue, e anche nostre, energie.

Non considerarle e rispettarle significa vanificarle due volte, nel lavoro di studio e preparazione e nella loro non esecuzione.

Inoltre mi piacerebbe potesse svanire quel preconcetto spiacevole del “Benvenuti al Sud”, mi piacerebbe poter dire di vivere semplicemente in Italia in qualunque parte dell’Italia, senza più dover scappare delle nostre bellissime e amate terre.

Vorrei poter dire di essere in Italia, un’Italia dove non solo vi è legge, ma soprattutto il rispetto della legge, così che se esiste da protocollo una vigilanza, questa venga effettuata fino in fondo, con completezza e precisione e non in maniera approssimativa.

Un’Italia in cui se ci sono carenze si possa provvedere e si provveda tempestivamente e se determinati comportamenti vanno contro le norme di legge vadano sanzionati e corretti, se queste norme sono giuste, utili, costruttive.

Se la legge può essere raggirata, ignorata, derisa, vilipesa, supposta e non praticata, conosciuta e rispettata allora a cosa serve quella legge, a cosa l’amministrazione che ne è il braccio?

Se un articolo è stato modificato o aggiornato, se un comma è troppo vecchio, chi se non l’Amministrazione Pubblica, che ne condivide il linguaggio e ne applica i contenuti, dovrebbe saperlo?

Se per il cittadino non è ammessa l’ignoranza della legge perché la stessa ignoranza dovrebbe essere concessa all’Amministrazione?

Specie se questa ignoranza e questa latitanza nell’applicazione può portare a risultati non solo non soddisfacenti per il cittadino, ma soprattutto dannosi e disastrosi?

Questo mi riporta al casus belli per cui condivido qui questa riflessione sul rapporto con le istituzioni.

L’amministrazione a cui ho dovuto rivolgermi sostiene che il numero civico non è così utile in caso di emergenza, ma questa estate mia madre ha avuto un mancamento e l’ambulanza ha impiegato ben 10 minuti in più per trovare la casa, proprio per l’impossibilità di identificare geograficamente l’abitazione, 10 minuti che in altri casi, come quello di un’emorragia grave, ad esempio, o di un infarto, possono fare la differenza tra la vita e la morte.

Se un numero civico è presente infatti, la localizzazione e l’identificazione di una casa sono notevolmente più agevoli, lo sappiamo bene in un’era scandita dai servizi di mappatura on line.

Per trovare un negozio, per andare a trovare un amico, per cercare un ristorante, oramai basta un comando vocale del cellulare, ma sembra che nel 2019 Pignola sia ancora un comune fuori dal tempo e, in questo caso, dallo spazio, un comune dove sembra impossibile rendere più semplice la localizzazione, soprattutto in fase di soccorso per mezzi di prima emergenza.

Non si tratta di un vezzo, si tratta di un diritto base del cittadino.

I più grossi enti privati hanno messo a disposizione di tutti tecnologie di localizzazione gratuita, rapida e aggiornata in tempo reale, al fine di permettere a chiunque di raggiungere agevolmente e nel minor tempo possibile, tenendo conto anche del traffico, qualsiasi destinazione.

Questo servizio che viene offerto senza spese per il comune, permetterebbe a qualunque mezzo di soccorso o di polizia di arrivare al più presto sul luogo dell’emergenza, ma senza la volontà del Comune di creare un piano toponomastico efficiente, ogni imprevisto avrà più possibilità di diventare una tragedia.

Ed è per evitare ciò che chiedo ancora una volta, pubblicamente, che il Comune di Pignola e la Sua Amministrazione si applichino al più presto, in conformità alle leggi e nei tempi stabiliti per risolvere questo problema che non può e non deve essere preso alla leggera vista la gravità delle possibili conseguenze, e il cittadino con le sue esigenze rimandato al mondo dei se e dei ma.

Ci tengo in ogni caso a ringraziare pubblicamente l’amministrazione comunale per la rimozione dei dossi artificiali presenti sulla strada Fosso del Lago (Pantano) e per il suo interloquire con l’amministrazione competente, visto che la strada non è competenza del Comune bensì alla Comunità Montana.

Anche qui però, la segnalazione è partita dal cittadino e non vi è stata un’attività di osservazione, sorveglianza e
controllo del territorio da parte degli organi competenti, come invece sarebbe auspicabile e doveroso.

Confidiamo che anche questa volta si sappia dissipare dubbi e si agisca, come da scopo dell’istituzione della
P.A., per il bene della comunità e la sicurezza delle persone.

E poi, mi permetta un appunto Sig. Sindaco dell’Amministrazione Pubblica del Comune di Pignola.

Nonostante abbiamo due visioni diverse, lei molto ottimista, con i suoi faremo, con le sue approssimazioni, con la sua dicitura “non veritiera”, con i suoi “tempi previsti” quando in realtà già scaduti, se le persone aspettano la sua presenza per un colloquio, non può farle attendere per diversi minuti”.