Il Coronavirus ha modificato il calendario di tutte le feste patronali.
Diverse le iniziative che le comunità locali hanno messo in campo, per permettere ai fedeli di assistere alle celebrazioni religiosi locali.
Non fa eccezione il Comune di Avigliano.
Il Comitato Festa San Vito Martire comunica ai cittadini, infatti, che:
“Purtroppo quest’anno, a causa della pandemia, la festa patronale non si svolgerà come gli anni precedenti.
In base alle restrizioni siamo costretti a svolgere solo il programma religioso della festa e non quello civile (niente bancarelle e nessun evento al di fuori dei riti religiosi).
Inoltre si informa la popolazione che, la mattina del 15 giugno 2020, il Santo Patrono verrà portato in processione, vietato l’assembramento e la partecipazione del popolo dietro la statua”.
La Festa Patronale infatti, si celebra ogni anno il 14 e 15 Giugno, proprio in onore al Santo Patrono della città.
I festeggiamenti si snodano fra due programmi: uno religioso e l’altro civile.
Gli eventi religiosi prevedono Sante Messe, il Santo Rosario, Confessioni (penitenza), benedizioni, la processione in onore al Santo per le vie della città.
San Vito è un Santo martire vissuto nel III – IV secolo d.C. e, pur essendo stato uno dei santi più venerati nel medioevo, di lui non si hanno notizie certe.
È quanto si legge su sanvitoavigliano.it, dove si afferma che San Vito nacque nel 285 e morì il 15 Giugno del 304.
Vito, siciliano di nascita, a soli sette anni compì un’enormità di prodigi, tanto che il governatore Valeriano lo fece arrestare, tentando con le minacce di fargli rinnegare la fede cristiana.
A lui si aggiunse anche il padre, pagano convinto.
Tuttavia, per il piccolo Vito valsero molto di più gli esempi di coraggio e di fedeltà del maestro Modesto e della nutrice Crescenza, che gli furono compagni di prigionia.
La loro fedeltà fu premiata da Dio, che inviò un Angelo a liberarli. Tutti e tre trovarono rifugio in Lucania, dove continuarono con la parola e con i prodigi a testimoniare il loro amore per Cristo.
La fama di questi prodigi arrivò fino alla corte dell’imperatore Diocleziano, il cui figlio soffriva di epilessia.
Vito venne per questo chiamato a Roma, dove fece guarire il giovane, ma come ricompensa venne sottoposto a tortura, per far sì che rinnegasse la propria fede. Ancora una volta, l’Angelo inviato dal Signore lo liberò e lo ricondusse in Lucania, dove, assieme a Modesto e Crescenza, offrì la suprema testimonianza di fedeltà a Cristo, fino al martirio.
Si narra, inoltre, che Vito, insieme ai suoi precettori Modesto e Crescenza, fu fatto giustiziare, senza alcuna pietà, da Diocleziano, su proposta del padre pagano. Ciò avvenne nell’antica Lucania, precisamente dove il fiume Tanagro confluisce nel fiume Sele.
San Vito è oggi invocato per scongiurare il male che da lui prende il nome, “il ballo di San Vito”, in altre parole l’epilessia, o anche contro i morsi di bestie velenose o idrofobe.
L’Associazione Culturale e ricreativa fa inoltre presente che l’origine del culto di San Vito ad Avigliano non ha data certa, ma di sicuro si tratta di un culto molto antico, che risale con certezza ai secoli precedenti il 1500.
Infatti, è del 1500 l’attuale cappella che sorge sulle rovine dell’antica primitiva chiesetta. La cappella è stata ristrutturata e poi modificata ulteriormente nella facciata e con la costruzione dell’attuale campanile, avvenuta negli anni cinquanta del secolo scorso.
Mille auguri a tutti coloro che portano il nome del santo martire!
Di seguito la locandina con i dettagli.