Coronavirus Potenza: “dal Pronto Soccorso non si sa più dove ricoverare i pazienti. Reparti covid allo stremo”

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato del Sindacato delle Professioni Infermieristiche (NurSind) di Potenza firmato dal segretario provinciale Donato Lovallo:

“Continuano le interminabili code in ambulanza al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo, per i pazienti bisognosi di assistenza, con sintomatologia Covid grave.

Accedere in Ospedale, diventa sempre più difficile, perché dal Pronto Soccorso non si sa più dove ricoverare i pazienti.

I reparti covid sono allo stremo per la carenza di personale, prevalentemente infermieristico, e non possiamo fare altro che constatare la difficoltà, che ha la Direzione Aziendale a prendere decisioni, perché la Giunta Regionale non dà delle chiare direttive e brancola nel buio.

Poteva esser semplice, ma lo hanno complicato per equilibrismi a noi probabilmente sconosciuti.

Non siamo la fonte del sapere, ma anche un qualunque cittadino, avrebbe chiuso/dirottato parte degli interventi di elezione o dei ricoveri programmati non urgenti verso altri presidi, che si dice siano dell’Azienda San Carlo, e dedicato un padiglione intero del nosocomio potentino all’assistenza dei pazienti COVID.

Ma tutto questo, non è stato fatto, sappiamo benissimo che non esiste solo il covid, ma mantenere aperti reparti non produttivi o con pochissimo personale non serve a nessuno.

Questa situazione di emergenza e sovraccarico, soprattutto al Pronto Soccorso, non consente una sicura diagnosi di covid e si rischia una commistione di pazienti, esponendo loro e il personale ad un rischio elevato.

A breve con l’aggravarsi della situazione nemmeno la Marina Militare potrà esserci più di aiuto.

Questa organizzazione sindacale, nel silenzio assordante e conveniente al mondo politico, chiede alla Giunta Regionale di prendere delle decisioni e di dare indicazioni chiare a chi dirige questa Azienda, che in questo momento come un equilibrista cerca solo di mantenere un minimo di stabilità”.