FIRMA ANCHE TU IN DIFESA DELLA TUA CASA! REFERENDUM DI INIZIATIVA POPOLARE…

POTENZA: NEI PRESSI DI MACCHIA GIOCOLI È ALLARME FURTI IN CASA!

Da diversi giorni girano sui social, ma anche sui siti istituzionali dei comuni italiani, degli inviti come questo:

“È possibile firmare presso l’Ufficio Anagrafe del proprio comune di residenza per un referendum di iniziativa popolare sulla legittima difesa della casa e dei beni.

La proposta di legge prevede il potenziamento della tutela della persona che difende la propria casa, i propri beni ed i propri cari”.

Questa proposta, diffusa anche nei comuni lucani, fa parte di un’iniziativa popolare lanciata dall’Italia dei Valori, ma in Italia sulla legittima difesa ci sono altre due proposte di legge lanciate da altri partiti politici.

Inoltre va precisato che ad oggi sono numerosissime le firme raccolte in merito ma effettivamente la proposta non vincola in alcun modo il Parlamento ad approvare una riforma di questo genere, basti pensare che dal 1979 a oggi, sono state presentate circa 260 proposte di legge di iniziativa popolare e solamente 3 sono diventate legge.

Il giornalista Francesco Zaffarano ha cercato di spiegare su “La Stampa” la situazione reale sul referendum di iniziativa popolare sulla legittima difesa della casa e dei beni:

“L’obiettivo sarebbe quello di aumentare le pene per chi viola il domicilio e negare il risarcimento delle eventuali lesioni causate al ladro o agli eredi in caso di morte ladro. Ma non esiste in Italia la possibilità di votare un referendum di questo genere.

L’istituto giuridico del referendum, in Italia, prevede due principali tipologie: quello abrogativo, per cancellare una norma o una sua parte (come quello votato il 17 aprile sulle trivellazioni) e quello costituzionale per approvare o respingere una riforma della Costituzione (come quello che dovremmo votare in autunno).

A questi si aggiungono quelli, regionali, comunali e provinciali, su questioni legate alle amministrazioni locali o alle fusioni tra enti”.

Dunque i cittadini potranno firmare per il referendum ma senza aspettarsi le dovute considerazioni da parte del governo, anche se si spera che questa volta le istituzioni prendano in esame la proposta popolare.