Negli ultimi giorni la giornalista lucana Francesca Barra è stata oggetto di pesanti insulti sul web.
I commenti diffamatori sono comparsi sotto alcuni suoi post di Instagram, Twitter e Facebook.
Tutto è partito dalla notizia diffusa da vari giornali di gossip sulla separazione della Barra da suo marito e della sua conseguente storia d’amore con l’attore italiano Claudio Santamaria.
Questa notizia, sulla vita privata della giornalista lucana, ha scatenato i commenti diffamatori e lei stessa non si spiega il perché:
“Io ho un compagno ufficiale e mi sono separata senza nascondermi. Senza chiudermi in una stanza a prendere in giro il mondo.
Che male ho fatto per meritarmi tutto questo?”.
Non possiamo riportare i commenti perché sono parole troppo volgari, parole rivolte anche ai tre figli minori della Barra ed al suo nuovo compagno Santamaria.
La giornalista lucana ha dichiarato:
“Da qualche giorno, un altro signore sui social (di cui abbiamo saputo nome e cognome) ha augurato a me e ai miei figli una punizione divina.
La persona in questione è stata denunciata.
Forse non ci siamo capiti. Io andrò fino in fondo, i bambini non si toccano.
Vomitate su di me, giudizi e critiche senza sapere nulla, con vostre illazioni e inverosimili interpretazioni delle mie scelte.
Ma i miei figli no. Fosse l’ultima cosa che faccio”.
Inoltre a sputare veleno contro la Barra anche un dirigente della Regione Basilicata che ha indotto la malcapitata giornalista a chiedere provvedimenti addirittura al governatore Marcello Pittella.
Francesca Barra ha annunciato:
“Un impiegato della regione Basilicata si è permesso di nominare su Facebook impropriamente i miei figli ed è stato denunciato.
Lui e chi ha cliccato like.
Perché ha scritto una cosa crudele, falsa. Un reato. Spero che venga sollevato dal suo ruolo.
Spero che impari che i bambini non si toccano.
Che è bullismo, un reato ripeto.
Che è un’azione terribile ingiustificata e ingiustificabile. Volete colpire me?
Io ho gli strumenti per difendermi ma loro no. Sono innocenti. Non merita di occupare un ruolo di fiducia.
E non capisco come possiate ancora seguirlo dopo aver letto certe porcate”.
L’impiegato della Regione Basilicata avrebbe fatto insinuazioni sulla paternità dell’ultima figlia della Barra che rivolgendosi a Pittella ha detto:
“Ha commesso un reato di diffamazione, coinvolto i minori (i miei figli) in post volgari.
Quindi mi chiedo: la Regione lo può sollevare dal suo ruolo? Caro Presidente Marcello Pittella , puoi darmi una risposta? Non è rischioso affidargli un ruolo di fiducia?”.
Infine la Barra ha annunciato:
“Volete tutti conoscere il motivo di tanto odio? Non dovrebbe servire, perché non esiste una ragione valida.
Ma vi consegno una storia così smettete di domandarvelo.
Una donna si separa, ma ha tre figli. Vive una relazione alla luce del sole. Non si nasconde, non mente ai propri cari. Ma soprattutto con coerenza vive come le hanno insegnato fin da bambina: con onestà, coraggio, rispetto e inseguendo il diritto alla felicità.
A nessuno – o quasi- interessa quanto sia stata dolorosa e sofferta una separazione. Di chi siano le colpe, se poi sia giusta una percentuale di responsabilità. Se sia stata lei tradita, se abbia lottato prima di arrendersi.
O insomma, cosa sia successo fra le mura della sua casa. E sapete perché? Perché non dovrebbero essere fatti pubblici, anche se il personaggio in questione è pubblico.
Non ha venduto la sua anima al diavolo, per esercitare la sua professione.
Nessuno ha il diritto di spiare, di interpretare, di giudicare. Ma per troppi: la donna è puttana. L’uomo un conquistatore. Merita indulgenza. Una donna che è anche madre no. Che importa se ha cicatrici sul cuore?
Se ha un nuovo amore merita di essere arsa come le streghe nel medioevo.
Quindi oltre al chiacchiericcio nei salotti, arrivano minacce di morte per me e i miei figli sui social da parte di utenti che nascondono volto e vero nome e diffamazione da parte di un funzionario della regione Basilicata che coinvolge anche mia figlia gettando fango sulla mia famiglia.
A me fa paura che una persona che riveste un ruolo pubblico possa diffamare con volgarità una persona, la sua famiglia, i suoi figli con un livore ingiustificato e dei danni dolorosi.
Quando capirete che questa battaglia è anche la vostra battaglia? Chi tace , chi non si indigna, fa passi indietro. Ecco perché da donna, madre, giornalista, io smetterò di parlare di casi di violenza contro le donne.
Perché non cambia, se non inizia a cambiare nelle vostre bacheche, nelle chat, nei nostri salotti.
Poi in TV. Poi. Anche perché chi assicura che dalle parole non si passi ai fatti? Chi? E vi dirò di più.
Voi che pensate che riguardi solo personaggi pubblici e mondo dello spettacolo sappiate che perfino nel mio paese non fanno che dire che quella “lavora solo perché sta con quello” o che mette le corna al marito mentre lui è in negozio.
E‘ da quando ero una bambina che mi sono ribellata alla voce del popolo che diventa voce di Dio.
Ha rovinato troppe vite. Dite basta alla violenza verbale. Alla diffamazione. Alla violenza, partendo da qui. Questa è violenza”.
Questo è l’esempio di come le parole possano colpire e far male più di una spada, anche dalla nostra Redazione piena solidarietà alla giornalista lucana Francesca Barra attaccata sul web da utenti a lei sconosciuti.