“GOVERNO: PROCEDEREMO CON LE TRIVELLAZIONI IN BASILICATA”

 

Per il ministero dell’ambiente i pareri contrari espressi in Basilicata e Campania non contano, così come non contano nemmeno le proteste dei governatori.

Le trivellazioni nel mar Ionio a caccia di petrolio e gas presenti sotto i fondali marini possono partire. E a questo punto i margini per un accordo tra il Governo e la Regione Basilicata sono sempre più ristretti.

Martedì infatti è arrivato il via libera del dicastero guidato da Gian Luca Galletti alle prime due istanze di ricerca in mare di Shell con nome in codice “d 73 F.R.-SH e d 74 F.R-.SH”.

A rendere nota la situazione sono state l’Organizzazione lucana ambientalista e il comitato NoScorie per cui a questo punto non basta più la richiesta di referendum su alcuni articoli dell’ex decreto Sblocca Italia avanzata da diverse regioni, tra cui la Basilicata, per fermare le trivelle.

Per ora il governo Renzi si fa forte della revisione del Titolo V della Costituzione, appena approvata in Senato, che riporta a Roma le competenze in materia di energia.

Nonostante la riforma, anticipata proprio dallo “Sblocca Italia”, questa entrerà in vigore soltanto dopo il referendum confermativo previsto a maggio.

Contro i due provvedimenti del Ministero dell’ambiente che autorizzano la Shell ad effettuare ricerche di idrocarburi nel mar Jonio è possibile ricorrere al Tar entro 30 giorni, che è anche il termine entro cui le due regioni interessate (Basilicata e Calabria) dovrebbero cercare di riaprire una trattativa col Governo.