LA GUSTOSISSIMA STRAZZATA DI AVIGLIANO SPOPOLA SULLA COSTA PUGLIESE! LE FOTO

La Strazzata, una delle bontà più apprezzate nel territorio lucano.

Si tratta di una focaccia morbida (tipica aviglianese) da farcire come ogni palato impone e, ancor meglio, se con prodotti tipici lucani.

Il nome deriva dal dialetto locale e rimanda all’uso di staccarne i pezzi “strappando” la focaccia con le mani.

La Strazzata il 5 Luglio 2010 è stata riconosciuta “Prodotto Tradizionale” con decreto ministeriale del Ministero delle politiche agricole, ed è protagonista ogni anno, il 20 Agosto, della Sagra della Strazzata, organizzata dall’Associazione culturale “Il Cigno” a Stagliuozzo, piccola frazione di Avigliano, a 2 km dal Castello federiciano di Lagopesole.

Quest’anno proprio questa associazione aviglianese ha aperto dallo scorso 1 Giugno un punto vendita della Strazzata sul lungomare di Giovinazzo in Puglia.

Il presidente dell’Associazione “Il Cigno”, Domenico Colangelo, ha raccontato alla nostra Redazione:

“Quest’anno, dopo aver letto il bando del comune di Giovinazzo (che affittava chioschi sul lungomare per valorizzare quel luogo durante il periodo estivo) abbiamo deciso di scommettere sul nostro cavallo di battaglia: la Strazzata.

3 ragazzi dell’associazione di Avigliano si sono trasferiti a Giovinazzo per tutto il periodo estivo ed oltre a vendere i prodotti tipici, si occupano anche di sponsorizzare il territorio lucano”

A distanza di due mesi dall’apertura del chiosco possiamo affermare soddisfatti che sta andando molto bene: le persone sono interessati sia ai prodotti sia ai luoghi da cui provengono.

In Basilicata confermiamo che anche quest’anno l’appuntamento con la sagra della Strazzata si rinnova il 20 Agosto a Stagliuozzo”.

Com’è fatta la Strazzata?

Il suo impasto è fatto con:

  • acqua;
  • lievito naturale;
  • farine di grano tenero e semola di grano duro;
  • sale e quantità generose di pepe nero macinato grossolanamente.

I panettieri Aviglianesi la cuociono rigorosamente nel forno a legna, dandole una forma circolare con un buco al centro.

Tradizionalmente, la Strazzata veniva farcita con prosciutto crudo e caciocavallo o con frittata di peperoni, e gustata in occasione di matrimoni e feste, per stuzzicare la sete di vino.

Queste le Strazzate classiche:

  • Crudo: con prosciutto crudo lucano e caciocavallo lucano;
  • Mortadella: con mortadella alla piastra;
  • Salsiccia: con salsiccia stagionata di suino nero lucano e caciocavallo lucano

Le Strazzate gustose, invece:

  • Avigliano, con prosciutto crudo lucano, peperoni cruschi IGP di Senise, pecorino lucano e melanzana rossa di Rotonda al rum;
  • Monticchio, con mortadella alla piastra Bonfatti, caciocavallo podolico di Abriola e pesto di pistacchio di Stigliano;
  • Lagopesole, con capocollo lucano, caciocavallo lucano e funghi cardoncelli delle Dolomiti Lucane;
  • Melfi, con prosciutto cotto di suino nero, caponata di melanzane rosse di Rotonda e verdure in agrodolce, formaggio caprino delle colline lucane;
  • Venosa, con salsiccia di suino nero lucano, pomodori secchi sott’olio e caprino delle Colline Lucane.

Vi è possibilità di scelta tra la Strazzata (focaccia) con il pepe o senza pepe.

Al loro interno, solo prodotti lucani di prim’ordine, quali:

  • il Caciocavallo Podolico, Prodotto presidio slow food, dell’azienda agricola zootecnica biologica di Pessolani Nicola di Abriola (PZ).
    Il latte utilizzato per la produzione di questo formaggio a pasta filata è quello della razza bovina podolica, una razza che vive allo stato brado. La sua tipicità e la qualità dei pascoli conferiscono al latte le caratteristiche uniche per la produzione del caciocavallo;
  • Prosciutto cotto e salsiccia stagionata di suino neri dell’azienda agricola Rago, situata a Miglionico (MT).
    L’azienda ha una lunga tradizione e una vasta esperienza nella preparazione dei salumi tipici lucani di qualità;
  • Caprino e Pecorino, prodotti presidio slow food, dell’azienda agricola casearia Viola Gorgoglione (MT).
    In Basilicata trasforma latte caprino e di pecora dei propri allevamenti sulla montagna materana.
    Mario Pietro Viola, attento studioso delle tradizioni gastronomiche della
    Basilicata, conduce la sua azienda ponendo l’attenzione ad ogni fase e su ogni aspetto che possa influire sulla qualità dei formaggi;
  • Mortadella, prodotto presidio slow food, dell’azienda Bonfatti.
    Nasce nel 1947 e ha sede a Renazzo di Cento (BO).
    La mortadella classica è il prodotto storicamente più importante della Bonfatti, che si caratterizza per la manifattura artigianale che tocca tutte le fasi della lavorazione;
  • Funghi cardoncelli dell’azienda agricola Terramia – Pietrapertosa (PZ). Azienda specializzata nella coltivazione e trasformazione dei fughi cardoncelli tra le colline della Basilicata;
  • Melanzana Rossa di Rotonda, prodotto presidio slow food, dell’azienda agricola il Pollino a tavola – Rotonda (PZ).
    Sembra un pomodoro da insalata o un caco, ma è una melanzana.
    Ha una polpa carnosa, profumo fruttato (quasi di fico d’india) e sapore piccante ed esotico, con un gradevole finale amarognolo.
    La Melanzana Rossa si produce a Rotonda, cittadina Lucana immersa nell’area protetta più estesa d’Italia: Il Parco Nazionale del Pollino;
  • il Pesto di Pistacchio di Stigliano dell’azienda agricola Pistacchio di Stigliano – Stigliano, provincia di Matera. Un prodotto perfetto nella sua imperfezione.
    La classica ricetta del pesto, ma con un segreto fatto di tanto amore e generosità;
  • Peperoni Cruschi di Senise, ricetta tipica della cucina lucana: si tratta di una particolare qualità di peperon dolci a basso contenuto di acqua, tipici di Senise, comune della Basilicata, che hanno ottenuto nel 1996 il marchio I.G.P.
    In estate vengono raccolti e infilati con ago e filo, realizzando una sorta di collana che viene poi esposta al sole, così da far essiccare i peperoni. Una volta secchi possono essere fritti in padella con olio extra vergine di oliva facendo attenzione a non bruciarli.
    Hanno un sapore caratteristico e rimangono croccanti (cruschi), anche dopo la cottura;
  • Capocollo e prosciutto crudo lucano.
    Tipici della montagna e della collina lucana, la lavorazione ha metodi di preparazione particolari: si usano animali di limitate dimensioni, allevati e nutriti, come da tradizione, dai contadini del territorio.
    Si ottengono così salumi dal sapore delicato, dolce e consistenza morbida.

Un plauso all’iniziativa intrapresa dell’Associazione “Il Cigno” ambasciatori del gusto e della lucanità nella vicina Puglia.

Di seguito alcune foto della Strazzata a Giovinazzo.