Pinuccio di Striscia la Notizia è tornato a Potenza: ecco le ultime notizie sul disastro ambientale in Val D’Agri

A distanza di una settimana dalla messa in onda dell’ultimo servizio in Basilicata, “Pinuccio“, il noto inviato di Striscia la Notizia è tornato a Potenza per occuparsi ancora dell’ormai noto caso del Centro Oli di Viggiano e non solo.

Come fa sapere Striscia:

“Pinuccio questa sera torna a parlarci del processo a carico del COVA (Centro Olio Val d’Agri) di Viggiano, per le perdite di petrolio in Val d’Agri e la conseguente contaminazione dell’invaso del lago del Pertusillo.

Come vi avevamo già documentato, è stato arrestato un dirigente Eni e sono stati rinviati a giudizio altri dirigenti Eni e tecnici della Regione Basilicata e la stessa Eni.

Dalle carte del processo, però, emergono delle interessanti novità, che ci spiega il nostro inviato”.

Infatti, nel servizio andato in onda ieri sera, “Pinuccio” ha così introdotto l’argomento dal Tribunale di Potenza:

“Carissimi amici oggi sono a Potenza, in Basilicata.

Alle mie spalle il Tribunale di Potenza dove si sono concluse le indagini, come vi abbiamo raccontato, sulle perdite di petrolio al Centro Olio di Viggiano.

Noi ce ne siamo occupati per tanto tempo e adesso si sta capendo che cosa è successo ma, nelle carte del processo, ci possono essere delle novità.

Questo processo parte anche prendendo in considerazione una lettera dell’ex dirigente del Centro di Viggiano, Griffa che poi si è suicidato, in cui denunciava già nel 2012 un malfunzionamento del Centro Oli di Viggiano, ovvero una corrosione delle cisterne.

Però, in questa lettera, l’ingegner Griffa non parla solo delle cisterne ma parla di tutto l’impianto, compreso l’oleodotto che porta il greggio a Taranto.

Pinuccio ha poi intervistato il giornalista Fabrizio Di Vito il quale ha affermato:

“Oggi possiamo dire, almeno, da quanto emerge dalle carte della Procura di Potenza, che l’ingegner Griffa aveva ragione.

Nel senso che tutti i problemi e le criticità da lui denunciate nel suo memoriale, sono venute alla luce, attraverso l’inchiesta sullo sversamento di greggio al Cova di Viggiano che è venuto alla luce soltanto nel 2017 ma che, secondo l’ipotesi accusatoria, va molto indietro negli anni, addirittura fino al lontano 2010.

L’ingegnere aveva datato questo problema tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013.

Un problema dovuto, a suo avviso, all’eccessivo utilizzo del glicole, sostanza nel processo produttivo del petrolio.

Quello che diceva l’ingegnere Griffa, appunto, è che il processo di corrosione coinvolgeva inevitabilmente sia l’oleodotto che anche i serbatoi di Taranto.

Aveva più volte sollecitato un intervento anche presso la Raffineria di Taranto, sollecitando l’istituzione di una vera e propria “Unità di Crisi”, se così possiamo dire, per affrontare il problema.

Questo è documentato nelle centinaia di mail che ha lasciato.

Però non è dato sapere se sono stati mai effettuati gli interventi che aveva richiesto l’ingegner Griffa sia sul oleodotto che sulla Raffineria di Taranto”.

Ha precisato l’inviato:

“In una delle mail ricevute da Griffa che arriva dalla Raffineria di Taranto, in nostro possesso, si parla di analisi suoli che arrivano da Viggiano e si dice che:

“trattasi di un risultato che non ha precedenti ma che (oltre ad aggravare una situazione già molto precaria) forse testimonia qualche problematica in divenire”.

A conferma che ci possono essere problemi anche nella Raffineria di petrolio dell’Eni di Taranto, c’è una testimonianza di un dipendente della Raffineria che dice, ascoltato dai pm, che Griffa aveva denunciato e che quelle cose erano vere.

L’Eni parla di uno sversamento di 400 tonnellate di petrolio ma, siccome alcuni periti hanno detto che molto probabilmente le perdite sono cominciate nel 2010, bisognerà calcolare quanto petrolio è finito nelle falde e il danno ambientale potrebbe essere devastante.

Siccome questa sostanza corrosiva che ha danneggiato le cisterne del Cova di Viggiano si trova sia nell’oleodotto che va dai pozzi alle cisterne, nell’oleodotto che da Viggiano arriva a Taranto, nelle sue cisterne, noi ci poniamo una domanda: non è il caso di controllare anche l’oleodotto come sta messo?

Anche perchè del controllo millimetrico dell’Eni noi non tanto ci fidiamo”.

Cosa ne pensate? Avete visto il servizio?